I turisti provenienti da tutto il mondo dimostrano di apprezzare l’iniziativa culturale Con le mostre di grafica degli anni ’70 e ’80 rese popolare Pienza a livello nazionale
PIENZA. Provengono da tutto il mondo i visitatori della mostra “Aleardo Paolucci. Tra Pienza, Siena e Roma, sulle tracce di Pio II”, in corso a Pienza, nelle sale del Museo della Città – Conservatorio San Carlo Borromeo. A testimoniarlo è il libro delle firme, che abbonda di espressioni di ammirazione verso le opere e verso Pienza, la Val d’Orcia e la Toscana e che porta riferimenti europei (in maggioranza, Germania, Francia, Olanda, Belgio), ma anche extra, soprattutto del continente americano. È il segno dell’internazionalità dei viaggiatori che convergono verso queste aree, trovando anche proposte di alto livello culturale.
E il fenomeno del turismo è in qualche modo legato alla figura di Paolucci. “Negli ’70 e ’80, in particolare, – fa notare Fabio Pellegrini, amico di vecchia data dell’artista e componente del Comitato scientifico della mostra – Aleardo fece conoscere ed apprezzare Pienza ai più importanti artisti italiani (Manzù, Guttuso, De Chirico, solo per citarne alcuni) che partecipavano all’annuale mostra di grafica italiana da lui ideata e organizzata. Ma ebbe anche il merito di proiettare Pienza nell’universo dell’informazione e della conoscenza nazionale, al di fuori della cerchia degli appassionati di arte. Così, mentre l’iniziativa aveva una ricaduta positiva sui giovani pientini e sulla loro formazione culturale, la città richiamava un pubblico qualificato e appassionato sempre più ampio. Possiamo dunque essere grati a Paolucci – afferma Pellegrini – per aver messo le basi del turismo attuale”.
Nel primo mese di apertura al pubblico, limitata ai fine settimana, sono già alcune centinaia le persone che hanno ammirato le 54 opere pittoriche e grafiche che l’artista pientino Aleardo Paolucci (1927-2013) dedicò nel 2005 al concittadino Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), eletto Papa, come Pio II, nel 1458, e autore della trasformazione, a metà del ‘400, del piccolo centro rurale di Corsignano in quella che oggi è universalmente conosciuta come Pienza.
La mostra, che nasce da un progetto di Enki Produzioni e che è organizzata dalla Pro Loco di Pienza su incarico del Comune, intende celebrare non solo l’artista ma anche la persona che forse meglio di chiunque altro ha saputo interpretare l’impronta che Enea Silvio Piccolomini aveva voluto dare a questa piccola città, dando seguito ad un messaggio culturale di armonia, di bellezza, di pace sociale, iniziato con l’Umanesimo e che non si è mai esaurito.
“Da sempre mio padre aveva un’ammirazione smisurata verso Pio II e, come tutti i pientini, nutriva verso di lui un senso di gratitudine per quello che ci aveva regalato” racconta Enrico Paolucci, figlio di Aleardo, artista a sua volta. “Aveva già 76 anni quando iniziò a realizzare questo ciclo – prosegue Enrico – e in due anni lo portò a termine: di Pio II aveva letto i Commentarii, aveva tutto in mente, ne aveva studiata la vita e immaginata la fanciullezza. Alla fine, Aleardo fu molto soddisfatto del suo lavoro (esposto nel 2005, per appena un mese, n.d.r.); i pezzi sono rimasti nel suo studio, non penso che si sarebbe immaginato una cosa del genere: se potesse in qualche modo vederci, sarebbe strafelice”.
“Aleardo era dotato di capacità narrativa e senso della poesia” sottolinea ancora Pellegrini. “Queste qualità gli consentirono di intraprendere una specie di viaggio nella vita di Pio II che aveva anche un carattere epico per la città natìa, che li accomunava. La raccolta ora in mostra è stata la sua grande opera, si può dire che la sua vita fu coronata da questo lavoro”.
La mostra rimarrà aperta fino al 3 novembre 2024, dal giovedì al lunedì compresi, con orario 11.00 – 18.00; l’ingresso è gratuito. Per informazioni: prolocopienza@gmail.com