di Vito Zita
SIENA. Attualmente all’estero ci sono solamente otto scuole italiane: sono gli istituti omnicomprensivi di Addis Abeba, Asmara, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo.
La storica e prestigiosa scuola italiana statale di Asmara, fondata nel 1903 oggi conta circa 1250 alunni tra i vari ordini di scuola e attraversa un grave momento di difficoltà. Già a giugno 2019 se ne era parlato con un appello dei docenti indirizzato alla sottosegretaria agli Affari Esteri Ministra Del Re. Nonostante lo sbandieramento dei buoni propositi di ogni governo sulla necessità di incoraggiare e rafforzare la promozione della lingua e cultura italiana all’estero, mancano i fondi e si chiude.
L’ultima notizia viene dall’Associazione professionale e sindacale Anief, costituita da docenti e ricercatori in formazione, che rilascia un comunicato davvero preoccupante: il governo eritreo ha revocato la licenza a operare della scuola e l’accordo tecnico bilaterale che consente ai docenti inviati dall’Italia di potere lavorare in territorio eritreo.
Si legge nel comunicato Anief: “La scuola italiana di Asmara rappresenta una tessera fondamentale delle relazioni diplomatico/culturali tra Italia ed Eritrea. Anief è consapevole che le autorità diplomatiche italiane in Eritrea stanno provando a risolvere la questione, tuttavia il destino futuro della scuola non ancora è chiaro. La scuola italiana di Asmara opera da decenni in Eritrea, è stata sempre un importante strumento di emancipazione per le giovani generazioni italiane ed eritree. Va salvaguardato questo pezzo di storia italiana, vanno salvaguardate le cattedre e i posti di lavoro di tutto il personale scolastico italiano ed eritreo. Anief ritiene che sia necessario un intervento diretto del Ministro degli Esteri Di Maio, affinché la situazione di stallo si sblocchi e si chiariscano i fraintendimenti che stanno alla base dei provvedimenti del Governo eritreo. Vanno altresì poste le basi per un futuro lungo e sereno di questa istituzione scolastica italiana all’estero”.
“L’accordo tecnico bilaterale” che viene menzionato prevedeva l’istituzione di un organismo di gestione congiunta, composto da rappresentanti italiani ed eritrei. L’Italia però non ha mai nominato i suoi rappresentanti e dunque tale organismo non ha mai potuto avviare i suoi lavori. Il governo eritreo ha per molti anni rinnovato unilateralmente l’accordo tecnico consentendo alle scuole italiane di proseguire con i programmi di istruzione, ma i ripetuti solleciti alla nomina dei rappresentanti che potessero dar vita all’organismo congiunto di gestione non sono mai approdati a nulla. Potrebbe essere questa la causa dell’attuale, eventuale, momento di difficoltà?
Oltre a questo è necessario citare un episodio recente, ovvero la chiusura delle scuole italiane di Asmara decisa unilateralmente e senza preavviso alle autorità italiane. Tale decisione è stata presa senza consultare le autorità eritree che si sono trovate di fronte al fatto compiuto. A questo sono seguite proteste formali del governo eritreo, che ha chiesto chiarimenti al governo italiano per via diplomatica. L’episodio descritto è accaduto poco dopo la quarantena anti Covid-19, imposta dalle autorità eritree a tutte le persone di rientro dall’estero, che aveva coinvolto alcuni insegnanti delle scuole italiane, i quali, indignati, avevano protestato vigorosamente, salvo poi fare marcia indietro. Coincidenza?