In proiezione "Anita, una vita per Garibaldi"
SIENA. L’Aula Magna dell’Università per Stranieri in via Carlo Rosselli a Siena ospita un’eccezionale appuntamento martedì (3 maggio) alle ore 17 nell’ambito della XV Edizione del Terra di Siena International FilmFestival.
Presentato da personaggi illustri che si confronteranno con gli studenti e il pubblico in una serata gratuita, sarà proiettato il film “Anita, una vita per Garibaldi” del regista Aurelio Grimaldi, che dopo il saluto del Magnifico Rettore Massimo Vedovelli vedrà l’intervento del Presidente delle Giornate degli Autori Roberto Barzanti e del docente universitario Alessandro Falassi. L’iniziativa incentrata sulla figura femminile di Anita si colloca in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Organizzata dal Terra di Siena International FilmFestival in collaborazione con l’Università per Stranieri è patrocinata dalla Provincia di Siena e dalla Regione Toscana.
Anita, una vita per Garibaldi, film del regista Aurelio Grimaldi, è prodotto dalla Isvema di Solvi Stubing (che appare nel film nel ruolo di una maga tedesca), una coproduzione italo-brasiliana, girato in Brasile e realizzato nel 2007 in omaggio al bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, celebrato eroe dei due monti.
Anita, in Brasile ancora onorata come eroina nazionale, si unì a Garibaldi, che era fuggito dalle carceri di Genova dopo una condanna a morte, “la quale – ricorda Grimaldi – lasciò subito il marito (Manuel Duarte, con cui si era sposata a 14 anni) per seguire Garibaldi nella lotta”.
Conosciuta Anita a Laguna, la cittadina brasiliana dove era nata e viveva, Garibaldi – già unitosi ai “farrapos” (gli straccioni) rivoltosi ribellatisi all’impero portoghese per proclamare l’indipendenza del Rio Grande del Sud – da quel momento non lascerà più la compagna fino alla morte di lei, avvenuta come è noto nelle paludi di Comacchio nel 1849 (dopo il rientro della coppia in Italia, nel periodo della Repubblica Romana) quando la donna, che aveva conosciuto Garibaldi a 18 anni, ne aveva appena compiuti 27 ed era incinta del quinto figlio, perito con lei. Il film di Grimaldi “per la prima volta analizza sul grande schermo la figura di Anita, offuscata soprattutto in Italia da Garibaldi”, dice ancora il regista e ripercorre lo struggente, epico e drammatico amore dei due rivoluzionari “legati dalla forza fisica, dall’amore, dalla sete di libertà, dal gusto dell’avventura e della sfida”.