Lo spettacolo verrà proposto domani (21 marzo) e domenica (22 marzo) nel terzo appuntamento della rassegna Nel nome di, promossa dall’associazione culturale TeatrO2 nelle sale di Via Fontebranda 95 a Siena (zona Sienartefice).
A portare in scena il testo la compagnia Enact Teatro in collaborazione con il gruppo teatrale Stranomiscuglio, la regia e l’interpretazione sono di Luca Brancato e di Marinella Debernardi.
Il testo, scritto nel 1962, è uno tra i più significativi del drammaturgo inglese, una delle figure di intellettuale contemporaneo più impegnate a livello civile. L’oggetto della narrazione è la difficile convivenza tra due coniugi e gli stratagemmi messi in atto per ravvivare un rapporto oppresso dalle convenzioni matrimoniali. Partendo dal particolare, Pinter allarga lo sguardo sull'incomunicabilità della coppia borghese e sulle sue ipocrisie.
“Le parole sono veicoli di significato – si legge nelle note di regia – fra due o più interlocutori e lo sono ancora di più se usate come grandi sacche capaci di contenere sentimenti, intenzioni, passato e presente, e alla fine anche il futuro. Non è rilevante che questi elementi compaiano insieme, in ordine, tutti o in parte, ciò che conta è che ogni parola abbia il suo spazio e che cresca fino a far arrivare la sua crudeltà, la sua minaccia, la sua falsa decenza fino al più lontano spettatore”.
La regia di Luca Brancato (che interpreta Richard) e di Marinella Debernardi (che interpreta Sara) è un viaggio nell'inconscio e in quella zona di transizione in cui quest’ultimo sfiora il consapevole, la realtà concreta che si vuole e che si crede di saper gestire perfettamente attraverso abili giochi di parole e sottintesi. Ma fra il detto e il non detto, fra l’esplicito e il pensiero, il reale e il desiderio si mescolano e, confondendosi l’uno nell’altro, sfuggono alle pretenziose definizioni della vita di coppia. Dove stanno la sincerità e la realtà dei sentimenti nella coppia di Pinter?
Dove non c'è volontà di definire i contorni, che siano della vita reale o dei desideri.
L’ispirato gioco di contrasti e parallelismi tra le verità e le finzioni dei due personaggi è riprodotto dalla gestualità precisa e densa degli interpreti ed è trasferito nel contrasto bianco/nero dei vestiti che danno una sensazione quasi di allucinazione. L’intensità dell’interpretazione mista a una buona dose di freddezza, sbatte in faccia allo spettatore la complessità delle relazioni di coppia senza false verità, lasciando la sconcertante consapevolezza dell’incapacità di ognuno di cogliere la vera pienezza e la vera ricchezza delle parole e dei silenzi di chi ci vive accanto.
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