Dal 7 al 22 agosto spettacoli nelle piazze e nelle frazioni
CASTIGLIONE D’ORCIA. Continua il successo del Festival Alba e Tramonto di Castiglione d’Orcia, rinato con una nuova formula cinque anni fa dal dialogo tra l’assessora alla cultura Alice Rossi ed il direttore artistico Francesco Chiantese.
Pensato come esperimento durante la prima riapertura nel periodo covid (il festival è stato il secondo ad aprire in Italia) è diventato una certezza nell’estate della Val d’Orcia.
La formula appare semplice nel racconto che ne fanno gli organizzatori: artisti scelti uno ad uno in base alla loro capacità di costruire un dialogo con il territorio e di mettere in pratica uno scambio che nutra sia la comunità che gli stessi artisti e non in base al “numero di biglietti” che farebbero vendere; spettacoli i cui suoni e le cui luci impattino nella maniera minore è possibile con gli spazi che li ospitano, siano essi le piazze di Castiglione d’Orcia e delle sue frazioni, che gli ambienti naturali della valle e dei boschi che sono compresi nel variegato territorio; artisti in grado di guardare negli occhi uno ad uno gli spettatori, costruendo rapidamente un clima di intimità e sincerità, che scavalchi lo schermo della fama e della notorietà. Tutto, dagli allestimenti, allo spettacolo, al “dopo” spettacolo, avvengono nel cuore della comunità ed assieme ai suoi membri.
Tanti gli spettacolo “rari” in questa edizione: il concerto omaggio a Margherita Hack di Ginevra di Marco nei boschi del Vivo d’Orcia, a due passi dalle sorgenti del Vivo, intimo e forte contemporaneamente; Michele Gazich in un concerto inedito in anteprima nazionale assieme a Giovanna Famulari dove la canzone d’autore si mescolerà con la musica classica (di recente Michele Gazich ha dichiarato sui suoi sociale che sta facendo “40 giorni di digiuno dai concerti” in preparazione di questo evento che ritiene uno dei più importanti della sua vita); ed ancora GNUT (al secolo Claudio Domestico), cantautore napoletano, considerato una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo in Italia, in un concerto accompagnato solo dalla sua chitarra.
Non manca il teatro contemporaneo con la coppia Nardinocchi/Matcovich ed il loro Strada Maestra che il 7 agosto aprirà ufficialmente il festival con una passeggiata proprio attraverso il territorio che precederà lo spettacolo vero e proprio; e poi Francesco Chiantese, con il suo “Estranei ai fatti contestati” uno spettacolo denuncia sul fenomeno del caporalato nato da una ricerca lunga più di due anni sul fenomeno; ed ancora la ricerca tra musica e teatro con Azoth una performance con Enrica Zampetti, Maurizio Costantini, Eugenio Sanna a partire dal Libro Rosso di C.G.Jung.
Tanti anche gli appuntamenti come il Concerto Alba del 15 agosto, eseguito sulla Rocca di Tentennano e seguito da una colazione sul prato, affidato quest’anno all’eccellenza del trio costituito da Renata Lacko (violino), Pasquale Rimolo (accordion), Maurizio Costantini (contrabbasso); ed il concerto al tramonto, al Podere La Scala nei pressi di Gallina lungo la francigena, che quest’anno è affidato al pianista jazz Nico Pistolesi.
Tre novità assolute da segnalare: un picnic su prato accompagnato da musica, sempre all’interno della Rocca di Tentennano; e due momenti in cui la musica incontra il “ballo”: la sera del 10 agosto, all’interno della festa Calici di Stelle organizzata assieme al Consorzio Vino Orcia, una lezione gratuita di danza swing ed a seguire un concerto del duo Isola Jazz (voce e contrabbasso) ed il concerto del 14 agosto della band di musica irlandese Willos’ accompagnata da maestri di danza irlandese pronti a coinvolgere tutti nelle danze tradizionali.
Ed ancora… il Teatro dei Venti di Modena con una installazione audio a partire dal loro progetto “Favole senza età” realizzato assieme agli della Casa di Riposo Santo Spirito di Pergine Valsugana (TN) e della Casa Residenza per Anziani SG Bosco di Modena; e Lisetta Luchini e Marta Marini con un concerto dedicato ai canti tradizionali toscani e poi Tritone duo, Stazione Malaika trio, un laboratorio con spettacolo finale dedicato ai bambini attorno al concetto di comunità…e tanto tanto altro.
“La grande fortuna è stata quella di aver incontrato una amministrazione comunale che prende molto sul serio la politica culturale, dice Francesco Chiantese, direttore artistico del festival, che ha ben chiaro che programmare grandi eventi è molto differente dal nutrire una comunità e creare occasioni di crescita personale e di incontro tra cittadini ed artisti -. Certo, da organizzatore devo dire che questi grandi eventi portano decisamente degli incassi più alti a noi professionisti con sforzi minori, ma quanto resta realmente sul territorio? Qui abbiamo ottenuto in questi cinque anni un clima meraviglioso per cui le persone non fanno la fila per farsi un selfie con l’artista di turno, casomai la fanno per bersi assieme un bicchiere di vino, scambiare due parole. E la comunità cresce, soprattutto, la comunità apprezza. Io ho imparato molto, ad esempio. Ho imparato che per fare la direzione artistica devo stare molto tempo in strada, nel territorio, dove i cittadini e gli ospiti dialogano con me, rispetto alle scelte che faccio, manifestano il loro apprezzamento, chiedono con curiosità qualcosa in più sugli ospiti che gli sono piaciuti e, perché no, si fanno sentire quando qualcosa non gli piace…e posso garantirlo… soprattutto in questa occasione si fanno sentire forte; del resto è ben chiaro a me ed a loro che io sono un ospite e loro sono i padroni di casa, com’è giusto che sia. E sono padroni di casa molto esigenti Ah ah ah ah ah per mia gioia”.
“Non è facile – aggiunge Alice Rossi, assessora alla cultura – non è affatto facile per un piccolo comune come il nostro con un territorio vastissimo e carico di esigenze da amministrare, concentrare le attenzioni su un festival così impegnativo; si comincia a lavorare al festival già a novembre dell’anno precedente… ma quando siamo a ridosso un pò tutti, dagli operai, ai dirigenti, l’ufficio tecnico, la ragioneria… tutti sono caricati di una mole di lavoro grandissima che ci porta allo stremo delle forze. Senza la loro disponibilità ed il loro amore per la comunità non sarebbe possibile andare avanti. Poi però le facce soddisfatte degli spettatori, gli apprezzamenti del pubblico, il dialogo coi cittadini, ripaga di tutto…anche delle nottate a montare ed a smontare assieme ai volontari, a Francesco ed ai suoi collaboratori. Del resto, per poter realizzare tutto questo, l’unico modo che abbiamo è agire in prima persona anche facendo manovalanza pur di poter ospitare uno spettacolo in più o quell’artista che riteniamo sia bello avere tra di noi per qualche sera.”
Su www.albaetramontofestival.it e sui social Alba e Tramonto Festival (Facebook) e @albaestramontofestival (instagram) è possibile consultare l’intero programma.