SIENA. Siena è una città che ha mantenuto inalterato il suo cuore medievale e questo è il motivo per il quale è un centro molto visitato e amato soprattutto dai tanti turisti stranieri che vi giungono, nonostante la globalizzazione abbia colpito forte, snaturandola fortemente.
L’esplorazione parte dalla Loggia del papa, voluta dall’influente Pio II Piccolomini nel 1462, esempio di puro Rinascimento, capolavoro di Antonio Federighi, pregevolissimo scultore e architetto del Quattrocento senese. Siamo nella parte sud di Siena. Percorrendo tutta la via di Pantaneto, ricchissima di palazzi nobiliari di varie epoche, si gira a destra per via Pagliaresi, chiamata così dal nome della potente famiglia Pagliaresi (che vi abitava nel XIV secolo) e volgarmente detta dai senesi del Cane e del Gatto in ricordo delle baruffe che si svolgevano a causa delle rivalità tra le famiglie in questo quartiere. In realtà, la famiglia dei Pagliaresi commerciò a lungo in oro e forse si deve proprio a Ildebrandino Pagliaresi (vissuto a cavallo della metà del Duecento), lo sviluppo dell’attività orafa in queste strade. Tra il Duecento e il Trecento l’arte dell’oreficeria si accrebbe enormemente e il toponimo della vicina via dell’Oro e del vicolo degli Orefici non fa che avallare tale ipotesi.
Il vicolo degli Orefici si trova piuttosto in penombra a metà di via Pagliaresi, ma entrandovi si trova un mondo senza tempo: è un vicolo lungo e sinuoso, senza via di uscita, completamente mattonato come erano le strade in epoca medievale, arricchito di piante e fiori che gli abitanti del vicolo curano con grande gioia per arricchire questo spicchio di Siena.
Due particolari da non perdere. Il primo è a metà del vicolo ed è un antico pozzo. I pozzi erano ricavati dagli smiragli, aperture verticali realizzate nel corso dello scavo delle gallerie dei bottini. Le piccole case popolari, i palazzi signorili e i conventi erano spesso dotati di questi pozzi e per il loro utilizzo gli abitanti pagavano una sorta di tassa dell’acqua alla Biccherna, ufficio finanziario dell’antico Comune di Siena.
Il vicolo degli Orefici si conclude con un andamento circolare, dove si nota la traccia di una bellissima casa-torre. Il secondo particolare è una tubatura in cotto lavorato (raro esempio a Siena), come usavano già gli Etruschi. Noi contemporanei utilizziamo altri tipi di materiali più o meno belli, ma queste eleganti e funzionali tubature sono sopravvissute sfidando il tempo per millenni.