Eccezionale opera d’arte, dal ‘400 situata nella Cattedrale di Montepulciano. Dall’intervento di risistemazione, emersi disegni preparatori, poi non completati
MONTEPULCIANO. Una straordinaria opera d’arte del ‘400 raccontata in tutti i suoi aspetti, anche attraverso recentissime scoperte, rivelazioni, addirittura misteri.
Protagonista di questa sorta di “avventura culturale” attraverso i secoli è l’imponente Trittico dell’Assunta, dipinto e ultimato nel 1401 dal Maestro senese Taddeo di Bartolo per l’altare maggiore dell’antica Pieve di Santa Maria di Montepulciano, oggi Cattedrale della città.
A raccontare il trittico, a cui i poliziani sono particolarmente legati, è Laura Martini, già funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena Grosseto e Arezzo, autrice del volume “Taddeo di Bartolo a Montepulciano: il trittico dell’Assunta. Storia, tecnica, conservazione e restauro”, appena edito da Edifir, Edizioni Firenze, e recentemente presentato in anteprima a Montepulciano.
La documentatissima pubblicazione, un’autentica guida per chi vorrà approfondire la conoscenza dell’opera e studiarne le caratteristiche, rende conto del delicato restauro del trittico, ancora da ultimare, ma è stata anche l’occasione per una ricerca accurata sulla storia del dipinto.
Emerge così l’eccezionalità di questo capolavoro pittorico dell’ultima fase del gotico senese, a cominciare dalle dimensioni, più di 20 metri quadrati di superfice dipinta e dorata.
Tutte le sue parti – le tre tavole centrali, le lesene, il gradino, la predella, le cuspidi e la grandiosa cornice architettonica con tutto il suo apparato decorativo, oggetto di un parziale rifacimento nel restauro ottocentesco – sono giunte integre fino ad oggi, nello stesso luogo cui era stata destinata fin dall’origine l’opera.
Il restauro, iniziato nel 2018 con un intervento urgente di consolidamento e fissaggio del colore e della preparazione, e in particolare la pulitura, ha poi riservato piccole e grandi sorprese, prime fra tutte la scoperta di disegni preparatori emersi sotto la stesura pittorica di alcune storie della predella, poi non utilizzati dal pittore.
Lo stesso restauro presenta connotati abbastanza eccezionali. E’ stato finanziato con un generoso contributo della Fondazione Vaseppi, per volontà del suo presidente Robert Cope, mecenate inglese amante dell’arte senese medievale e rinascimentale; poi con un intervento diretto del Capitolo della Cattedrale, proprietario dell’opera, e ancora con un’erogazione da parte della nota casa di produzione televisiva Lux Vide di Roma, della famiglia Bernabei.
Il restauro è stato eseguito da Paolo Roma per il supporto ligneo e da Nadia Presenti e Mario Verdelli per la superficie dipinta e la cornice intagliata e dorata con la direzione artistica della stessa Laura Martini, curatrice del volume, e con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena Grosseto e Arezzo. Oggi l’intervento è completato sulle tre cuspidi che sono state esposte alla mostra monografica su Taddeo di Bartolo a Perugia (2020) e sulle lesene.
Il volume accoglie contributi che illustrano vari aspetti del Trittico: i committenti; le ragioni di un’opera così imponente e preziosa per materiali e tecniche utilizzate, destinata ad una chiesa di dimensioni consuete in un borgo medievale in espansione; la scelta del pittore Taddeo di Bartolo, protagonista dell’ultima fase del gotico senese, ancora fedele testimone della grande tradizione politica del primo Trecento; le emergenze architettoniche alla fine del Trecento a Montepulciano rilevate dal modello della città dipinto nel trittico offerto da Sant’Antilia alla Vergine; il ricco apparato iconografico legato alla spiritualità medievale.
Segue poi la parte sul restauro, ancora da ultimare, con l’esame delle tecniche, dello stato di conservazione attuale, degli ultimi tre interventi documentati, nonché degli importanti risultati delle indagini conoscitive e diagnostiche, propedeutiche alla messa a punto della metodologia adottata nelle diverse fasi del restauro.
I risultati dell’intervento e delle ricerche storiche e artistiche sono stati raccolti in questo volume con numerosi contributi e un’accurata appendice documentaria e sono da oggi a disposizione degli studiosi di vari settori interessati ai diversi aspetti di questa mirabile opera d’arte.