POGGIBONSI. La Commissione di lettura del XXV Premio dei Diari ha scelto la rosa finale della venticinquesima edizione. I testi finalisti verranno presentati alla giuria nazionale, formata da Guido Barbieri, Camillo Brezzi, Natalia Cangi, Pietro Clemente, Beppe Del Colle, Vittorio Dini, Antonio Gibelli, Lisa Ginzburg, Roberta Marchetti, Melania G. Mazzucco, Davide Musso, Maria Rita Parsi, Nicola Tranfaglia e Saverio Tutino, che nei giorni del Premio decreteranno il testo più interessante.
La manifestazione conclusiva del Premio Pieve 2009, che ha carattere nazionale, si svolgerà nei giorni 11 12 e 13 settembre 2009 nella cornice di Pieve Santo Stefano (AR), la Città del Diario.
Tra i nomi dei finalisti c’è Carlo Cipriani (1917-1999) che ha partecipato con “Tributo alla Patria – diario/memoria 1939-1954”.
Il figlio Franco ha voluto omaggiare la memoria del padre inviando il geloso manoscritto all’Archivio dei Diari di Pieve, per poter essere consultato da tutti. L’auspicio è che venga letto soprattutto dai giovani, quale monito contro “tutte le guerre”, veri drammi umani e non semplici “finzioni sceniche”, come oggi ci appaiano in televisione .
“Un giovane barbiere toscano, arruolato come fante, è inviato in Albania durante la Seconda guerra mondiale. Qui, tra stenti e umiliazioni di ogni genere, subisce il congelamento e l’amputazione degli arti inferiori. Torna dal fronte nel 1941 come grande invalido e lo attende un periodo difficile di sfollamento e ancora guerra, non più combattuta. I lunghi anni di riabilitazione saranno affrontati con la tenacia di chi vuole riconquistarsi una vita “normale” da lasciare come insegnamento al figlio Franco”
La manifestazione conclusiva del Premio Pieve 2009, che ha carattere nazionale, si svolgerà nei giorni 11 12 e 13 settembre 2009 nella cornice di Pieve Santo Stefano (AR), la Città del Diario.
Tra i nomi dei finalisti c’è Carlo Cipriani (1917-1999) che ha partecipato con “Tributo alla Patria – diario/memoria 1939-1954”.
Il figlio Franco ha voluto omaggiare la memoria del padre inviando il geloso manoscritto all’Archivio dei Diari di Pieve, per poter essere consultato da tutti. L’auspicio è che venga letto soprattutto dai giovani, quale monito contro “tutte le guerre”, veri drammi umani e non semplici “finzioni sceniche”, come oggi ci appaiano in televisione .
“Un giovane barbiere toscano, arruolato come fante, è inviato in Albania durante la Seconda guerra mondiale. Qui, tra stenti e umiliazioni di ogni genere, subisce il congelamento e l’amputazione degli arti inferiori. Torna dal fronte nel 1941 come grande invalido e lo attende un periodo difficile di sfollamento e ancora guerra, non più combattuta. I lunghi anni di riabilitazione saranno affrontati con la tenacia di chi vuole riconquistarsi una vita “normale” da lasciare come insegnamento al figlio Franco”