Pillole di storia senese nei ricordi di Pier Paolo Fiorenzani

di Pier Paolo Fiorenzani
SIENA. Nella seconda metà del secolo scorso e per almeno un ventennio, a Siena si confrontarono soprattutto due settimanali in carta patinata, di autentico livello giornalistico, culturale, grafico e con ricca foliazione: “Siena Cronache” (ufficioso della D.C., direttore responsabile Raimondo Zalaffi, amministratore Carlo Rosa e fra i tanti collaboratori Enzo Balocchi, Roberto Franchi, Paolo Maccherini, Bruno Bruni, Marco Bacchini, Federigo Sani, Glauco Lamioni, Gian Mario Carpi, Roberto Rosa, Carlo Cenni, Martino Bardotti, Pier Paolo Fiorenzani, Bruno Del Zanna, Guido Sani, Viola Panichi Zalaffi e Maria Dal Pra col marito Pier Giorgio Ponticelli), nascerà nel 1968, mesi prima della campagna per quelle elezioni politiche, che videro il ritorno di un deputato democristiano a Roma, il direttore didattico Martino Bardotti. Gli succedette alla Segreteria Provinciale della DC Luigi Romboli. Nuove Cronache riecheggiava il titolo del periodico nazionale della corrente fanfaniana (Nuove Cronache) e veniva stampato in via delle Terme, nella Tipografia dell’Ancora dei Fratelli Piccinelli.
Poco prima, nel 1967 vedeva la luce il settimanale dirimpettaio ufficioso comunista ‘Nuovo Corriere Senese’, che, a sua volta, ricordava il quotidiano del colligiano Romano Bilenchi stampato a Firenze dal 1945 al 1956. NCS era diretto da Carlo Fini, poi da Enrico Zanchi, Maurizio Boldrini, Daniele Magrini, con una covata di studenti-giornalisti fra i quali Duccio Balestracci, Gabriella Piccinni, (in seguito, diventeranno direttori responsabili) Maria Luisa Meoni, Pino Di Blasio, Laura Vigni, Attilio Lolini, ma anche personaggi come Roberto Barzanti, Augusto Mazzini, Vasco Calonaci, Vincenzo Coli, Fabrizio Calabrese, Luciano Mencaraglia e Aurelio Ciacci, Erias Belardi Merlo, Renzo Corsi,
Augusto Mattioli, Erasmo d’Angelis. Quest’ultimo divenuto funzionario della Regione Toscana, lo ritroveremo dirigente Nazionale della Protezione Civile ai tempi del Governo di Matteo Renzi. Maurizio Boldrini sarà addetto stampa nella Segreteria di Enrico Berliguer e successivamente diventerà responsanbile della comunicazione nell’Università di Siena, chiamatovi dal rettore Luigi Barlinguer.
Entrambi i settimanali erano molto ricchi di fatti e avvenimenti cittadini e, da quelli che ne prestavano il fianco, filtrava palese propaganda politica di parte.
Più tardi tornò in edicola anche “La Martinella”, storica testata socialista del pre-fascismo e, nell’immediato dopo guerra, diretta da Gino Gazzei primo sindaco di Radicondoli. Nella nuova veste anni ’70, fu Direttore Renzo Giannella, ex assessore comunista ai Lavori pubblici e Urbanistica di Siena, espulso dal PCI per lo “scandalo” del garage Bardini, ovvero dell’inserimento nel pendio iniziale della valle di Follonica – e perciò ‘verde intoccabile’ – dovuto al geniale architetto Lorenzo Borgogni.
Da vecchio corrispondente de “L’Unità”, Giannella riprese a scrivere nello storico e non patinato“Campo di Siena”di Mario Celli con lo pseudonimo N. Gennai. Giannella dopo diversi anni, approdò in via del Casato di Sotto, al PSI ormai in fase rampante. A “la Martinella” collaborava già Stefano Bisi. Poi Bisi e Sonia Maggi dettero vita al “Corriere di Siena” dell’editore Leonetto Mosca.