Se il premio tornerà ad essere assegnato, si eviti di premiare i politici ed i potenti di turno
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di Fausto Tanzarella
Certo, se scorriamo l’elenco delle persone che hanno ricevuto il premio (poche le donne, peraltro), troviamo alcuni nomi di alto livello e prestigio, che senza dubbio hanno meritato il riconoscimento e che di fatti ne hanno ottenuti altri di ben maggiore risonanza; o anche nomi di più modesta caratura per i quali tuttavia l’assegnazione del premio o della medaglia di civica riconoscenza va giudicata sacrosanta. Ma a farla da padrona è stata la “casta” locale: abbondano i politici, per esempio, e davvero imbarazzante è la frequente assegnazione del “Mangia”, a quei tempi d’oro, a presidenti e alti dirigenti del Monte dei Paschi, banca che era poi, direttamente o mediatamente, la finanziatrice del premio medesimo.
Sconcertanti sono a mio avviso anche le assenze. Non voglio fare nomi, per non far torto a qualcuno e anche per non dare stura a possibili polemiche, ma nell’albo d’oro del premio manca un buon drappello di senesi che hanno raggiunto risultati di eccellenza nel loro campo, soprattutto artistico o culturale. Dunque per essere insigniti non contavano tanto i meriti, quanto il far parte del “salotto buono” della città.
Non so quale sarà il futuro del “Mangia”: c’è chi spera in una sua rinascita. Qualora si procedesse in tale direzione, mi permetto di formulare una modesta proposta: se il premio deve rinascere che di vera rinascita si tratti. Il Comune assuma regole e orientamenti che in futuro evitino lo spettacolo avvilente di una ristretta casta provinciale assiduamente intenta a celebrare se stessa. Soprattutto si eviti di premiare i politici, i potenti: la nomenclatura faccia un bel passo indietro. Si valorizzino le forze naturali e genuine della società senese, i cittadini che nel lavoro, nel volontariato, nello sport, nell’impegno culturale o scientifico, magari senza mezzi o protezioni, hanno ben seminato nella nostra città o altrove; dando magari uno sguardo particolare ai giovani. Perché non è detto che per meritare la riconoscenza dei propri concittadini si debbano avere i capelli bianchi.
La Siena di oggi ha bisogno di liberarsi di tante malefiche scorie del passato; e questo vale per le grandi come per le piccole cose.