di Paola Dei
SIENA. Di e con Alessandro Siani è nelle sale italiane il nuovo film di Alessandro Siani: Si accettano miracoli.Con Fabio De Luigi, Ana Caterina Morariu, Serena Autieri, la pellicola tanto attesa dai fan di Siani, pur nel suo garbo, mostra elementi ripetitivi che ci strappano qualche sorriso ma che non riescono mai a raggiungere l’apice della creatività ironica.
La storia è quella di Fulvio, un cinico vicecapo del personale di una grande azienda, interpretato da Siani che ha il compito di licenziare i pezzi che la ditta ritiene antiquati e non consoni alle nuove normative amministrative.A sua volta viene licenziato anche lui, come elemento di una catena che intende modernizzare tutta l’asse impiegatizia e non solo. Disperato ma non troppo Siani alias Fulvio, picchia il proprio superiore e finisce in carcere dove viene raccolto dal fratello parroco del paesino natale, interpretato da Fabio De Luigi accompagnato dalla sorella, interpretata da Serena Autieri.
Al paese Fulvio, vedendo il fratello disperato per la mancanza di fondi nella quale riversa la Chiesa e un pò annoiato dalla vita campestre, inventa un finto miracolo e trova il modo di far piangere la statua del Santo del luogo. Da quel momento il paesino è invaso da turisti e visitatori che portano lavoro ai commercianti e ravvivano l’aria smorta che si respirava fino a qualche giorno prima.
Il miracolo in qualche modo è avvenuto, grazie anche ad un gruppo di bambini che, capitanati da Fulvio escogitano le gag più esilaranti, ma al paese arriverà la Santa Sede per appurare la veridicità del Miracolo… mentre nel frattempo sboccerà una storia d’amore fra la ragazza cieca, che aiuta il parroco, e l’indomito Fulvio.La vita sana della campagna foriera e portatrice di valori semplici si contrappone ancora una volta allo squallore ed al cinismo della città facendo sbocciare anche l’amore nel cuore di Fulvio, rimasto per troppi anni ancorato ai principi del successo ad ogni costo, ma tutto sembra finire qui fra sdolcinature e citazioni a Charlot e Troisi, ben lungi peró dal raggiungere la profondità dei due Maestri.
E se mentre ne Il Principe e il Povero. precedente pellicola di Siani, la storia reggeva ed aveva una narrazione articolata, qui la fiaba sembra non avere una trama, è come se tutto scorresse da solo sfuggendo di mano all’autore mentre il Film perde di ritmo, fluidità e capacità narrativa.
Viste le attese al botteghino il film avrà comunque i suoi adepti e questo all’economia del paese non fa mai male.