Ai Rinnovati Villoresi e Sebasti duettano da padroni della scena
SIENA. Come sottrarsi al fascino di personaggi come Jekill e Hyde ? Il tema dell’identità ha sempre attratto gli scrittori, penso alle opere di Pirandello, emblematico “Uno, nessuno centomila”, ma tutto il suo teatro è pervaso dal sottile gioco tra finzione e realtà. Anche “La coscienza di Zeno” è una finzione, Svevo gioca con il lettore proprio attraverso i due mondi contrapposti del sogno e della realtà, ma l’uno rende possibile l’altro, si guardano continuamente e non si amano, come scrive Calvino In “Valdrada”, ne “Le città invisibili”. Dallo scrittore sudamericano Mario Vargas Llosa (premio Nobel 2010) viene riproposto l’argomento partendo dal tema attuale dell’omosessualità, attraverso la pièce teatrale “Appuntamento a Londra”, tradotta da Ernesto Franco, con Pamela Villoresi e David Sebasti, regia di Maurizio Panici. In scena appaiono per tutto il tempo della rappresentazione, un’ora e mezza circa, un uomo ed una donna. Due uomini sono i personaggi di partenza,che, legati dai ricordi di una vita passata, la rivivono e la reinterpretano. Uno appare realizzato, ha fatto molti soldi, sicuro di sé e felice; in una pausa di lavoro incontra il suo passato da cui viene sopraffatto, mettendo in moto le sue fantasie più segrete. L’altro incarna di volta in volta le proiezioni fantastiche dell’amico. Scrittura quella di Vargas Llosa onirica, visionaria, sfonda la realtà e pone il tema dell’identità sessuale, che sfugge. Il punto di vista dello scrittore è ironico, spinge ad andare oltre il visibile, verso altre esistenze, osservando come noi ci poniamo di fronte alla vita, alle molteplici vite nascoste. La difficoltà da parte del regista e degli attori di dare corpo alla scrittura ha spinto alla realizzazione di uno spettacolo che ha più piani di lettura, dove manca un finale, come aperta è la vita che noi viviamo. Non c’è una verità, ce ne sono mille, ognuno di noi ne coglie una. Abbiamo una varietà infinita di possibilità, ma noi abbiamo paura di “forzare gli argini” morali e culturali, mentre Vargas Llosa lo fa.
In scena Pamela Villoresi , insieme al bravo David Sebasti, inizia una rapida partita di ping pong, producendo sul pubblico una scossa che lo fa riflettere. Sogno e desiderio diventano i veri padroni della scena. L’affiatamento tra i due, diretti con abilità dal regista Maurizio Panici, fa sì che Pamela Villoresi possa interpretare più storie contemporaneamente, il tema delle vite parallele, diventando di volta in volta anche un personaggio immaginato da un uomo. Per rendere i vari piani della narrazione più credibile al pubblico, lo spazio ed il tempo, la regia si è avvalsa di immagini proiettate sulla scena,ma anche dei costumi di Lucia Mariani e delle scene di Francesco Ghisu; le musiche sono di Germano Mazzocchetti. Il pubblico presente, anche se non particolarmente numeroso, a fine spettacolo applaude ripetutamente gli attori, mostrando un alto gradimento.