E' dedicata al "Romito senese del Cinquecento tra storia e leggenda"
SIENA. La bizzarra e controversa figura di Bartolomeo Carosi, più noto come Brandano, la sua clamorosa predicazione, le visioni profetiche che lo resero assai famoso nel Cinquecento, ancora oggi interessano gli studiosi per aspetti di carattere sociale e religioso che aiutano a comprendere meglio la storia, non solo locale, di quel secolo.
Pur essendo molto vicino a tesi riformiste, diffuse in Europa da un altro celebre senese del tempo, il calvinista Bernardino Ochino, il pensiero e l’azione di Brandano non uscirono dal campo dell’ortodossia religiosa, anzi gli conferirono uno status di beato nel quale molta gente del contado senese lo ha per secoli venerato anche senza il riconoscimento ufficiale della Chiesa. Negli anni della Guerra di Siena, il Carosi, al costo di castighi, di percosse e perfino dell’esilio, dette un inequivocabile esempio di fedeltà alla patria, comune per altro a molte popolazioni del Dominio senese allora vessate da indicibili sofferenze per guerre e carestie. Anche per questo motivo, la città che lui amava e che non l’aveva dimenticato, volle dedicargli nel 1952 il Palio d’Agosto, che fu vinto dalla Nobile Contrada dell’Oca.
Ma interrogativi e lati oscuri si legano ancora alla vicenda terrena di Brandano, nonostante le molte biografie che ne hanno diffuso la fama ben oltre le mura di Siena e sollecitano nuovi approfondimenti, dei quali la mostra allestita ai Rozzi e gli studi pubblicati nel catalogo di corredo offrono un significativo saggio e una eccellente documentazione bibliografica. Nell’intento di sfrondare aspetti probabilmente creati dall’immaginario popolare, la sua figura ha ricevuto le attenzioni critiche di importanti studiosi ed il suo ruolo storico è stato precisato sulla base di una conoscenza più attenta di quella che ne assecondava una notorietà soprattutto folkloristica.
Promotore di questa celebrazione brandaniana senese è il consorzio culturale costituito dalla Società Bibliografica Toscana, dall’Accademia degli Intronati, dal Circolo degli Uniti, nonché dall’Accademia dei Rozzi che si onora di ospitare la mostra: un equipe intellettuale cui va riconosciuto il merito di aver ideato e gestito importanti eventi a Siena e in Toscana; senza dimenticare, in questa occasione, il valoroso impegno della Fondazione Torrita Cultura e del Comune di Torrita di Siena, che già lo scorso dicembre hanno promosso l’iniziativa e curato l’allestimento della mostra nel luogo in cui Brandano aveva lungamente vissuto, a Montefollonico, in attesa di un’ultima sessione che, dopo questa senese, si terrà a Firenze presso la prestigiosa Biblioteca Riccardiana.
Sabato 16 gennaio alle ore 17.30 presso l’Accademia dei Rozzi si terrà la presentazione della mostra con interventi di saluto dell’Arcirozzo, dr. Carlo Ricci, del Sindaco di Torrita di Siena, Giacomo Grazi e del presidente della Soc. Bibliografica Toscana, Paolo Tiezzi Maestri. Presentazione della mostra:. Mario De Gregorio, Doriano Mazzini e Enzo Mecacci.
A seguire, alle ore 18.30 presso la Sala della Suvera sarà inaugurata la mostra con una visita guidata a cura degli organizzatori. La mostra sarà dunque aperta al pubblico da sabato 16 gennaio a venerdì 22 gennaio. Orari di apertura: Domenica 17 gennaio: 16,30 – 19.30; altri giorni fino a venerdì 22 gennaio: 17,30 – 19,30.