SIENA. Si è tenuta ieri (26 giugno) nella sala Sant’Ansano del Santa Maria della Scala la presentazione del libro di Emo Bonifazi Toscana racconta, edito dalla Protagon Editori Toscani.
Sotto gli occhi di un folto pubblico, fra cui erano presenti personalità di spicco come il neoeletto presidente della Provincia Simone Bezzini, hanno parlato del volume i relatori Maurizio Boldrini, Alessandro Orlandini e Franco Ceccuzzi. Ad aprire l’evento è stato l’intervento di Maurizio Boldrini, autore della post-prefazione di questa raccolta, che ha elogiato l’opera di Bonifazi perché non cade nella banalità del solito libro che parla della solita storia, ma al suo interno si ritrova una grande sensibilità, dove tenerezza, melanconia, affetto e rispetto di sé e degli altri tracciano le linee delle vicende narrate dall’autore che si limita solo a una ricostruzione della memoria collettiva condivisa, senza mai giudicare.
Storie d’amore e racconti delle campagne sono i protagonisti di questo libro, dove i paesaggi della nostra terra Toscana fanno da sfondo e dove erano ancora vivi quei valori di un’Italia oggi perduta, soprattutto per quello che riguarda la politica che dovrebbe preservare e far ritornare alla luce quei valori descritti da Bonifazi. “Non è un libro di storia, ma di memoria e invenzione, fantasia, eppure la storia emerge, trasuda dai vari racconti” ha detto Alessando Orlandini, presidente dell’Asmos, che ha anche ricordato una delle storie narrate da Emo Bonifazi, testimonianza del fatto che gli italiani durante il periodo della resistenza non facevano parte della così detta “zona grigia”, ma anzi scelsero di schierarsi con i partigiani. Franco Ceccuzzi parlando del libro si è detto entusiasta di aver ritrovato fra questi scritti il senso del movimento operaio e contadino senese, la dimensione del noi e la responsabilità dell’io. Dopo aver letto alcuni passi salienti del volume, Franco Ceccuzzi ha lasciato la parola all’autore che ha concluso l’evento dicendo: “Non c’è niente di più importante dei nostri amici e compagni”. Frase che è una delle sfaccettature più evidenti del volume.
Sotto gli occhi di un folto pubblico, fra cui erano presenti personalità di spicco come il neoeletto presidente della Provincia Simone Bezzini, hanno parlato del volume i relatori Maurizio Boldrini, Alessandro Orlandini e Franco Ceccuzzi. Ad aprire l’evento è stato l’intervento di Maurizio Boldrini, autore della post-prefazione di questa raccolta, che ha elogiato l’opera di Bonifazi perché non cade nella banalità del solito libro che parla della solita storia, ma al suo interno si ritrova una grande sensibilità, dove tenerezza, melanconia, affetto e rispetto di sé e degli altri tracciano le linee delle vicende narrate dall’autore che si limita solo a una ricostruzione della memoria collettiva condivisa, senza mai giudicare.
Storie d’amore e racconti delle campagne sono i protagonisti di questo libro, dove i paesaggi della nostra terra Toscana fanno da sfondo e dove erano ancora vivi quei valori di un’Italia oggi perduta, soprattutto per quello che riguarda la politica che dovrebbe preservare e far ritornare alla luce quei valori descritti da Bonifazi. “Non è un libro di storia, ma di memoria e invenzione, fantasia, eppure la storia emerge, trasuda dai vari racconti” ha detto Alessando Orlandini, presidente dell’Asmos, che ha anche ricordato una delle storie narrate da Emo Bonifazi, testimonianza del fatto che gli italiani durante il periodo della resistenza non facevano parte della così detta “zona grigia”, ma anzi scelsero di schierarsi con i partigiani. Franco Ceccuzzi parlando del libro si è detto entusiasta di aver ritrovato fra questi scritti il senso del movimento operaio e contadino senese, la dimensione del noi e la responsabilità dell’io. Dopo aver letto alcuni passi salienti del volume, Franco Ceccuzzi ha lasciato la parola all’autore che ha concluso l’evento dicendo: “Non c’è niente di più importante dei nostri amici e compagni”. Frase che è una delle sfaccettature più evidenti del volume.