Presentazione il 4 ottobre alle ore 17.30 alla Biblioteca comunale degli Intronati
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SIENA. Cento anni fa, il 23 agosto 1923, Don Minzoni, il sacerdote romagnolo veniva ucciso a bastonate dagli squadristi fascisti per il suo impegno sociale e al servizio dei giovani. Da pochi mesi è stata avviata la causa di beatificazione.
Anche a distanza di un secolo, l’assassinio di Don Minzoni mantiene la sua attualità. L’opera di Paolo Leoncini, edita da Betti Editrice, dal titolo ‘La seconda tomba di Don Minzoni’ ripercorre il cammino e la ricerca di giustizia di Monsignor Nazareno Orlandi. È giusto, infatti, ricordare il ruolo che in quella vicenda ricoprì Monsignor Nazareno Orlandi, prete senese energico, polemico, con una certa considerazione di sé.
«C’è un episodio della vita di Monsignor Nazareno Orlandi non molto conosciuto ed è necessario che se ne parli, che possa essere identificato come un alto momento anche della storia del nostro territorio – afferma l’autore Paolo Leoncini – L’episodio riguarda lui come rappresentante del clero italiano e la sua presa di posizione sull’assassinio di Don Minzioni, reclamando giustizia per il prete ucciso brutalmente. Nel libro viene raccontato di come la ricerca di giustizia sia stata negata, perché tutte le persone indiziate in un primo momento furono assolte, il colpevole è stato trovato solo nel secondo dopo guerra, quando è stato fatto un secondo processo. Questa vicenda, ma anche questo carisma, questo coraggio di Don Orlandi è stato trascurato. Certamente gli è stato riconosciuto il grande ruolo che ha avuto nella città, ma è stato anche un uomo che ha vissuto le vicende di un secolo fa con molta passione e coinvolgimento, soprattutto in rapporto alla ricerca di giustizia per Don Minzoni. Ci sono, inoltre, alcune somiglianze tra i due uomini di Dio, perché ritenevano che l’attenzione e la cura per la formazione e l’educazione giovanile fosse un passaggio fondamentale, anche attraverso varie istituzioni. La vicinanza al mondo dei giovani anche in opposizione alle imposizioni del regime, che aveva capito quanto fosse fondamentale ed, infatti, ‘ci stava mettendo le mani’».
Il delitto di Don Minzoni ci ricorda quale sia spesso il destino di chi ha il coraggio di difendere i valori in cui crede; ci dimostra che ai violenti non basta uccidere un uomo, serve soprattutto distruggerlo moralmente; ci sbatte in faccia l’immagine di una giustizia che non vuole trovare la verità.
Anche oggi che la Chiesa ha avviato la causa di beatificazione del “servo di Dio” Giovanni Minzoni, che tutto sembra dunque finalmente chiaro, non è affatto inutile ricordare quel delitto e rileggere quanto accadde ad Argenta, nel Paese e soprattutto a Roma.
Con un coraggio che pochi altri mostrarono, Monsignor Nazareno Orlandi chiese per mesi giustizia, prima di arrendersi di fronte ad una triste verità: il buon nome dell’Italia in molti l’hanno sulla bocca e troppo pochi nel cuore.
Il potente ras “Pizzo di ferro”, ovvero Italo Balbo, additò Orlandi come “l’illustre buffone e demagogo”. A Orlandi rimane una sola consolazione: che esiste una giustizia divina e che “dove son mancati gli uomini, stien sicuri che arriverà Iddio, Dio che incessante persegue i colpevoli e sopra di loro ripete la sentenza paurosa di Caino: Maledetto nel tempo, maledetto nell’eternità”.
Il libro sarà presentato il 4 ottobre alle ore 17.30 alla Biblioteca comunale degli Intronati dal presidente della Biblioteca Comunale Raffaele Ascheri.