SOVICILLE. Finalmente è stata colmata una grave lacuna culturale che persisteva da 400 anni: è stato questo il commento a margine della presentazione del libro di Banca Cras “La chiesa di Santa Maria in Provenzano”, il primo volume sulla storia ed il patrimonio artistico ed architettonico della chiesa fatta erigere dal Granduca Ferdinando I. L’idea iniziale, come ha spiegato uno dei promotori l’architetto Marco Brogogni che ha progettato e seguito i lavori di restauro della chiesa, era nata con l’intento di stampare un opuscolo in occasione dell’intervento, ma il frutto della ricerca d’archivio non fu altro che qualche scarno documento.Da qui la necessità di realizzare un lavoro organico ed esaustivo che ha richiesto necessariamente la collaborazione di numerosi professionisti e ricercatori del settore: ecco perciò la completezza di questo volume che prende le mosse della leggenda del soldato spagnolo che (confermata da uno studio della Soprintendenza per i beni storici e artistici) che sparò un colpo di fucile alla volta della piccola statua in terracotta della Vergine e dei miracoli a questa attribuiti che ne fecero scaturire un culto popolare convinto e profondo. Di seguito l’edificazione della chiesa a ridosso della casetta dei miracoli dove era collocato il simulacro della Vergine, passando dalle vicende che la portarono a divenire Collegiata, alle donazioni e agli arredi sacri che la resero un vero e proprio scrigno di tesori dell’arte nel corso di quattro secoli. Una chiesa che è al tempo stesso testimone e protagonista della storia cittadina come emerge anche dal saggio sul rapporto della Collegiata con le contrade e il palio.“Un libro utile a tutta la città” ha commentato l’assessore del Comune di Siena Silvia Lazzeroni, “un’importante iniziativa editoriale” hanno sottolineato il rettore del Magistrato delle contrade Roberto Martinelli e il vicario del vescovo Mons. Giovanni Soldani che ha auspicato un’ulteriore presentazione del volume aperta a tutti i senesi da fare, perché no, dentro la chiesa stessa.
Il professor Carlo Cresti, incaricato di conservazione dei beni architettonici museali dell’ Università di Firenze ha spiegato invece il segreto dell’armonia della chiesa di Provenzano auspicando ulteriori approfondimenti sulle similitudini con altre opere architettoniche presenti in toscana. Il dovere di approfondire e tramandare è stata invece la chiave di lettura offerta dal soprintendente ai beni storici e artistici Gabriele Borghini, il quale ha posto l’attenzione sull’esigenza di scavare in profondità per offrire una conoscenza profonda e completa.