Numerose le citazioni da altri ben noti film
di Paola Dei
SIENA. Presentato al Festival del Cinema di Roma nel 2012, il film uscito in Francia con il titolo Populaire è nelle nostre sale dal 30 maggio con il titolo Tutti pazzi per Rose, per la regia di Regis Ronsand e con Deborah Francois e Romain Duris nei panni dei protagonisti, Berenice Bejo, grande interprete di The Artist e fresca vincitrice a Cannes con un ruolo molto più drammatico. Una commedia dai toni delicati e dai sentimenti semplici ambientata negli anni 50 con due protagonisti decisamente fuori moda.
Rose Pamphyle, ventunenne dattilografa in cerca di un posto di lavoro si presenta al bel Louis, dirigente di una agenzia assicurativa e lentamente si trasforma e viene trasformata sotto ai suoi occhi fino a diventare campionessa di dattilografia e innamorata corrisposta del bel Louis.
Lo spirito di indipendenza di Rose appare chiaro quando fugge da un matrimonio combinato con il meccanico del luogo e parte dalla Normandia in cerca di fortuna. La sua frangetta bionda, lo sguardo sognante e le grandi gonne a rotolò firmano un bel contrasto con il carattere determinato e tenace. Sa cosa vuole e con l’occhio sempre rivolto al suo destino vince prima i campionati regionali di dattilografia, poi quelli nazionali e infine quelli mondiali in una strenua lotta con avversarie durissime, fra cui la Germania e l’Italia, battute dopo aver allenato le dita a ricopiare tutti i classici della letteratura fra i quali Madam Bovary.
Le fresche citazioni ad altri capolavori del cinema elargite con l’eleganza e l’esprit de finesse che soltanto i francesi posseggono in maniera tanto definita, rendono la pellicola ancora più gradevole mentre l’abito rosso di Rose ci riconduce a Kim Novak nel grande capolavoro di Hitchock, La donna che visse due volte e l’ultima scena che ci mostra Rose e Louis nudi a letto sotto un alternarsi di luci rosse e blu ci rimanda a Godard ed al suo Pierrot le fou.
Una Cenerentola moderna, che ci racconta la donna in modo diverso dal solito, quasi con un messaggio che ci giunge all’improvviso, sottile e poetico, ma capace comunque di assumere forme narrative ben precise. Quasi un diritto del femminile che polarizza lo sguardo del pubblico e si fa amare pur in mezzo alla goffaggine ed alle gaffes, mentre i protagonisti maschile e femminile sono spinti l’uno verso l’altro dalle leggi della natura e ci conducono verso una fine magica e capace di farci ancora sognare. Un grande applauso ai francesi per la carica vitale e i ritmi distesi ma soprattutto per la storia semplice ed apparentemente banale trasformata in un piccolo gioiello del cinema.
SIENA. Presentato al Festival del Cinema di Roma nel 2012, il film uscito in Francia con il titolo Populaire è nelle nostre sale dal 30 maggio con il titolo Tutti pazzi per Rose, per la regia di Regis Ronsand e con Deborah Francois e Romain Duris nei panni dei protagonisti, Berenice Bejo, grande interprete di The Artist e fresca vincitrice a Cannes con un ruolo molto più drammatico. Una commedia dai toni delicati e dai sentimenti semplici ambientata negli anni 50 con due protagonisti decisamente fuori moda.
Rose Pamphyle, ventunenne dattilografa in cerca di un posto di lavoro si presenta al bel Louis, dirigente di una agenzia assicurativa e lentamente si trasforma e viene trasformata sotto ai suoi occhi fino a diventare campionessa di dattilografia e innamorata corrisposta del bel Louis.
Lo spirito di indipendenza di Rose appare chiaro quando fugge da un matrimonio combinato con il meccanico del luogo e parte dalla Normandia in cerca di fortuna. La sua frangetta bionda, lo sguardo sognante e le grandi gonne a rotolò firmano un bel contrasto con il carattere determinato e tenace. Sa cosa vuole e con l’occhio sempre rivolto al suo destino vince prima i campionati regionali di dattilografia, poi quelli nazionali e infine quelli mondiali in una strenua lotta con avversarie durissime, fra cui la Germania e l’Italia, battute dopo aver allenato le dita a ricopiare tutti i classici della letteratura fra i quali Madam Bovary.
Le fresche citazioni ad altri capolavori del cinema elargite con l’eleganza e l’esprit de finesse che soltanto i francesi posseggono in maniera tanto definita, rendono la pellicola ancora più gradevole mentre l’abito rosso di Rose ci riconduce a Kim Novak nel grande capolavoro di Hitchock, La donna che visse due volte e l’ultima scena che ci mostra Rose e Louis nudi a letto sotto un alternarsi di luci rosse e blu ci rimanda a Godard ed al suo Pierrot le fou.
Una Cenerentola moderna, che ci racconta la donna in modo diverso dal solito, quasi con un messaggio che ci giunge all’improvviso, sottile e poetico, ma capace comunque di assumere forme narrative ben precise. Quasi un diritto del femminile che polarizza lo sguardo del pubblico e si fa amare pur in mezzo alla goffaggine ed alle gaffes, mentre i protagonisti maschile e femminile sono spinti l’uno verso l’altro dalle leggi della natura e ci conducono verso una fine magica e capace di farci ancora sognare. Un grande applauso ai francesi per la carica vitale e i ritmi distesi ma soprattutto per la storia semplice ed apparentemente banale trasformata in un piccolo gioiello del cinema.