Film sull'amore, la rigidità e l'età non più verde
di Paola Dei
SIENA. Un attempato antiquario battitore d’aste molto professionale conduce una vita lussuosa ma priva di affetti e amore, perchè ha dedicato tutta la sua vita all’arte. Un giorno riceve una chiamata da una certa Claire che gli commissiona di valutare gli oggetti preziosi contenuti nella sua villa. La ragazza però non si fa mai vedere agli appuntamenti scatenando la curiosità dell’uomo e inducendolo lentamente ad interessarsi di lei.
Jacques de Vaucanson è il primo artista a cui viene attribuita e riconosciuta la realizzazione di un automa meccanico perfettamente funzionante. Lo scheletro di un automa sembra anche costituire lo scheltro della pellicola attraverso il quale si intrecciano le vicende ed i personaggi: un pittore interpretato da Donald Sutherland, un giovane tecnico esperto di donne e la ragazza Claire interpretata da Sylvia Hoecks.
Un Geoffrey Rush magistrale ed un Tornatore capace di stupire ed affascinare tanto da far sentire gli spettatori incollati alle poltrone e con il dispiacere di vedere terminta la pellicola. Qualche appunto semmai va alla seconda parte del film un po’ troppo densa e ridondante ma capace di rifarsi con un finale che lascia a ognuno di noi libera interpretazione. Un film ricco di spunti di riflessione sulle personalità rigide, sull’innamoramento ad una età nopn più verdeggiante e il tradimento dell’amicizia, sulla falsità e la verità nella quaotidinaità e sul tema della maschera. Per uno strano gioco del destino e non solo l’esperto battitore d’asta rimarrà incastrato nelle maglie di una figura collegata ad un quadro al quale lui non aveva mai dato valore… Esperto di falsi, Virgil cadrà in una treama di falsi sentimenti scanditi dalla frase dell’assistente del battitore al quale Tornatorwe farà dire: “Vivere con una donna è come partecipare ad un’asta. Non sai mai se la tua è l’offerta migliore”.