di Viola Caon
SIENA. “Pax globale”. È questo il titolo della conferenza tenutasi ieri sera a Palazzo Patrizi. Ad organizzarla è stato un gruppo di studenti senesi riunitosi negli ultimi mesi nell’associazione denominata “Rete generazionale”. Nata sulla scia del movimento di protesta dell’Onda formatosi lo scorso autunno per protestare contro le misure previste dalla riforma del sistema scolastico e universitario voluta dal Ministro Gelmini, questa associazione raccoglie quanti, tra i facenti parte del movimento, hanno ritenuto opportuno portare avanti un’attività non semplicemente politica, ma culturale nel senso più ampio del termine.
Rientra in quest’ottica l’iniziativa che ha avuto luogo ieri che, invitando al tavolo di discussione importanti esponenti della politica italiana e internazionale, si proponeva lo scopo di portare l’attenzione su un’area geografica tra le più problematiche degli ultimi anni: Gaza e i territori palestinesi. Per offrire una visione il più completa possibile delle condizioni della striscia di terra più tristemente nota del pianeta, gli organizzatori della serata hanno invitato ad intervenire diverse personalità: Francesco Tanganelli, studente senese che ha partecipato ad un campo estiva a Jenin nell’agosto del 2007, Patrizia Sentinelli, ex vice-Ministro degli Esteri ai tempi del governo Prodi e Ali Rashid ambasciatore in Italia della Palestina. L’assenza non prevista di quest’ultimo non sembra aver intaccato particolarmente lo svolgimento della serata, se non forse in termini di affluenza, la quale si è dimostrata una buona occasione di dibattito e di approfondimento su un tema tanto delicato.
Politica internazionale e gestione dei rapporti diplomatici nei confronti dei territori arabo-israeliani. Questo il nucleo principale di discussione degli intervenuti che hanno portato le testimonianze delle loro diverse esperienze. Molto efficace il racconto autobiografico di Francesco Tanganelli, il quale ha raccontato la propria esperienza di volontario. “La cosa che più ha sconvolto me e i miei compagni durante il campo estivo del 2007 è stata la normalità della morte e del dolore, la loro quotidianità crudele.” La normalità crudele riscontrabile nella quotidianità del ragazzo di 19 anni che gioca a pallone e va a recuperare il pallone sotto il camion dentro il quale sono morti in una sparatoria suo padre e suo fratello maggiore. È questa la realtà dei territori arabo-palestinesi che emerge dalla descrizione di Francesco che, insieme ad altri ragazzi, ha partecipato ad un campo estivo organizzato da un’associazione non governativo con lo scopo di svolgere attività ricreative per i bambini.
Interventi maggiormente orientati a dare il polso della situazione in senso più strettamente politico e diplomatico sono stati quelli dell’ex-ministro Sentinelli e di Luca San Mauro, uno studente che ha svolto una ricerca sulle poco note conferenze Durban 1 e Durban 2 per il contenimento di pratiche razziste su scala mondiale, con lo scopo di evidenziare le carenze dei processi di informazione. “Non sono qui per fare un resoconto dettagliato della questione arabo-israeliana, né per portare una testimonianza in qualità di ex funzionario del Governo. Mi interessa molto di più discutere qui stasera con voi qual è attualmente il ruolo dell’attività di volontariato a Gaza come in altre aree che si trovano nello stesso tipo di emergenza.” Apre così il suo intervento l’ex-Ministro, che ci tiene da subito a chiarire uno dei punti principali delle sue idee al riguardo: le attività di cooperazione non possono essere legate ad attività militari. “Gli interventi di volontariato devono necessariamente svolgersi su altre basi e cioè quelle delle relazioni interpersonali.” L’attività di cooperazione volontaria deve, cioè, essere intesa secondo la Sentinelli nei termini di un aiuto, da parte di civili, alla popolazione che si trova in stato di emergenza, a prescindere da qualsiasi altro fattore.
Spunti di riflessione di natura diversa sono stati in seguito offerti dalla relazione da Luca San Mauro che ha portato alcuni dati difficilmente raccolti sulle due conferenze sopra citate. “Il risultato più sconvolgente è quello di una serie di dati che hanno portato la prima delle due conferenze a definire Israele come una forma aggiornata di apartheid. Alla seconda conferenza, quella tenutasi pochi mesi fa a Ginevra, ovviamente Israele e gli Usa non hanno partecipato.” Con un riferimento alla conferenza che è assorta agli onori della cronaca mondiale esclusivamente per l’intervento di Ahmadinejad che definiva “razzista” il governo israeliano, lo studente senese ha voluto sottolineare la mancanza di trasparenza e di approfondimento nella gestione dell’informazione a livello tanto nazionale quanto internazionale.
Diverse, dunque, le angolature dalle quali i giovani della “Rete generazionale” hanno tentato di affrontare l’argomento. Ne è uscito, senza dubbio, un dibattito approfondito e appassionato; una buona occasione per portare l’attenzione su una situazione, come quella di Gaza e dei territori arabo-palestinesi, che è indiscutibilmente il cuore di tante delle questioni internazionali contemporanee. Unico neo, una scarsa affluenza che, come al solito in presenza di temi tanto scottanti, non può non lasciare da pensare.
SIENA. “Pax globale”. È questo il titolo della conferenza tenutasi ieri sera a Palazzo Patrizi. Ad organizzarla è stato un gruppo di studenti senesi riunitosi negli ultimi mesi nell’associazione denominata “Rete generazionale”. Nata sulla scia del movimento di protesta dell’Onda formatosi lo scorso autunno per protestare contro le misure previste dalla riforma del sistema scolastico e universitario voluta dal Ministro Gelmini, questa associazione raccoglie quanti, tra i facenti parte del movimento, hanno ritenuto opportuno portare avanti un’attività non semplicemente politica, ma culturale nel senso più ampio del termine.
Rientra in quest’ottica l’iniziativa che ha avuto luogo ieri che, invitando al tavolo di discussione importanti esponenti della politica italiana e internazionale, si proponeva lo scopo di portare l’attenzione su un’area geografica tra le più problematiche degli ultimi anni: Gaza e i territori palestinesi. Per offrire una visione il più completa possibile delle condizioni della striscia di terra più tristemente nota del pianeta, gli organizzatori della serata hanno invitato ad intervenire diverse personalità: Francesco Tanganelli, studente senese che ha partecipato ad un campo estiva a Jenin nell’agosto del 2007, Patrizia Sentinelli, ex vice-Ministro degli Esteri ai tempi del governo Prodi e Ali Rashid ambasciatore in Italia della Palestina. L’assenza non prevista di quest’ultimo non sembra aver intaccato particolarmente lo svolgimento della serata, se non forse in termini di affluenza, la quale si è dimostrata una buona occasione di dibattito e di approfondimento su un tema tanto delicato.
Politica internazionale e gestione dei rapporti diplomatici nei confronti dei territori arabo-israeliani. Questo il nucleo principale di discussione degli intervenuti che hanno portato le testimonianze delle loro diverse esperienze. Molto efficace il racconto autobiografico di Francesco Tanganelli, il quale ha raccontato la propria esperienza di volontario. “La cosa che più ha sconvolto me e i miei compagni durante il campo estivo del 2007 è stata la normalità della morte e del dolore, la loro quotidianità crudele.” La normalità crudele riscontrabile nella quotidianità del ragazzo di 19 anni che gioca a pallone e va a recuperare il pallone sotto il camion dentro il quale sono morti in una sparatoria suo padre e suo fratello maggiore. È questa la realtà dei territori arabo-palestinesi che emerge dalla descrizione di Francesco che, insieme ad altri ragazzi, ha partecipato ad un campo estivo organizzato da un’associazione non governativo con lo scopo di svolgere attività ricreative per i bambini.
Interventi maggiormente orientati a dare il polso della situazione in senso più strettamente politico e diplomatico sono stati quelli dell’ex-ministro Sentinelli e di Luca San Mauro, uno studente che ha svolto una ricerca sulle poco note conferenze Durban 1 e Durban 2 per il contenimento di pratiche razziste su scala mondiale, con lo scopo di evidenziare le carenze dei processi di informazione. “Non sono qui per fare un resoconto dettagliato della questione arabo-israeliana, né per portare una testimonianza in qualità di ex funzionario del Governo. Mi interessa molto di più discutere qui stasera con voi qual è attualmente il ruolo dell’attività di volontariato a Gaza come in altre aree che si trovano nello stesso tipo di emergenza.” Apre così il suo intervento l’ex-Ministro, che ci tiene da subito a chiarire uno dei punti principali delle sue idee al riguardo: le attività di cooperazione non possono essere legate ad attività militari. “Gli interventi di volontariato devono necessariamente svolgersi su altre basi e cioè quelle delle relazioni interpersonali.” L’attività di cooperazione volontaria deve, cioè, essere intesa secondo la Sentinelli nei termini di un aiuto, da parte di civili, alla popolazione che si trova in stato di emergenza, a prescindere da qualsiasi altro fattore.
Spunti di riflessione di natura diversa sono stati in seguito offerti dalla relazione da Luca San Mauro che ha portato alcuni dati difficilmente raccolti sulle due conferenze sopra citate. “Il risultato più sconvolgente è quello di una serie di dati che hanno portato la prima delle due conferenze a definire Israele come una forma aggiornata di apartheid. Alla seconda conferenza, quella tenutasi pochi mesi fa a Ginevra, ovviamente Israele e gli Usa non hanno partecipato.” Con un riferimento alla conferenza che è assorta agli onori della cronaca mondiale esclusivamente per l’intervento di Ahmadinejad che definiva “razzista” il governo israeliano, lo studente senese ha voluto sottolineare la mancanza di trasparenza e di approfondimento nella gestione dell’informazione a livello tanto nazionale quanto internazionale.
Diverse, dunque, le angolature dalle quali i giovani della “Rete generazionale” hanno tentato di affrontare l’argomento. Ne è uscito, senza dubbio, un dibattito approfondito e appassionato; una buona occasione per portare l’attenzione su una situazione, come quella di Gaza e dei territori arabo-palestinesi, che è indiscutibilmente il cuore di tante delle questioni internazionali contemporanee. Unico neo, una scarsa affluenza che, come al solito in presenza di temi tanto scottanti, non può non lasciare da pensare.