di Gianni Basi
SIENA. Dopo lo strepitoso successo de “L’imbalsamatore” di Giorgio Battistelli dell’altra sera, l’Accademia Musicale Chigiana celebra domani (14 luglio), in occasione del terzo appuntamento della 66^ Settimana Musicale Senese, il suo prestigioso “Premio Internazionale”, giunto alla 26^ edizione.
L’evento, che si svolgerà alle ore 19 nella Sala del Mappamondo di Palazzo Pubblico, suggella un anno ricco di soddisfazioni per la blasonata istituzione concertistica di Siena. Da ultimo, il debutto nel restaurato Teatro dei Rinnovati del Coro nato dalla collaborazione fra il Collegium Vocale Gent e l’Accademia Chigiana, avvenuto sabato scorso nello splendido “Elias” di Mendelssohn. E grande è stato l’orgoglio dell’Accademia, in giugno, per il conseguimento del “Premio della Critica Musicale Franco Abbiati” – il più ambito nel classico – assegnato allo spettacolo operistico di marionette “Filemone e Bauci” nel corso della passata edizione della Settimana Musicale, al quale tra l’altro avemmo la fortuna di assistere.
Tornando al concerto di domani sera, ad essere premiata sarà quest’anno la giovane violinista georgiana Lisa Batiashvili che suonerà arie di Brahms e Frank accompagnata al piano dalla talentuosa pianista giapponese Yumiko Urabe. Questo duetto, che raccomandiamo per l’assoluta finezza esecutiva, è inoltre eccezionalmente offerto dall’Accademia Chigiana a 10 euro per ogni ordine di posti. Quindi sarà ancora più appetibile assistervi godendo della “Sonata n.2 in la maggiore” di Brahms, una delle sue pagine più mature per violino e pianoforte, avvincente nella cantabilità di intrecci e sviluppata in tre movimenti che culminano in un allegro-grazioso pieno di brio e di lirismo. Ad essa, seguirà la “Sonata in la maggiore” di César Frank, pezzo notissimo e sempre accolto gioiosamente per la presa immediata e i ripetuti picchi virtuosi.
La Batiashvili, formatasi nei conservatori tedeschi e fiera di essere stata insignita a Bonn del Beethoven Ring Prize, predilige la musica da camera ed è impegnata in festival internazionali e sale da concerto d’alto livello come il Concertgebouw di Amsterdam e la Wigmore Hall di Londra. Protagonista nel 2006 del Festival Mozart di New York e primo violino nel 2008 con la BBC Symphony Orchestra al londinese Barbican Centre assieme all’oboe di François Leleux, suona un prezioso Stradivari “Engleman” del 1709. La Urabe, vera artista della tastiera, dal 1998 insegna alla Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera e dal 2006 ne è docente onorario. Si accompagna di norma coi maggiori solisti, tra cui la stessa Batiashvili, nelle session concertistiche e nei più importanti festival europei, in particolare Monaco e Augsburg, condividendo con la violinista georgiana la passione per la musica e la consolidata amicizia.
Nei giorni che seguiranno l’Accademia Chigiana proporrà, in collaborazione col Petruzzelli e col maestro del teatro barese Francesco Pasqualetti, un’opera non molto conosciuta di azione teatrale in due parti: si tratta della riscoperta di un capolavoro di Franz Joseph Haydn dal titolo “L’isola disabitata”, che andrà in scena al Teatro dei Rozzi mercoledi 15 e giovedi 16 luglio alle ore 21,15. Scritta nel 1752 da un pilastro della prosa cantata quale fu Pietro Metastasio, l’opera venne successivamente musicata da Haydn con una formula che rivoluzionava il clichè sino ad allora conosciuto nel melodramma: cura particolare delle arie, più spazio al recitativo, presa più coinvolgente nell’ouverture e assoli dei cantanti caratterizzati ognuno da uno strumento ben preciso nell’apoteosi, tra giochi di luce e giochi di danze, del lieto finale. A dirigere l’Orchestra della Toscana, festeggiando nel contempo i suoi primi 12 anni di docenza chigiana, la bacchetta a dir poco eccellente del maestro Gianluigi Gelmetti. Le voci, illustri, sono quelle di Michele Angelini (Gernando), Bruno Taddia (Enrico), Irini Karajanni (Silvia) e, fresca di premi al “Gran Galà Teatro Cilea” di Reggio Calabria – dove esordì diciottenne come soprano – l’affascinante Anna Rita Taliento nel ruolo passionale di Costanza.
Ma ora diamo un’occhiata alla storia. Davvero nuova per il melodramma. In particolare nell’aderire a tempi di molto influenzati dalla corsa alle “Indie Occidentali”, tra mari impetuosi e isole che fra le nebbie c’erano o non c’erano, incubo dei naviganti prima di raggiungere le sponde americane. Ma sicuramente anche ispirati dal “Robinson Crusoe” di Defoe, romanzo in gran voga proprio in quel primo settecento. Un “Isola disabitata” piena quindi di senso d’avventura e di tempeste, con in più frotte di pirati e smarrimenti disperati. D’amore, soprattutto. Protagonisti quattro giovani che andavano a fare fortuna nelle americhe e all’improvviso, per circostanze avverse, si trovano divisi e in balìa della sorte. Vagando nella solitudine dell’isola, e solo apparentemente abbandonate, si passano il tempo alla meno peggio le belle sorelle Costanza e Silvia; alla loro ricerca, durata molte e molte lune, lo sposo di Costanza, Gernando, e il suo fraterno amico Enrico, spasimante di Silvia. Tra alberi da frutto e piccoli Eden le due donne tirano avanti imprecando nel credere di essere state lasciate e tradite dai loro uomini. Alla fine, rendendo tutti felici, le ansiose coppie si ritrovano, i malintesi vengono appianati, gli abbracci e i baci abbondano mentre si leva il canto “… Oh giorno fortunato… oh giorno di contento… andiam le vele al vento… andiamo a giubilar!”.
Un giorno che non si sa quale sia stato, ma che per questi Robinson di ventura Daniel Defoe avrebbe indubbiamente fatto cadere di Venerdì…
SIENA. Dopo lo strepitoso successo de “L’imbalsamatore” di Giorgio Battistelli dell’altra sera, l’Accademia Musicale Chigiana celebra domani (14 luglio), in occasione del terzo appuntamento della 66^ Settimana Musicale Senese, il suo prestigioso “Premio Internazionale”, giunto alla 26^ edizione.
L’evento, che si svolgerà alle ore 19 nella Sala del Mappamondo di Palazzo Pubblico, suggella un anno ricco di soddisfazioni per la blasonata istituzione concertistica di Siena. Da ultimo, il debutto nel restaurato Teatro dei Rinnovati del Coro nato dalla collaborazione fra il Collegium Vocale Gent e l’Accademia Chigiana, avvenuto sabato scorso nello splendido “Elias” di Mendelssohn. E grande è stato l’orgoglio dell’Accademia, in giugno, per il conseguimento del “Premio della Critica Musicale Franco Abbiati” – il più ambito nel classico – assegnato allo spettacolo operistico di marionette “Filemone e Bauci” nel corso della passata edizione della Settimana Musicale, al quale tra l’altro avemmo la fortuna di assistere.
Tornando al concerto di domani sera, ad essere premiata sarà quest’anno la giovane violinista georgiana Lisa Batiashvili che suonerà arie di Brahms e Frank accompagnata al piano dalla talentuosa pianista giapponese Yumiko Urabe. Questo duetto, che raccomandiamo per l’assoluta finezza esecutiva, è inoltre eccezionalmente offerto dall’Accademia Chigiana a 10 euro per ogni ordine di posti. Quindi sarà ancora più appetibile assistervi godendo della “Sonata n.2 in la maggiore” di Brahms, una delle sue pagine più mature per violino e pianoforte, avvincente nella cantabilità di intrecci e sviluppata in tre movimenti che culminano in un allegro-grazioso pieno di brio e di lirismo. Ad essa, seguirà la “Sonata in la maggiore” di César Frank, pezzo notissimo e sempre accolto gioiosamente per la presa immediata e i ripetuti picchi virtuosi.
La Batiashvili, formatasi nei conservatori tedeschi e fiera di essere stata insignita a Bonn del Beethoven Ring Prize, predilige la musica da camera ed è impegnata in festival internazionali e sale da concerto d’alto livello come il Concertgebouw di Amsterdam e la Wigmore Hall di Londra. Protagonista nel 2006 del Festival Mozart di New York e primo violino nel 2008 con la BBC Symphony Orchestra al londinese Barbican Centre assieme all’oboe di François Leleux, suona un prezioso Stradivari “Engleman” del 1709. La Urabe, vera artista della tastiera, dal 1998 insegna alla Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera e dal 2006 ne è docente onorario. Si accompagna di norma coi maggiori solisti, tra cui la stessa Batiashvili, nelle session concertistiche e nei più importanti festival europei, in particolare Monaco e Augsburg, condividendo con la violinista georgiana la passione per la musica e la consolidata amicizia.
Nei giorni che seguiranno l’Accademia Chigiana proporrà, in collaborazione col Petruzzelli e col maestro del teatro barese Francesco Pasqualetti, un’opera non molto conosciuta di azione teatrale in due parti: si tratta della riscoperta di un capolavoro di Franz Joseph Haydn dal titolo “L’isola disabitata”, che andrà in scena al Teatro dei Rozzi mercoledi 15 e giovedi 16 luglio alle ore 21,15. Scritta nel 1752 da un pilastro della prosa cantata quale fu Pietro Metastasio, l’opera venne successivamente musicata da Haydn con una formula che rivoluzionava il clichè sino ad allora conosciuto nel melodramma: cura particolare delle arie, più spazio al recitativo, presa più coinvolgente nell’ouverture e assoli dei cantanti caratterizzati ognuno da uno strumento ben preciso nell’apoteosi, tra giochi di luce e giochi di danze, del lieto finale. A dirigere l’Orchestra della Toscana, festeggiando nel contempo i suoi primi 12 anni di docenza chigiana, la bacchetta a dir poco eccellente del maestro Gianluigi Gelmetti. Le voci, illustri, sono quelle di Michele Angelini (Gernando), Bruno Taddia (Enrico), Irini Karajanni (Silvia) e, fresca di premi al “Gran Galà Teatro Cilea” di Reggio Calabria – dove esordì diciottenne come soprano – l’affascinante Anna Rita Taliento nel ruolo passionale di Costanza.
Ma ora diamo un’occhiata alla storia. Davvero nuova per il melodramma. In particolare nell’aderire a tempi di molto influenzati dalla corsa alle “Indie Occidentali”, tra mari impetuosi e isole che fra le nebbie c’erano o non c’erano, incubo dei naviganti prima di raggiungere le sponde americane. Ma sicuramente anche ispirati dal “Robinson Crusoe” di Defoe, romanzo in gran voga proprio in quel primo settecento. Un “Isola disabitata” piena quindi di senso d’avventura e di tempeste, con in più frotte di pirati e smarrimenti disperati. D’amore, soprattutto. Protagonisti quattro giovani che andavano a fare fortuna nelle americhe e all’improvviso, per circostanze avverse, si trovano divisi e in balìa della sorte. Vagando nella solitudine dell’isola, e solo apparentemente abbandonate, si passano il tempo alla meno peggio le belle sorelle Costanza e Silvia; alla loro ricerca, durata molte e molte lune, lo sposo di Costanza, Gernando, e il suo fraterno amico Enrico, spasimante di Silvia. Tra alberi da frutto e piccoli Eden le due donne tirano avanti imprecando nel credere di essere state lasciate e tradite dai loro uomini. Alla fine, rendendo tutti felici, le ansiose coppie si ritrovano, i malintesi vengono appianati, gli abbracci e i baci abbondano mentre si leva il canto “… Oh giorno fortunato… oh giorno di contento… andiam le vele al vento… andiamo a giubilar!”.
Un giorno che non si sa quale sia stato, ma che per questi Robinson di ventura Daniel Defoe avrebbe indubbiamente fatto cadere di Venerdì…