Sentimenti puliti, immagini dense di pìetas, significati profondi
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Recensione di Paola Dei
SIENA. Sentimenti puliti, immagini dense di pietàs, significati profondi. Ermanno Olmi preferisce sempre suonare il jazz al posto della musica popolare con il rischio di piacere meno o di risultare difficile e troppo profondo nelle riflessioni che propone.
Questi i presupposti per presentare l’ultima pellicola del grande rRegista che amo chiamare Maestro e che anni fa ho avuto la fortuna di conoscere personalmente a Palazzo Bentivoglio a Bologna, restando affascinata dalla semplicità e profondità di ogni sua riflessione. Titolo dell’opera: Il villaggio di Cartone, presentato alla 68a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e riconosciuto dal MiBAC Film di interesse culturale in uscita nelle sale dal 7 ottobre.
Un cast d’eccezione nel quale spiccano i nomi di: Alessandro haber, Michael Lonsdale, Rutger Hauer, Massimo De Francovich, El Hadij Ibrahima Faye
L’interno di una Chiesa che viene svuotata di tutti gli arredi Sacri quasi a voler significare il vuoto dei contenuti religiosi in una società dove l’occupazione preferita sembra essere il camuffarsi in un mondo di camuffati e l’apparente inutilità del luogo che sembra aver perduto ogni scopo ed ogni significato, poi di nuovo la vita ed un gruppo di clandestini che si insediano nell’edificio alla ricerca di un futuro per se stessi e per i loro figli.
Il sacerdote, timido ed impaurito si trasforma in guerriero temerario e deciso quando animato dalla forza della fede e dalla pietàs, scopre il significato più alto della spiritualità al di là delle credenze religiose e del colore della pelle e tenta di salvare i clandestini dalla forze dell’Ordine. Il fonte battesimale torna a risplendere di nuova vita e la Chiesa torna a risorgere così come risorse Gesù dopo una Passione sofferta e sofferente. Un segno del destino per il Sacerdote, un segno di qualcosa di più grande che guida il cammino delgi uomini sia che lo si chiami Dio, Budda o Jahvè, un asilo ed una speranza per i clandestini ed una lezione per il traditore di turno che con la sua parte ombra rende ancora più densi e credibili i momenti di luce. La grandezza di Olmi sta anche e soprattutto in una soluzione nuova rispetto a quella oramai conosciuta. Aprire le porte a tutti- insegna il grande Regista- ma per ridare speranza, energia e prospettive al fine di aiutare i clandestini a ricostruire il loro popolo nella loro terra: l’Africa.
Una pellicola intensa, densa, magica ed a tratti tenera dove non manca nessuna delle debolezze dell’essere umano ma dove ogni debolezza è accolta dalle grandi braccia di quella Chiesa che va al di là dei dogmi e si fa Chiesa dell’Amore in un mondo che non conosce confini se non quelli posti dal pregiudizio e dall’ignoranza.
Un Film da vedere anche e soprattutto per le luci, le pause, i silenzi meditativi e la grande umanità che trasuda da ogni fotogramma.