SIENA. “Sogni privati che diventano pubblici, passando, anche, dal personale al politico”. Con questa frase, Giorgio Bedoni in veste di curatore, ha sintetizzato i contenuti della mostra “La lente di Freud. Una galleria dell’inconscio”, allestita a Palazzo Squarcialupi, nel complesso museale del Santa Maria della Scala di Siena, e presentata, questa mattina (26 novembre), in una conferenza stampa.
L’esposizione, aperta da domani fino al 22 febbraio, “non solo è bellissima – ha detto l’assessore alla cultura Marcello Flores d’Arcais –, ma anche importante per il tipo di argomento trattato e il modo con il quale è stato costruito. Sette artisti di epoche diverse che uniscono: arte, creatività e inconscio”.
Ed è così.
Nel belissimo catalogo, che presto sarà tradotto in altre cinque lingue, studiosi dell’arte, teorici dell’inconscio e psicoanalisti trattano l’argomento, “uniti da da questo fil rouge che collega la tematica freudiana al mondo dell’arte in genere”.
Del resto la cosa non stupisce. Gabriele Mazzotta, presidente dell’omonima Fondazione, è, come lo era Freud, un appassionato collezionista, quindi, con gli stessi occhi e lo stesso cuore ha portato a Siena le circa 200 opere, tra incisioni, xilografie, chine e acquarelli, che sono andate a dar vita all’esposizione organizzata dal Comune insieme alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, anticipando l’altro importante appuntamento, ideato da Vittorio Sgarbi, Arte, genio e follia: il giorno e la notte dell’artista, in programma a partire dal prossimo 31 gennaio.
“Un filone – così lo ha definito Marco Gualtieri, in rappresentanza della Fondazione MPS – di allestimenti di grande interesse”.
L’esposizione, aperta da domani fino al 22 febbraio, “non solo è bellissima – ha detto l’assessore alla cultura Marcello Flores d’Arcais –, ma anche importante per il tipo di argomento trattato e il modo con il quale è stato costruito. Sette artisti di epoche diverse che uniscono: arte, creatività e inconscio”.
Ed è così.
Nel belissimo catalogo, che presto sarà tradotto in altre cinque lingue, studiosi dell’arte, teorici dell’inconscio e psicoanalisti trattano l’argomento, “uniti da da questo fil rouge che collega la tematica freudiana al mondo dell’arte in genere”.
Del resto la cosa non stupisce. Gabriele Mazzotta, presidente dell’omonima Fondazione, è, come lo era Freud, un appassionato collezionista, quindi, con gli stessi occhi e lo stesso cuore ha portato a Siena le circa 200 opere, tra incisioni, xilografie, chine e acquarelli, che sono andate a dar vita all’esposizione organizzata dal Comune insieme alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, anticipando l’altro importante appuntamento, ideato da Vittorio Sgarbi, Arte, genio e follia: il giorno e la notte dell’artista, in programma a partire dal prossimo 31 gennaio.
“Un filone – così lo ha definito Marco Gualtieri, in rappresentanza della Fondazione MPS – di allestimenti di grande interesse”.