SIENA. Il Club UNESCO di Siena, l’Associazione Warburg Italia e il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università di Siena propongono un breve ciclo di conferenze su Santa Caterina per approfondire alcune tematiche legate alla figura della santa. Le conferenze si terranno nei giorni 14 e 22 aprile a partire dalle 17.30 nell’Aula Magna Storica dell’Università di Siena in via Banchi di Sotto 55. Di seguito una breve presentazione degli argomenti che saranno affrontati nel corso degli incontri.
Iconografia di santa Caterina nell’arte senese
A cura di Alberto Cornice. Poco dopo la morte – 1380 – e prima della canonizzazione (1461, Pio II) le immagini presero posto in luoghi sacri: Andrea Vanni, Giovanni di Paolo, Vecchietta. Il culto popolare precede quello ufficiale. Lo stesso accadde per le stimmate, nonostante il divieto della Chiesa che le avrebbe riconosciute nel 1630. Dopo i celebrati dipinti di Sodoma e Beccafumi, negli anni estremi della repubblica, la spiritualità della Controriforma enfatizza il valore delle emozioni. Ne è interprete soprattutto Francesco Vanni, coinvolto in ardori accesi e languori estenuati: sembra anticipare i barocchi ‘orgasmi di marmo’ di Bernini. Dopo la parentesi purista emerge, nel primo Novecento, l’ambiguo racconto di Arturo Viligiardi. La più importante chiesa a lei dedicata è quella edificata dalla Nazione Senese in via Giulia, la più bella strada di Roma.
L’enigma dell’Orfeo. Immagini e simboli nel Pavimento della Cappella della Testa in San Domenico
Gioachino Chiarini intende far luce sui problematici interrogativi posti, a livello simbolico, dalle immagini che decorano la Cappella della Testa nella basilica senese di San Domenico: a cominciare dalla tarsia pavimentale, dal personaggio che, al centro, si guarda allo specchio, definito “Orfeo” dal Berenson e in numerosi altri modi dalla critica, col repertorio di animali, uccelli e piante che lo circondano, con le anatre che, singole o a coppie, nuotano e volano nella ricca cornice, col misterioso cratere ivi posto al centro del transetto superiore. Le difficoltà da superare per comprendere l’insieme dipendono dal fatto che qui alcuni tratti essenziali del pensiero della Santa contenuti nel celebre Dialogo della divina Provvidenza furono tradotti in immagini secondo il codice ermetico-alchemico, particolarmente in voga a Siena tra la fine del Quattrocento e il secolo successivo. Una moda artistica che trova piena conferma nelle numerose consonanze e intenzionali richiami riconoscibili tra la tarsia del pavimento e i più tardi affreschi del Sodoma.