La compagnia
SAN GIMIGNANO. Quattro donne di San Gimignano faranno parte di uno spettacolo di danza contemporanea di Virgilio Sieni, in scena dal 28 al 31 agosto a Marsiglia. Un’azione coreografica nata a San Gimignano in seno ad un progetto della Compagnia Virgilio Sieni in collaborazione con la locale Compagnia Giardino Chiuso.
Le quattro performer sono Patrizia Boldrini, Graziella Giapponesi, Rosanna Ricotta e Chiaradele Tancredi, che hanno preso il volo per la Francia nei giorni scorsi, al fine di essere a Marsiglia per le prove necessarie alla realizzazione della rappresentazione. Insieme a loro sono presenti anche Tuccio Guicciardini e Patrizia De Bari, direttori artistici di Giardino Chiuso.
La performance delle quattro interpreti sangimignanesi (che non sono professionisti del settore, ma semplici cittadini prestati ad un originale ed inedito laboratorio artistico) fa parte del progetto Tre Agorà che raccoglie a Marsiglia le numerose esperienze sorte negli ultimi anni in diverse città europee (tra cui San Gimignano) all’interno del poliedrico percorso Arte del gesto nel Mediterraneo.
Sarà davvero un’esperienza straordinaria. La loro azione coreografica si ispira al senso della visitazione, del far visita all’altro per annunziare e ricevere notizie. L’essere tesi fisicamente verso questo gesto, conduce nella costruzione di una partitura composta da tattilità, sguardi e attese. Attraverso un’abitudine alla lentezza, il quartetto di donne traccia una costellazione raccolta di gesti, a indicare la strada della sospensione e dell’incontro. Assistente al progetto Irene Stracciati.
A Marsiglia – porta della Francia su tutti i Sud, porta di tutti i Sud sulla Francia – tale addensarsi di situazioni sceniche sedimentate in un quadriennio (ognuna elaborata in un preciso contesto mediterraneo) trova una sua fusione, un suo mescolamento in diverse ‘agorà’ all’interno delle quali le rammemorazioni, le visitazioni, gli incontri destati nei singoli laboratori vengono rivissuti.
Di tutto questo Marsiglia non è mera spettatrice, non è passivo contenitore di una pluralità di azioni sceniche. È essa stessa – la città con il suo corpo – a farsi meta-agorà, parte viva del progetto. Lungo una linea geometrica che dal porto e dal Panier va al Palais Carli, la città-madre si fa corpo che accoglie l’azione scenica e interagisce con essa, facendosi contaminare nelle sue diverse anime urbanistiche e architettoniche.
Dalla stessa Marsiglia a Modena, da Bari a Siena, da Firenze a Barcellona, da San Gimignano a Santarcangelo, da Udine a Taranto, a tanti altri luoghi del ‘mare di mezzo’, con l’Accademia sull’arte del gesto Virgilio Sieni ha inteso non solo recuperare l’origine e la trasmissione del movimento, la genesi dei gesti, l’archeologia della memoria dei corpi, ma creare nuove situazioni d’incontro tra esseri umani delle più disparate provenienze – sottrarli alla condizione, in fondo per noi ordinaria, di monadi isolate – per generare, attraverso un nuovo incontro, il lavoro in coppia, il reciproco riconoscersi all’interno dello stesso progetto teatrale, quasi una nuova, errante comunità aperta.