di Gianni Basi
SIENA. Quella naturale gli inglesi la chiamano Natural Sienna, quella bruciata è la Burnt Sienna. Per la prima, meglio solo gli acquarelli, nella seconda è più indicata la pittura ad olio. Se invece, dalle nostre parti, la “Terra di Siena” è anche pensata come luogo di musica classica, e lo è nel paesaggio debussyano di fiumi monti valli e antichi manieri che ci circondano, allora non resta che recarsi da qualche parte e mettersi all’ascolto. Andando verso sud, assisteremo ad esempio agli “Incontri in Terra di Siena”, full immersion nell’arte e la cultura dei luoghi della Val d’Orcia in sintonia con musiche di artisti internazionali, concerti e coreografie, che sarà in programma a Montalcino e zone limitrofe tra il 22 e il 25 luglio.
Se si preferirà puntare verso nord, già da questo lunedi 20 ha inizio (ore 21) nella suggestiva Piazza delle Erbe di San Gimignano e al suono del violino di Giuliano Carmignola, la rassegna itinerante dei “Maestri Chigiani in Terra di Siena” che, poi, e sempre nella città delle torri, proseguirà stavolta col violino di Salvatore Accardo (29 luglio) prima di toccare vari altri centri della provincia.
Per chi infine scegliesse di restare in terra di “Siena Siena”, dunque in città, l’appuntamento è alle ore 21,15 di domani martedi 21 luglio, alla Chiesa di Sant’Agostino, per il secondo concerto della 78^ Estate Musicale Chigiana. Giuliano Carmignola e l’Orchestra della Toscana qui replicheranno l’incanto della serata di San Gimignano con tre concerti “a tutto basso continuo” di Franz Joseph Haydn.
Scritte fra il 1760 e il 1770, in piena maturità compositiva, le pagine che si ascolteranno in Sant’Agostino sottolineano la grazia e la freschezza, sempre fortemente ispirate, di questo autore che venne chiamato “padre” di un po’ di tutto, specie della sinfonia, nonchè precursore dello sviluppo e dell’arricchimento della musica strumentale. Concepiti in forma che potremmo definire di “sonata grossa”, i tre momenti concertistici si avvalgono dell’uso sostenuto del basso, come da tradizione barocca, che scandisce il tessuto musicale in sincronismo perfetto col gioco veloce degli accordi di base. Guarniti di punteggiature, arresti e riprese, orpelli armonici e pizzicati, questi concerti rivelano al contempo la genialità di rendere sorprendentemente semplici e melodici, beninteso all’ascolto, movimenti e variazioni eseguibili al meglio solo da archisti dotati di perizia e virtuosismo non comuni. L’uso del basso continuo – un accompagnamento ritmico che per estensione si può accostare al nostro contrabbasso – è perciò di sostegno a tutta la partitura e vive di un’idea di fondo di improvvisazione che fa pensare ad incredibili ghirigori jazzistici. O meglio, nè ad Haydn nè a Bach, maestri del genere, sarebbe mai venuto in mente che la musica del XX° secolo ne avrebbe usufruito, alla grande, sui pianoforti (a loro modo “a basso impazzito”) di Gershwin, Ives, Varèse, Cage. Ad eseguire i tre concerti, e cioè il n.1 in do maggiore, il 3 in la maggiore e il 4 in sol maggiore, tutti naturalmente per violino archi e basso continuo, il maestro e insieme solista Giuliano Carmignola che, da par suo, dirigerà i dolcissimi percorsi strumentali d’orchestra in accompagnamento alle invenzioni di Haydn. Molto sentimentali, malgrado il brio “scanzonato” della tessitura.
Carmignola, che sceglie per il barocco alternativamente i suoni di un Floreno Guidantes del 1739 o di un Baillot Stradivari datato 1732 (con dubbi certamente più eletti di quelli che noi avremmo di fronte al dilemma bianconero dei tasti di un pianoforte e di un fortepiano…), si è formato al Conservatorio di Venezia e di seguito perfezionato in Accademia Chigiana e al Conservatorio di Ginevra. Vincitore di numerosi concorsi, tra cui l’ambitissimo “Paganini” a Genova nel 1973, si dedica ad un repertorio vastissimo pescato fra le musiche del ‘700 e suona coi maggiori direttori anche collaborando, sin dagli anni più recenti, ai concerti mozartiani di Claudio Abbado. E’ docente ai corsi di perfezionamento estivi chigiani e insegna regolarmente alla Musikhochschule di Lucerna. Per ben sette anni, dal ‘78 all’85, ha tenuto una serie di lezioni-concerto presso il Teatro La Fenice di Venezia, davanti ad allievi ed alla presenza “didattica” e partecipante dello stesso pubblico. Un precedente che in certo modo richiama la straordinaria performance di sere fa, a Napoli, quando Antonio Pappano (si può dire appena lasciata Siena dopo lo splendore de “La Nona”), rivolto all’immensa platea di Piazza del Plebiscito ha diretto il “Va pensiero” praticamente al pubblico che, fornito del testo, ha cantato la familiare aria verdiana tra lo stupore di diventare protagonista e la visibile soddisfazione nel farlo. Esempi da imitare, quelli di Carmignola e Pappano. Magari qualche volta, chissà, anche in terra di Siena? Ed a proposito di queste terre grondanti di musica: altri grandi concerti, nelle sere di luglio, un po’ dappertutto e nei luoghi più belli, tra cui la sempre prescelta Abbazia di San Galgano col cartellone partito in giugno dell’Operafestival.
Ma l’Haydn suonato da Carmignola incombe stasera a San Gimignano (per informazioni 0577/940008) e domani in Sant’Agostino (segreteria chigiana al 0577/22091). Sant’Agostino, Gimignano, Galgano… Louis Armstrong si sarebbe messo in coda per esserci anche lui “quando i santi vanno in marcia” per le terre e le lune del mondo a cantare, suonare, e fare ascoltare musica…
Oh when the saints, go marching in…
SIENA. Quella naturale gli inglesi la chiamano Natural Sienna, quella bruciata è la Burnt Sienna. Per la prima, meglio solo gli acquarelli, nella seconda è più indicata la pittura ad olio. Se invece, dalle nostre parti, la “Terra di Siena” è anche pensata come luogo di musica classica, e lo è nel paesaggio debussyano di fiumi monti valli e antichi manieri che ci circondano, allora non resta che recarsi da qualche parte e mettersi all’ascolto. Andando verso sud, assisteremo ad esempio agli “Incontri in Terra di Siena”, full immersion nell’arte e la cultura dei luoghi della Val d’Orcia in sintonia con musiche di artisti internazionali, concerti e coreografie, che sarà in programma a Montalcino e zone limitrofe tra il 22 e il 25 luglio.
Se si preferirà puntare verso nord, già da questo lunedi 20 ha inizio (ore 21) nella suggestiva Piazza delle Erbe di San Gimignano e al suono del violino di Giuliano Carmignola, la rassegna itinerante dei “Maestri Chigiani in Terra di Siena” che, poi, e sempre nella città delle torri, proseguirà stavolta col violino di Salvatore Accardo (29 luglio) prima di toccare vari altri centri della provincia.
Per chi infine scegliesse di restare in terra di “Siena Siena”, dunque in città, l’appuntamento è alle ore 21,15 di domani martedi 21 luglio, alla Chiesa di Sant’Agostino, per il secondo concerto della 78^ Estate Musicale Chigiana. Giuliano Carmignola e l’Orchestra della Toscana qui replicheranno l’incanto della serata di San Gimignano con tre concerti “a tutto basso continuo” di Franz Joseph Haydn.
Scritte fra il 1760 e il 1770, in piena maturità compositiva, le pagine che si ascolteranno in Sant’Agostino sottolineano la grazia e la freschezza, sempre fortemente ispirate, di questo autore che venne chiamato “padre” di un po’ di tutto, specie della sinfonia, nonchè precursore dello sviluppo e dell’arricchimento della musica strumentale. Concepiti in forma che potremmo definire di “sonata grossa”, i tre momenti concertistici si avvalgono dell’uso sostenuto del basso, come da tradizione barocca, che scandisce il tessuto musicale in sincronismo perfetto col gioco veloce degli accordi di base. Guarniti di punteggiature, arresti e riprese, orpelli armonici e pizzicati, questi concerti rivelano al contempo la genialità di rendere sorprendentemente semplici e melodici, beninteso all’ascolto, movimenti e variazioni eseguibili al meglio solo da archisti dotati di perizia e virtuosismo non comuni. L’uso del basso continuo – un accompagnamento ritmico che per estensione si può accostare al nostro contrabbasso – è perciò di sostegno a tutta la partitura e vive di un’idea di fondo di improvvisazione che fa pensare ad incredibili ghirigori jazzistici. O meglio, nè ad Haydn nè a Bach, maestri del genere, sarebbe mai venuto in mente che la musica del XX° secolo ne avrebbe usufruito, alla grande, sui pianoforti (a loro modo “a basso impazzito”) di Gershwin, Ives, Varèse, Cage. Ad eseguire i tre concerti, e cioè il n.1 in do maggiore, il 3 in la maggiore e il 4 in sol maggiore, tutti naturalmente per violino archi e basso continuo, il maestro e insieme solista Giuliano Carmignola che, da par suo, dirigerà i dolcissimi percorsi strumentali d’orchestra in accompagnamento alle invenzioni di Haydn. Molto sentimentali, malgrado il brio “scanzonato” della tessitura.
Carmignola, che sceglie per il barocco alternativamente i suoni di un Floreno Guidantes del 1739 o di un Baillot Stradivari datato 1732 (con dubbi certamente più eletti di quelli che noi avremmo di fronte al dilemma bianconero dei tasti di un pianoforte e di un fortepiano…), si è formato al Conservatorio di Venezia e di seguito perfezionato in Accademia Chigiana e al Conservatorio di Ginevra. Vincitore di numerosi concorsi, tra cui l’ambitissimo “Paganini” a Genova nel 1973, si dedica ad un repertorio vastissimo pescato fra le musiche del ‘700 e suona coi maggiori direttori anche collaborando, sin dagli anni più recenti, ai concerti mozartiani di Claudio Abbado. E’ docente ai corsi di perfezionamento estivi chigiani e insegna regolarmente alla Musikhochschule di Lucerna. Per ben sette anni, dal ‘78 all’85, ha tenuto una serie di lezioni-concerto presso il Teatro La Fenice di Venezia, davanti ad allievi ed alla presenza “didattica” e partecipante dello stesso pubblico. Un precedente che in certo modo richiama la straordinaria performance di sere fa, a Napoli, quando Antonio Pappano (si può dire appena lasciata Siena dopo lo splendore de “La Nona”), rivolto all’immensa platea di Piazza del Plebiscito ha diretto il “Va pensiero” praticamente al pubblico che, fornito del testo, ha cantato la familiare aria verdiana tra lo stupore di diventare protagonista e la visibile soddisfazione nel farlo. Esempi da imitare, quelli di Carmignola e Pappano. Magari qualche volta, chissà, anche in terra di Siena? Ed a proposito di queste terre grondanti di musica: altri grandi concerti, nelle sere di luglio, un po’ dappertutto e nei luoghi più belli, tra cui la sempre prescelta Abbazia di San Galgano col cartellone partito in giugno dell’Operafestival.
Ma l’Haydn suonato da Carmignola incombe stasera a San Gimignano (per informazioni 0577/940008) e domani in Sant’Agostino (segreteria chigiana al 0577/22091). Sant’Agostino, Gimignano, Galgano… Louis Armstrong si sarebbe messo in coda per esserci anche lui “quando i santi vanno in marcia” per le terre e le lune del mondo a cantare, suonare, e fare ascoltare musica…
Oh when the saints, go marching in…