di Gianni Basi
SIENA. Spettacolare. Solo così si può definire il balletto-pantomima per soprano e orchestra che occuperà il palcoscenico del Teatro dei Rozzi sia sabato 12 che domenica 13 luglio (in replica), alle classiche ore 21.15, per il quarto appuntamento della Settimana Musicale Senese. Musica, canto, mimo, un mix per occhi e orecchie che renderà davvero la notte magica come nel titolo, “Die Zaubernacht”, con la rappresentazione ideata da Kurt Weill quando, nel 1922, il celebre compositore tedesco pensò a una fatina che desse vita ai giocattoli, il sogno di tutti i bambini del mondo.
A metà fra Il soldatino di piombo e il Toy Story, la favola di Kurt Weill, quì nella versione del musicista e impresario russo Wladimir Boritsch, dà ampio spazio alle maschere di Milan Sladek, oggi il più grande emulo di quella che fu la tradizione francese dei Decroux, Barrault, e del notissimo Marcel Marceau da poco scomparso. La sua Compagnia, creata negli anni ‘60 in Slovacchia attorno al personaggio immaginario di “Kefka” (da cui l’omonimo “Teatro dei Mimi”), ha dato luogo a Colonia, nel ‘76, al primo Festival Internazionale della Pantomima. Col nuovo millennio Sladek ha diretto il Teatro Arena a Bratislava e ha concentrato l’attività della Compagnia in Germania rappresentando opere e maschere di commedie e musical di grandi autori fra cui lo stesso Kurt Weill con, sin dal 2003, “Die Zaubernacht”.
Questa favola poetica, ma anche un po’ dada e un po’ surreale, nata in Weill ispirandosi soprattutto al “mondbeglantze” tipico della tradizione tedesca, quello “stupirsi di fronte alle notti incantate dalla luna” in cui natura e spiritualità si fondono col mito e anche con l’ironia sul nostro essere “piccoli”, risente musicalmente sia delle influenze impetuose di Wagner che della formazione più solare acquisita da Busoni e Stravinsky. In qualche misura, anticipando lo stesso fondamentale incontro con Bertolt Brecht. Per esempio nelle opere analitiche popolari e di strada, nei lavori satirici e psicologici, sino al salto al jazz e ai grandi musical di Broadway che hanno fatto di Weill uno dei massimi compositori del XX° secolo.
A dirigere le due serate chigiane un conduttore illustre, il brasiliano Celso Antunes, da oltre dieci anni a questa parte attivo sulla scena europea e in particolare a Colonia dove ha intrapreso le sue collaborazioni con l’Ensemble Contrasts Köln di Michael Faust che farà da colonna sonora allo spettacolo. Antunes vanta un ampio repertorio musicale ed è uno dei maggiori esponenti del genere contemporaneo. Direttore artistico della National Chamber Choir, fondatore del Tippet Ensemble e insignito nel 2004 dell’Order of Rio Branco dal governo brasiliano, è stato di recente definito dal Belfast Telegraph “direttore d’orchestra assolutamente eccezionale”.
Michael Faust, virtuoso del flauto, si forma nelle scuole musicali di Colonia, Düsseldorf e Amburgo, poi ottiene i primi successi in Svizzera, vince il Music Awards nell’86 ed esordisce a Colonia con la Sinphonieorchester e a Roma con l’Orchestra di Santa Cecilia, affermandosi anche in America e Giappone. Alla fine degli anni ‘80 fonda l’Ensemble Contrasts Köln, una formazione di dieci baldi tedeschi tra cui spiccano le tre presenze femminili e il gran contrabbasso di Christine Hoock. Suonano di tutto e di tutte le epoche, prediligendo partiture fantasiose come il “Pierrot Lunaire” o “La Bottega dei giocattoli” e distinguendosi, già alla Triennale 2000 a Colonia, in un magistrale “Die Zaubernacht” con Celso Antunes sul podio.
Al canto, la soprano tedesca Ingrid Schmitthüsen, gran bella voce e sorriso assai dolce e aperto, repertorio vastissimo dal vocale barocco ad oggi, titoli e riconoscimenti in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone, e premi prestigiosi al Concours International di Parigi ed a quello per la “Cultura Città di Aechen”. A proposito del bel canto, ci permettiamo un piccolo suggerimento alla Chigiana. Un nome che potrebbe presto diventare familiare per il pubblico e ricercato nel mondo della lirica. Sere fa, nella popolare gara televisiva fra nuovi talenti, che penalizza gli sconfitti con un rinfrescante tuffo in piscina, si è esibita la giovane soprano Chiara Pizzoli nella difficilissima aria “Sempre Libera” da “La Traviata” di Verdi. Francamente, e non è un’esagerazione, una voce così limpida e… chiara nei gorgheggi e negli acuti l’avevamo sentita solo dalla Callas dalla Tebaldi e dalla Monserrat Caballè. Chiara Pizzoli non è finita in piscina, ma la sua vera vittoria sarà tale solo se, come tanti sconosciuti nella musica, e in ogni campo, riuscirà a calcare gli scenari che merita.