E inizia il toto-Leone per i film in concorso
di Paola Dei
VENEZIA. Una Mostra che non lesina sogni, questa del 2013, con opere prime e registi che confermano le loro capacità, come Gianni Amelio, che con dignità ha presentato una pellicola godibile dove un impeccabile Antonio Albanese, recita la parte di un padre, che mantiene la capacità di sognare pur in mezzo a mille difficoltà. Ci dicono che Albanese abbia conosciuto Amelio a casa di Cerami e che da allora entrambi abbiano condiviso il sogno di lavorare insieme.
Nella pellicola Albanese è un lavoratore precario che fa il rimpiazzo a ore ritenendo che ogni lavoro sia nobile e che “….fortunato che ce l’ha il lavoro perché può almeno scioperare..”… con un figlio musicista che lo ama riamato ma con il quale sono presenti alcune difficoltà dovute al momento storico difficile ed alla separazione del padre dalla madre. La solidità di Antonio alias Albanese riuscirà però a fargli trovare una modalità comunicativa con il figlio in maniera tenera e delicata. E che lui ha collezionato in un armadio come una coperta di Linus.
Il titolo del film: L’intrepido è tratto, come ha dichiarato lo stesso Albanese, dal giornalino a fumetti che leggeva da bambino. Qualche traccia di buonismo inquina alcune scene, ma l’opera resta comunque degna di essere definita di buon livello.
Sullo schermo del Lido anche Miyazaki padre, il cineasta capace di far sognare sempre in maniera poetica, quest’anno più maturo, meno ottimista ma sempre denso di leggerezza e profondità da svelare. Con The wind rises è riuscito a citare Paul Valery ed a far conoscere Caproni, un ingegnere italiano che progettava aeroplani e che il protagonista del Film di animazione insegue come un sogno indelebile ed a tratti reale come un compagno di viaggio. Ma i sogni quando sono troppo grandi possono distruggere, ci dice il regista, proprio come accade nella pellicola dove una tenera storia d’amore ci fa premere le lacrime sugli occhi.
Inaspettatamente Locke, di Stewen Knight, una pellicola girata con un solo protagonista non in concorso, ci accompagna all’interno di un viaggio in autostrada dove sui fili del cellulare accade di tutto. Solo la calma e la fiducia del protagonista sembrano riuscire a far emergere quelle risorse nascoste che troppo spesso ci dimentichiamo di avere. Una Film sui valori veri della vita, sulle nostre capacità interiori e sulle possibilità insite nella natura umana di ricostruire e costruire percorsi imbattuti che inaspettatamente mostrano soluzioni nuove e originali pur rimanendo dentro i binari della quotidianità. Meraviglioso film da tutti designato come vincitore: Philomena di Stephen Frears, regista denso di profondità che ha la capacità di farci digerire una storia pesante e drammatica con la leggerezza necessaria riuscendo anche a farci ridere in più di una sequenza.
La storia di una madre che in una casa accoglienza di suore irlandesi perde un figlio e soltanto molti anni dopo viene a scoprire che le suore stesse lo avevano venduto ad un padre ed una madre americani. Colpi di scena, non detti, la scoperta della morte del figlio che. Venuto a cercarla non viene però aiutato dalle suore a ritrovare la legittima madre. Ricordi di Magdalene, pellicola di qualche anno fa che puntò il dito su storie e misfatti di un collegio gestito da religiosi. Qui il perdono, l’ironia, la tenerezza di una madre, vincono su sentimenti negativi e riescono a dare un senso a tutta la storia.
Fra le pellicole più belle: La moglie del poliziotto di Philip Groning, una storia drammatica di violenza familiare raccontata in maniera originale e senza compiacimenti. Una moglie che cerca in ogni modo di ricostruire o costruire la relazione con il marito che dopo la nascita della figlia si sente rifiutato dalla moglie e non riesce a gestire le mille emozioni che esplodono nella sua pelle.
Ed a proposito di pelle, come non ricordare per poi dimenticarlo, il film di Jonathan Glazer, Under the Skin con Scarlett Johansson. Una bella idea sviluppata in maniera prolissa e artefatta che mostra una insolita Scarlett con chioma nera e la pelle che nasconde un corpo da aliena.
Merita una menzione Sacro Gra di Gianfranco Rosi, film denso di umanità che mostra una parte di Roma ed i mille volti di coloro che la popolano. Un mondo sotterraneo che viene espresso in maniera pulita, senza buonismi o cedimenti ai facili sntimentaismi.
Da segnalare anche Stray Dogs di Tsai Ming Liang, una pellicola ricca di suggestioni, con miti che emergono ed accompagnano le scene del Film rendendolo onirico, allusivo ma piacevolmente riuscito pur con tempi orientali, non sempre facili da assimilare da parte di noi frenetici orientali.
Non in concorso ma elegante e degna di essere ricordata la pellicola di Patrice Laconte, Une promesse, una grande storia d’amore che resiste al tempo ed agli eventi della vita, un’altro viaggio alla ricerca di se stessi mentre la bellezza del paesaggio ci culla nell’attesa, dove non accade nulla al di là dell’attesa stessa ma dove accade di tutto in quello spazio definito anima.
Il toto punteggio ha avuto inizio, attendiamo e aggiorniamoci dandoci appuntamento a domani.