“Requiem popolare” è un progetto teatrale di Francesco Chiantese, con le musiche di Maurizio Costantini, le coreografie di Ilaria Fontana e la collaborazione dell’artista, Mauro Fastella. In scena un attore solo, un contrabbasso solo, una danzatrice sola, perché questo non è uno spettacolo ma un requiem. Si scrive un requiem quando muore qualcuno o qualcosa che ci è caro oppure per ricordare a chi ascolta che qualcosa sta morendo. Quello che ci vuole ricordare Francesco Chiantese è che oggi sta morendo quella che si può definire "partecipazione" e la vita sociale, la storia, sono vissuti, oramai, con distacco e indifferenza. “Requiem Popolare” è tale, non perché il suo linguaggio è comune e diretto, al contrario, Chiantese sceglie un linguaggio teatrale colto che ha a che fare con cose sacre, che media con esse per renderle intellegibili. E’ “popolare” perché rivolto a tutti, ma soprattutto a tutti coloro che abbiano la volontà di ascoltare.
“Oggi è necessario – afferma Francesco Chiantese – riportare alla vista di tutti, quei brandelli di storia collettiva vissuti negli anni in cui "partecipazione" era la parola d'ordine. Un paio di anni fa, a Roma, in un piccolo ristorante ho incontrato e conversato con il partigiano, Arrigo Boldrini, detto “Bulow”. Intervenne lui, a dire il vero, sentendo me e una mia collega ragionare ad alta voce sulla necessità di una nuova resistenza e su quali fossero le armi da usare oggi. Arrigo ci raccontò della paura che avevano tutti i partigiani, di quante cose col senno di poi si potrebbero considerare sbagli e su come oggi si abbia troppa paura di mitizzare quegli anni. Cosa sbagliata, a suo dire, perché occorrono modelli positivi, come quello di quegli anni, da contrapporre ai modelli negativi. Dopo la breve chiacchierata – conclude Chiantese – ci soffermammo a immaginare cosa sarebbe accaduto il giorno della morte dell'ultimo partigiano, dell'ultimo testimone di quell’epoca e prendemmo due decisioni: entrare nell’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia, n.r.d.) non appena ci fosse stato concesso e scrivere un requiem. Questo è il mio lavoro, un’azione sociale che voglio dedicare a tutti coloro che hanno vissuto la Resistenza e soprattutto ai due partigiani, Bulow e Tzigari – Giuseppe Levacovich, uno dei partigiani di etnia Rom che hanno lottato per la liberazione, nel loro caso però senza mai ottenerla realmente".
L’iniziativa è patrocinata dall’Anpi di Pienza, dall’Università degli studi di Siena, dalla Provincia di Siena e dai Comuni di Torrita di Siena, Castiglione d’Orcia e Pienza. L’ingresso è gratuito. Per maggiori informazioni è possibile telefonare al numero 339 6338565 oppure scrivere all’indirizzo di posta elettronica info@teatrourgente.it o requiem@teatrourgente.it .