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POGGIBONSI. (a. p.) Una sala del Teatro Politeama gremita all’inverosimile anche se si parla di cultura. Un applauso denso, affettuoso e lunghissimo per Giovanni Ticci (decano dei disegnatori di Tex che festeggia il 50° della dedizione al personaggio e il 70° in edicola con una storia da lui illustrata) quando esce dal bagno dopo una sosta rilassante.
Apre Dario Ceccherini, seminatore e portatore di dubbi e incertezze nei licei e grande animatore del gruppo culturale “La Scintilla” che introduce gli ospiti.
Mattatore iniziale Moreno Burattini, pistoiese, laureatosi con una tesi sui fumetti a pieni voti, da sempre feroce lettore di nuvole parlanti, che a un certo punto corona il sogno di sempre di esserci dentro, iniziando a collaborare con la casa editrice Bonelli nel 1987, entrando a far parte dei disegnatori di Zagor e finendo per diventarne il curatore all’inizio degli anni 2000.
Walter Venturi, che “più romano de Roma con il barcarolo che va controcorente non si pole” a cui cambia totalmente la vita nel momento in cui i suoi disegni si imbattono in Burattini e inzia l’avventura di Zagor.
E Lucio Filippucci, arroccato sull’appenino di parte emiliana, illustratore di lungo corso, il cui committente più rognoso (di cui ha illustrato opere di giardinaggio l’ha sposato) e ha ripiegato su Martin Mistere e poi Tex.
E poi lui, il maestro, il pennino, il volto, l’arguzia, la vispa pacatezza e la scaltrezza di aggiungere polvere ed erba per riempire i disegni. Giovanni Ticci, senese, tratto inconfondibile, aneddotica infinita, dolcezza acuta, eroe più dell’eroe che disegna, essendo rimasto modesto nonostante la sua infinita grandezza.
Fra gli intervenuti ognuno dichiara il suo amore per i personaggi bonelliani perchè… e sono professori universitari, giornalisti, direttori di testata, ex sindaci, gente che cura la terra e sogna, gente stretta in un ufficio e sogna ancora di più.
Alla fine gli artisti regalano a chi lo chiede un disegno dei loro personaggi, tutti in fila davanti al banco con disciplina, finchè dal sottobosco spunta un poco più che decenne, sepolto nella fila dei grandi, e al grande maestro Ticci chiede un ritratto di Tex, facendo commuovere tutti.