L'appuntamento prende spunto dal libro dedicato al lavoro della regista scritto dal giornalista Franco Vigni
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SIENA. “Una due giorni dedicata al cinema di Francesca Archibugi: un modo significativo – ha detto l’assessore alla Cultura Marcello Flores d’Arcais – per raccontare l’Italia contemporanea, un aspetto, oggi, non molto considerato dagli scrittori”.
Un’occasione per conoscere la regista che sarà a Siena la sera di venerdì (5 novembre).
Questione di sguardo, Retrospettiva sul cinema di Francesca Archibugi è il titolo dell’iniziativa presentata questa mattina (28 ottobre) dall’assessore in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Berlinghieri insieme a Franco Vigni, autore, senese, del libro “Questione di sguardo” (edizioni aSKa), dedicato al lavoro della regista.
L’iniziativa, che si svolgerà il 4 e 5 novembre prossimi, al Cinema Nuovo Pendola (via S. Quirico n. 13) prevede, per il primo giorno la proiezione, alle ore 18,30 del film “Mignon è partita” (1984), riproposto, poi, alle 22,30. Interpreti: Stefania Sandrelli, Michelin Presle, Leonardo Ruta, Massimo Dapporto. Alle ore 20,30 il cortometraggio “L’unico paese al mondo” del 1994 e, due ore dopo, “Il grande cocomero” del ’92, con Anna Galiena, Sergio Castellitto, Alessia Fugardi e Victor Cavallo.
Venerdì 5 alle ore 18 sarà proiettato “Con gli occhi chiusi” (1994). Interpreti: Marco Messeri, Stefania Sandrelli, Laura Betti, Angela Melina. Alle 21 presentazione del libro di Franco Vigni “Questione di sguardo”. Insieme all’autore la regista Francesca Archibugi, l’assessore Flores e Roberto Barzanti.
Terminerà la serata la proiezione di “Domani” (2000) con Ornella Muti, Valerio Mastrandrea, Ilaria Occhini e Marco Baliani.
Le pellicole sono state tutte date in ‘prestito culturale’ al Comune di Siena dalla Cineteca nazionale del Centro sperimentale di Cinematografia di Roma.
Vigni, giornalista e critico cinematografico, vincitore del Premio “Filippo Sacchi” e scrittore di numerose opere, sempre dedicate alla cinematografia, attratto dalla produzione dell’Archibugi le ha dedicato un libro perché – come ha detto – “è riuscita a costruire una propria cifra stilistica e poetica percorsa da un fil rouge che unisce tutti i suoi film”. Racconta storie di vita. Le problematiche dei bambini, degli adolescenti, ma anche quelle degli adulti che non riescono a vivere la loro età.
Per lei fare un film è come scrivere un romanzo. Un romanzo di luci. E’ una questione di sguardo e di cuore, una “dimensione sensibile e delicata, entro la quale riesce a mantenere un giusto equilibrio tra il dramma e la commedia”.
Nella pubblicazione di Vigni gli interventi di Paolo Virzì e Walter Veltroni, e, soprattutto, una presentazione, quasi intima, che l’autore riesce a fare di Francesca Archibugi, per poi andare ad analizzare, da esperto quale è, la sua produzione cinematografica. Uno studio, il suo, in grado di rendere visibili aspetti che non sempre lo spettatore riesce a cogliere. Superfici dense, ingenuamente trascurate. Indispensabili, però, per leggere la complessità dei personaggi all’interno del contesto, più ampio, della storia rappresentata.
Per questo lo sguardo della macchina da presa non svela solo la trama, ma, anche, il volere dell’occhio, il sentire della regista. L’interpretazione e la riproposizione di una realtà sfaccettata, che assume aspetti e consistenze diverse, a seconda di chi la guarda.
Il libro di Franco Vigni Questione di sguardo. Il cinema di Francesca Archibugi è, da oggi, in vendita nelle librerie.