L'ultimo lavoro di Bellocchio tra biografia e suggestioni
di Paola Dei
SIENA. Al cinema Pendola ormai da due settimane l’ultimo film di Marco Bellocchio, presentato alla 72a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con il titolo: Sangue del mio sangue, di cui sono interpreti Piergiorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Roberto Herlitzka, Filippo Timi, Lydia Liberman, distribuito da 01 Distribution.
Un genere drammatico con il quale il regista affronta ancora temi e suggestioni legati alla sua vita in una declinazione che appare troppo libera agli occhi dello spettatore. Come ha detto lo stesso regista durante la conferenza stampa alla 72a Mostra d’Arte Cinematogtafica di Venezia, l’opera si ispira alle fascinazione misteriose che un antico convento di Bobbio, località dove ha sede la sua scuola, gli hanno suggerito accavallandosi anche alla storia della monaca di Monza, qui suggerita dal personaggio di Elena, simbolo di bellezza eterna.
Tutti i personaggi appaiono emblematici ed in cerca di autore sia nella prima storia in costume, sia nella seconda entrambe legate dal filo conduttore del potere che, nonostante secoli di distanza, resta immutato nei modi di esprimersi ed ha soltanto passato il testimone. L’unica capace di resistergli é Benedetta, la monaca sepolta viva che rappresenta la femminilità e che non viene scalfita dal tempo e dai vizi capitali del popolo libero di esprimersi e vivere fuori dalla mura che invece imprigionano lei. Capace di stendere al suolo il potere che l’ha condannata per stregoneria soltanto perché aveva accolto le sue passioni.
Il film é spiazzante e nonostante i numerosi tocchi da maestro, lascia negli spettatori la difficoltà di collegare le due storie, mentre alcuni personaggi fanno riflettere sul senso della vita e del modo di porsi con gli altri. Herlitzka rappresenta un vampiro moderno che succhia potere per poter sopravvivere e si nasconde agli occhi della gente vivendo dietro un alone di mistero
Maria e Marta sono due sorelle che vivono l’una in funzione dell’altra e realizzano una frase compiuta insieme, due teste e un cuore che vivono la passione per Mai in due perché da sole non sono in gradi di gestirla.
Un film suggestivo che lascia peró interdetti, ma dove le scene da vedere sono molto più ricche di fascinazione dell’intera storia.