Concerto-spettacolo il 29 dicembre a Montepulciano (Mattatonio n.5) di Carlo Barlozzo
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CHIANCIANO TERME. Il messaggio subliminale potrebbe essere quello di voler attirare l’attenzione, “attenti, io sono un musicista ‘tanto di cappello”, o di voler “prendere cappello”, entrare cioè con testi e brani musicali in maniera forte su un argomento sociale o politico. Fatto sta che dopo un’estate intensa, con una decina di concerti, e in attesa degli sviluppi di “Sanremo Social” avendo le giurie ammesso un suo brano al concorso delle Nuove Proposte dell’Italian dream musicale per eccellenza, Carlo Barlozzo si cala sul capo il cappello a cilindro. Stavolta non è la bombetta ma la tuba preferita da Giuseppe Verdi e Petrolini, ancor prima nel Settecento simbolo però dell’eleganza dei dignitari della Rivoluzione Francese. In quell’epoca turbolenta l’altezza del copricapo dei “signori del terrore” decretava il rango, e si capisce che senza voler recitare Robespierre stavolta, l’avvocato-cantautore di Chianciano ha qualcosa di speciale da offrire. Perché vediamo che la sua tuba nera occupa metà della locandina, e arriva uno sguardo tagliente da sotto la tesa abbassata, le mani alle orecchie e il cerotto rosso sulle labbra che toglierà la sera del 29 dicembre (dalle 22.30, ingresso libero) al Mattatoio n.5 di Montepulciano. Il laboratorio musicale di crescente prestigio che ha organizzato un anno fa il coming home dei poliziani Baustelle del mitico e il dissacrante Bianconi.
Il collezionista di cappelli (“ne ho una ventina, dalla bombetta alla lobbia di de Gregori, del basco siciliano a quello francese, mi manca solo il cappello d’Alpino…”) due giorni prima dell’anno nuovo offrirà il suo primo concerto-spettacolo, che vorrebbe essere intrigante, e culmina nella presentazione in anteprima “La Meta live”, il videoclip del primo album molto piaciuto nel mondo del rock gentile.
Accantonata, racconta, in questo momento la professione di avvocato (“Non sono più legato allo studio legale, in questi panni mi trovo più comodo quanto gli altri mi fanno sentire il cappio al collo procurandomi la gastrite”), Carlo Barlozzo si tuffa in una scommessa per vivere il più intensamente possibile questa sua vocazione musicale, e vedere se senza più lo sdoppiamento “musica e toga” la sua vita cambierà e capire anche se riuscirà a temprarsi professionalmente. Oggi il personaggio è un po’ enigmatico, una medaglia a due facce, o testa o croce.
“Sono proprio – confessa – una persona insicura, o labirintica come ben mi avete descritto. Dipende però dalle giornate. Mi chiedo se sarò all’altezza, se sarò capace di fare un altro disco… alla fine però saltano fuori sempre cose nuove, e capisco sopratutto una cosa: mi piace scrivere più che cantare. Scrivere anche per gli altri, come il pezzo “Fragili” per Cristiana Tosi di Montepulciano”.
Gli chiedo se l’ estate intensa e proficua fra concerti e festival l’ha aiutato a conoscere meglio se stesso. Per schermirsi si cala la tuba sul capo, e poi lentamente la rialza per dire che sì, forse ha capito di voler mettere tutti e due i piedi e tutto il resto dentro il cerchio magico della musica. Ma con un distinguo.
“E’ stata indubbiamente l’estate più bella della mia vita, ho fatto per più tempo quello che mi piace fare, non le cose per le quali ‘non sei tagliato’. Quello che voglio in verità non è il successo, ma sempre una serata in più per continuare a suonare. E suonando e suonando, quando torni a casa ti senti fresco, hai voglia di scrivere sempre cose nuove”
Nella sua raccolta “Prima di parlare”, presentata al Pop Rock Art del Prestige di Bettolle l’anno scorso aveva già preannunciato questa scommessa. “Correggo il tiro alla mia vita/E rientro in carreggiata/getto le carte del passato/E le scatole vuote/lavo nel fiume i panni sporchi/e mi do una nuova identità..libera”.
“Sì, è così, sono in piena Meta…morfosi”, ammette giocando con le parole del titolo dell’album che si completa con la sceneggiatura, ovvero questo videoclip tanto atteso e che finirà al termine del concerto del 29 su You Tube (Carlobarlozzo.com) sperando che “il grande frullatore “ porti in superficie la qualità artistica (naturalmente anche quella della band, Diego Perugini e Igor Abbas alle chitarre, Alessandro Cristofori alle tastiere e Gianluca Meconcelli alla batteria) e non provveda invece a una frantumazione molecolare di tutta l’operazione.
Il filiforme Paolo Conte di Chianciano, un fan del conterraneo Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti (“un mito, un patriottico toscano, si è mantenuto sano con una continua crescita…”) e dello stravagante Vinicio Capossela, altro musicista “tanto di cappello” (“Il suo ‘Balene, profeti e marinai è uno spettacolo incredibile, imperdibile ragazzi…”), ha ambientato questo video fra casa sua e la vecchia piazza del Centro di Chianciano.
“Non è un video amatoriale, ci abbiamo lavorato su seriamente, sarà una sorpresa…La sorpresa è quello che hai sulla bocca…”, spiega creando un po’ di mistero. “Orgogliosamente – aggiunge – nel mio piccolo grazie alla musica vorrei aiutare il mio territorio e raccontare le esperienze che qui ho vissuto”.
Il concerto, dunque, sarà uno spettacolo a tutto tondo. “Si è cercato di realizzare un evento particolare, e spero unico. Musica e spettacolo, cercherò – anticipa – di parlare il meno possibile. Spero si crei un’atmosfera raccolta, avrò anche diversi ospiti, alcuni canteranno con me e l’attrice Martina Belvisi reciterà brani originali, e la proiezione del video-clip sarà il culmine della serata”.
Gli chiedo se nella lunga estate ha capito anche cosa vuole la gente da un musicista, e cosa si è pronti a dare. “La gente – conclude – vuole soprattutto sincerità, ogni serata però fa storia a te. Sì, la cosa più bella è la sincerità, essere sincero aiuta, e cercherà di prendere per buono il consiglio della mia fidanzata, una persona per me molto importante. Mi ha detto: ‘Carlo tu apri la porta, ma poi devi trascinare la gente all’interno’. E questo è ciò che voglio fare a Montepulciano”.