Mentre continua la straordinaria mobilitazione nazionale per salvare la sede storica di via Fontebranda, l’associazione culturale TeatrO2 presenta il primo appuntamento della terza edizione di Punti in Movimento. La rassegna teatrale, che prevede cinque spettacoli, un seminario e un’esposizione di tavole scenografiche, prenderà il via il 1° maggio alle ore 21.00, nei locali di TeatrO2, via Fontebranda 95, Zona Sienartefice, a Siena.
Primo spettacolo in cartellone, l’1 e il 2 maggio, è Edipo Stanco, di e con Marco Grossi, produzione Scala Mercalli. Il testo nasce da un gioco fatto con la maschera, durante il quale questo prezioso strumento si è manifestato vivo. La maschera conserva in sé quella forza superumana ancora in grado di spiazzare spettatori sempre più abituati a non stupirsi più.
“Perché allora – si chiede Grossi – essa non trova più spazio nel panorama teatrale italiano? Perché viene relegata a sporadiche apparizioni, deboli ripetizioni di codici antichi e stanchi? Probabilmente non è nella commedia dell'arte che la maschera oggi può trovare compiutezza espressiva. E’ necessario andare ancora più indietro, quando la maschera era personificazione di quel demone, antenato dello zanni della commedia dell'arte, che soltanto più tardi diventerà Arlecchino: è su questo personaggio primordiale che ho basato il mio lavoro”.
La maschera primordiale, figura della terra che supera l'umano, può essere accostata al mito antico, può trasmettere le passioni e la catarsi che il mito regalava ai suoi spettatori. La tragedia trova rifugio nella maschera, e si traduce in commedia.
Mosso dalla convinzione di questa corrispondenza e dalla curiosità per gli sviluppi possibili, Marco Grossi ha dato forma ad uno spettacolo che è pura sperimentazione, reinvenzione di antichi codici teatrali. La figura nella quale la sperimentazione si concretizza è quella del nunzio. Il nunzio, nelle sue diverse forme, è comune a tutte le tragedie, e tuttavia non è una figura tragica; egli narra, non agisce, partecipa del dramma ma non lo vive in prima persona, piuttosto assiste e riferisce. Il nunzio fa parte dell’ampia cerchia della gente ordinaria: è un servo, un araldo, un messaggero; potrebbe essere un personaggio della commedia prestato alla tragedia, un personaggio senza nome che narra azioni elevate di gente elevata, partecipe della pietà e della paura pur vivendo nel turpe.
In Edipo Stanco la maschera, ancora una volta strumento vivo, si fa veicolo diretto di emozioni e sentimenti ancestrali, semplici e feroci. La creazione testuale ha come riferimento costante la parola e la struttura dei testi classici greci, ma il linguaggio usato è espressione di chi sta nel mezzo: del comico che partecipa del tragico, del turpe che tende all’elevato o dell’elevato che si contamina con il turpe. Un idioma ibrido, in cui il dialetto si italianizza, mentre il lessico più ricercato si tinge di sonorità dialettali ed onomatopeiche.
Sul palcoscenico, il narratore entra ed esce con ritmo frenetico dalla scenografia di “scatole cinesi”.
MARCO GROSSI
Dopo anni di solida formazione teatrale, dal Centro di formazione per attori Santacristina diretto da Luca Ronconi, al Diploma in Recitazione presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", Grossi ha seguito il Corso di perfezionamento sulla Commedia dell'Arte di Michele Monetta. Dal lungo elenco delle esperienze teatrali di Grossi si citano le più recenti: per la regia di Luca Ronconi "Itaca" e "L'antro delle Ninfe", entrambi al Teatro Comunale di Ferrara; "Pinocchio" e "Tramelogedia” di Tonino Conte, al Teatro della Tosse di Genova. Nel 2004 Grossi recita in "1 tre moschettieri", di Attilio Corsini, al Teatro Globe di Roma. Al Duse è in "Cerimonie dell'alba", di Carlos Fuentes, regia di Tiziana Bergamasco e Daniele Valmaggi. Precedentemente, si ricordano "La scuola di ballo di Madame Desire" di Mimmo Mongelli, Teatro Comunale Paisiello, Lecce; "Nottetempo" di Robert Mc Neer, Teatro Kismet Opera, Bari.
Grossi ha inoltre partecipato a diverse produzioni cinematografiche, radiofoniche e televisive
Ricordiamo che è ancora in corso la raccolta di firme per TeatrO2.
Di seguito, una sintesi della vicenda.
Compagnia, Teatro, Scuola, Associazione: a Siena, TeatrO2 è un’officina delle arti libera e aperta, uno spazio protetto in cui fare e vedere teatro, luogo di formazione unico e speciale e storico sodalizio culturale che rischia di vedere vanificato un impegno lungo quindici 15 anni. Dopo aver gestito gli spazi del Piccolo Teatro, e dopo un periodo nei locali di Corte dei Miracoli, da cinque anni l’attività di TeatrO2 ha trovato casa nei locali di Sienartefice, in un ex ufficio affittato e trasformato a proprie spese in spazio adeguato. Dopo la richiesta esorbitante del canone di locazione, e dopo la necessaria autoriduzione, la Fontebranda srl, concessionaria degli immobili per conto del Comune (che ne è proprietario), ha avviato un’azione legale per ottenere lo sgombero dell’associazione. Una decisione quasi paradossale, se si considera che TeatrO2 è una delle sette realtà culturali alle quali il Comune di Siena ha già da tempo concesso la residenza artistica.
TeatrO2 conduce questa battaglia non in nome e per conto di se stessa, ma nel segno di obiettivi culturali comuni, come testimoniano la mobilitazione e la nutrita raccolta di firme avviata a sostegno dell’associazione. L’appello, già sottoscritto da altre associazioni, da personaggi della cultura e da semplici cittadini, è da intendersi trasversale, e punta unicamente alla concessione di vecchi e/o nuovi spazi, idonei ad ospitare le molteplici attività laboratoriali e di produzione artistica dell’unica scuola di teatro di Siena.
TeatrO2 non chiede sovvenzioni, ma la possibilità di continuare ad esistere e a crescere insieme alla città.
TeatrO2 non è contro qualcuno, né contro il Comune, né contro la Provincia – che anzi invita a condividere la causa – ma è per tutti.