di Paola Dei
SIENA. Fra le “strenne di Natale” non va dimenticato un piccolo-grande gesto che racchiude in sé solidarietà e cultura: regalare un libro. Un gesto che soddisfa entrambe le necessità e ci apre la mente a nuovi orizzonti. Fra le varie proposte è senza dubbio da evidenziare un libro di una scrittrice membro del Gruppo Scrittori Senesi, Marina Berti, edito da Betti con la prefazione di Andrea Friscelli. Un piccolo gioiello con il titolo: Storie sommerse del San Niccolò. Il diario di Emilia.
Come preannuncia nelle prime pagine Andrea Friscelli, Marina affronta il meccanismo di esclusione sociale, intesa nella sua accezione più ampia, che rappresenta l’esatto contrario della solidarietà. Attraverso l’artificio della fantasia l’autrice tratteggia la realtà storica, politica e sociale dell’Ospedale Psichiatrico di Siena, con una scrittura pulita e con tratti di ironia che ben si incastonano fra le storie drammatiche che vengono raccontate.
Friscelli, che ha vissuto molti momenti di realtà nell’Ex OP di Siena, coglie nella trovata narrativa di Marina, il racconto di fatti che, a livello emotivo, sembrano evocare storie realmente accadute. Viene spontaneo l’accostamento ad una definizione di Gigi Proietti quando spiegava la differenza fra il finto e il falso nel teatro. In fondo anche nei libri si riscontrano spesso storie di finzione, che però non sono mai false. La falsità é cosa diversa dalla finzione che si usa nelle arti.
Friscelli evoca una Siena immersa in situazioni complesse, per poi divenire un piccolo Paradiso, per poi attraversare di nuovo eventi che hanno minato fortemente l’autostima dei senesi.
Marina con garbo e grazia cerca in ogni personaggio il lato umano che viene incorniciato anche dagli oggetti, come il cuscino rosa in una bacheca di cristallo che conserva un diario da cui Duccio, il personaggio protagonista milanese figlio di madre senese, cerca di cogliere verità inusitate, accompagnando il lettore fra i vicoli, le piazzette, le Contrade della città di Siena. “Duccio, come ipnotizzato, continuava a leggere quelle parole e a osservare il diario che era appoggiato vicino a quella pagina, su un cuscino rosa, in una bacheca di cristallo”.
Tutto conduce ad una Mostra dove non sono esposte opere di noti artisti, definiti diversi, ma oggetti realizzati da ex degenti del Manicomio senese insieme a cose a loro appartenute.
È proprio immergendosi e facendoci immergere nella figura di Duccio che l’autrice riesce a trasmetterci il senso di una esperienza che può essere compresa solo da chi l’ha vissuta.
Una donna e un demone oscuro emergono dallo sfondo accompagnati dai versi di una poesia di Alda Merini. Duccio legge, legge con il cuore e negli scritti dei cosiddetti malati non trova nulla di diverso, tranne un diverso modo di affrontare il dolore, l’amore, la gioia, la tristezza. Solo pochi, verremo a scoprire, avevano patologie gravi, gli altri avevano solo assaporato brevi attimi di follia, peraltro parte integrante nella vita di ognuno di noi.
“Folli? Si chiese Duccio”.
Man mano che le pagine scorrono, il diario catalizza sempre più l’attenzione di Duccio e insieme la nostra, creando un alto livello di attesa fra le mura della nostra splendida Siena, osservatrice-osservata e silente, mentre una manciata di capelli rossi, quelli di Costanza, una guida turistica della città, ci introduce fra le pagine del diario di Emilia, lasciato proprio in eredità alla ragazza dai capelli rossi, dalla bisnonna.
Costanza, abituata ad altri tipi di avances da parte degli uomini è stupita dall’interesse di Duccio per quel diario e per quelle pagine…..
Duccio penso che “Costanza, doveva pur ammetterlo, era davvero una bella ragazza dai colori particolari: i capelli rosso tiziano erano una cascata di luce sulle spalle chiare”.
È Costanza che, guida nella guida accompagna sia Duccio, sia noi lettori al San Niccolò, ex OP senese, fra i vari reparti, i segreti, i sogni, le cure asfittiche di un’epoca, dove può capitare di incontrare personaggi che intrecciano le loro storie in un affresco carico di significati profondi. Costanza ci fa vedere con occhi nuovi gli scorci di Siena, ce ne fa gustare i sapori fra le pagine di un diario che narra con estrema sincerità assurdi tabù, storie di bambini, sogni di una suora per poi approdare alla Legge Basaglia. C’è spazio per tutto. Ma soprattutto c’è spazio per una meravigliosa storia d’amore……….
“Duccio non sapeva se avrebbe riletto il diario di Emilia. Sapeva con assoluta certezza che voleva avere, a tutti i costi, una nuova opportunità con Costanza”….
Ma questa è un’altra storia……