Esposte 61 opere del pittore scomparso dieci anni fa
SAN GIMIGNANO. Si apre domenica (24 lugli) la mostra dedicata al pittore Alfredo Beghè presso il Palazzo della Cancelleria (via San Matteo, 22). Le 61 opere esposte, perlopiù oli e tempere su masonite o tela, saranno visitabili fino al 10 agosto (tutti i giorni con orario 11-13 e 17-23.30).La retrospettiva, intitolata Opere 1960-2001 e curata da Massimo Vezzosi, arriva a dieci anni dalla scomparsa dell’artista.
Alfredo Beghè nasce a Poggibonsi nel 1926. Si avvicina alla pittura verso i 25 anni, dopo aver seguito il padre nell’attività commerciale. Allo zio e maestro d’arte Otello Chiti chiede suggerimenti sulle tecniche pittoriche, e inizia a frequentare con sempre maggiore assiduità altri nomi della scena artistica milanese e fiorentina come Bozzolini, Falconi, Fusi, Pini che lo esortano a dedicarsi completamente a questa sua passione. Autodidatta, verrà influenzato nei temi e nei colori non solo dalla musica, studiata da piccolo, ma anche dalla letteratura europea dell’800 e del ’900. Il pittore muore nel 2001, durante l’allestimento di una mostra all’Auditorium dell’Accademia Musicale di Firenze, che sarà ultimata dalla famiglia e dagli amici. Scrive Massimo Vezzosi nel catalogo edito da Polistampa: “i dipinti di Beghè risultano permeati sia da una trasfigurata e personalizzata memoria espressionista di matrice mitteleuropea, quanto dall’accostante e partecipe semplicità di un sentire che dimostra essere assolutamente mediterraneo e che affonda le proprie radici nella solida tradizione pittorica italiana”.
Alfredo Beghè nasce a Poggibonsi nel 1926. Si avvicina alla pittura verso i 25 anni, dopo aver seguito il padre nell’attività commerciale. Allo zio e maestro d’arte Otello Chiti chiede suggerimenti sulle tecniche pittoriche, e inizia a frequentare con sempre maggiore assiduità altri nomi della scena artistica milanese e fiorentina come Bozzolini, Falconi, Fusi, Pini che lo esortano a dedicarsi completamente a questa sua passione. Autodidatta, verrà influenzato nei temi e nei colori non solo dalla musica, studiata da piccolo, ma anche dalla letteratura europea dell’800 e del ’900. Il pittore muore nel 2001, durante l’allestimento di una mostra all’Auditorium dell’Accademia Musicale di Firenze, che sarà ultimata dalla famiglia e dagli amici. Scrive Massimo Vezzosi nel catalogo edito da Polistampa: “i dipinti di Beghè risultano permeati sia da una trasfigurata e personalizzata memoria espressionista di matrice mitteleuropea, quanto dall’accostante e partecipe semplicità di un sentire che dimostra essere assolutamente mediterraneo e che affonda le proprie radici nella solida tradizione pittorica italiana”.