di Giulia Tacchetti
SIENA. Un inverno ricco di eventi che non ci hanno fatto volare: così potremmo sintetizzare la stagione teatrale invernale ai Rinnovati, ai Rozzi e non solo. Degli otto spettacoli della prosa nel cartellone dei Rinnovati tre hanno riscosso un particolare consenso di pubblico: “Il padre” di Florian Zeller, con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, “Father and son” di Michele Serra con Claudio Bisio (da noi condiviso in parte), “Occident Express” scritto da Stefano Massini con Ottavia Piccolo, che ha sostituito in itinere la rappresentazione di Ziegler con Asia Argento e A. Dini. Questo non vuole tradursi in un giudizio negativo nei confronti degli altri spettacoli. Riteniamo che sia per il testo messo in scena che per la capacità degli attori le rappresentazioni siano risultate abbastanza scontate, forse qualche cosa in più ci saremmo aspettati dalla regia di Serena Sinigaglia di “Nudi e Crudi” di Alan Bennet e dal “Vangelo secondo Lorenzo” di Leo Muscato.
La sezione della danza con “Catedral” di Patricia Guerrero e “Tutù” dei Chicos Mambo e la sezione “Rinnòvati Rinnovati” con “Deproducers in Botanica” e “Novilunio”, per citare alcuni spettacoli, sono state le vere protagoniste della stagione teatrale, portando una ventata di novità ed internazionalità. “Catedral”, vincitore della XIX Biennale di flamenco di Siviglia, ha proposto una versione moderna del flamenco, in cui mondo sacro e profano si fondono con la forte presenza dei suoni e delle donne che danzano. Che dire dell’ironia oltre che dell’eccezionale bravura dei ballerini in “Tutù”?
Redi Hasa e Maria Mazzotta il 19 aprile hanno chiuso contemporaneamente la sezione “Rinnòvati Rinnovati” e “Tradire” (progetto a cura di S. Jacoviello organizzato dall’Accademia Chigiana) con “Novilunio”, in cui il violoncellista albanese e la voce del Salento reinventano le tradizioni musicali delle loro terre d’origine, accompagnati dal percussionista Bijian Chemirami. Ci sono stati momenti di grande intensità per la perfetta fusione di suoni, voce, che ci hanno trasportati in mondi tanto diversi e per certi aspetti simili, dalla taranta ai suoni di un mercato di una città della Macedonia, alla Persia. Anche quest’anno la sezione “Tradire” dell’Accademia Chigiana ci ha piacevolmente sorpreso proponendo sempre qualche cosa di inedito, accanto alla tradizionale stagione concertistica. E’ importante sottolineare che sei appuntamenti su sette sono stati gratuiti; infatti in questo progetto l’Accademia Chigiana collabora con il Consorzio Chianti Classico, il Santa Chiara Lab, con il supporto dell’Unisi , riuscendo ad attirare molti giovani, tra i quali numerosi studenti che vivono a Siena
Alcuni spettacoli della sezione “Visioni contemporanee” come “La cerimonia” di Oscar De Summa non hanno raccolto il consenso del pubblico; la sera della performance si contavano circa venti persone! Conseguenza di un testo poco accattivante, perché ritenuto difficile? Di una mancata pubblicità’? Della pioggia torrenziale? Comunque, sia la recitazione che il testo sono risultati di buon livello. Quindi è inevitabile dedurre che si traduce in una scommessa l’inserimento di rappresentazioni contemporanee nel programma teatrale, a volte vincente come quella di Ottavia Piccolo, a volte no. Ma a noi piace un po’ scommettere, perché solo così usciamo dallo scontato, dal sicuro e dal noioso. Testi come “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo possono suscitare dubbi? Troppo conosciuti ed amati. Curare maggiormente l’opera significa scommettere tropo sui risultati?
Sappiamo che il teatro a Siena si mantiene prevalentemente grazie agli abbonamenti, come accade nelle altre città italiane, e che le compagnie replicano per tre giorni, ma a volte i paragoni con il cartellone presentato dai teatri congiunti di Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi e Certaldo risultano a vantaggio di questi ultimi. L’erba del vicino è sempre più verde, si potrebbe dire. Secondo noi, invece, una maggiore attenzione di ciò che propone la provincia potrebbe risultare positiva, perché, essendo questa costituita da realtà varie, è forse meno condizionata nelle scelte. Inoltre è bene tenere presente che non sempre la quantità di spettacoli, che pure ha movimentato la stagione invernale senese, si coniuga con la qualità.