L'occasione il convegno della Fondazione Chiantibanca
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MONTERIGGIONI. Cento per cento: se si dovesse indicare quanto la mezzadria ha contribuito a modellare la provincia senese, si dovrebbe indicare un valore del 100 per cento. Le condizioni che regolavano i rapporti tra proprietari e contadini hanno influenzato l’organizzazione e l’economia delle nostre campagne. Un aspetto di cui ChiantiBanca, per il suo legame con il territorio, è consapevole, ha detto il presidente Claudio Corsi al convegno della Fondazione ChiantiBanca Monteriggioni in occasione della presentazione del volume “La mezzadria nelle terre di Siena e Grosseto”, di Mario Ascheri e Alessandro Dani.
“Nei programmi della Fondazione ChiantiBanca Monteriggioni, altre iniziative per analizzare i fenomeni del passato, che hanno influenzato l’attuale assetto”. Occasione l’incontro per un confronto fra ieri e oggi, con Andrea Pannocchieschi d’Elci che, erede di una dinastia legata alla nostra agricoltura, è un imprenditore dei nostri tempi, presidente AgriEnergia Confagricoltura. Nelcomune di Radicondoli la sua famiglia possiede mille ettari, dove alla mezzadria si è sostituito l’agriturismo e dove Andrea ha realizzato il più grande impianto fotovoltaico privato della provincia. Un investimento stimolato dalla convinzione, ha spiegato, “che l’imprenditoria della terra deve essere sostenibile. L’agricoltura è in crisi, non si potrebbero sostenere i costi aziendali senza compensare con l’energia. L’impianto è un volano che aiuta l’economia e aumenta il reddito: assicurerà lavoro ad oltre dieci persone di Radicondoli oggi disoccupate”.
La mezzadria nella provincia senese, secondo Mario Ascheri, “ha influenzato società e cultura. Politicamente, la dissoluzione della mezzadria ha alimentato le forze della sinistra generando la provincia più rossa”. Oggi, ha commentato Alessadro Dani, il paesaggio senese deve molto alla mezzadria quando, anche nelle terre vicine alla città, non sempre fertili, la buona condizione socio-economica di tanti cittadini fu garantita dalla mezzadria”.
La mezzadria, secondo i dati del primo censimento dell’agricoltura, interessava il 50 per cento della superficie agricola. La situazione, con l’attuazione della riforma agraria, si modificò nel decennio successivo quando la mezzadria scese al 19% della superficie agricola e la conduzione diretta del coltivatore diventò la forma di conduzione prevalente. La grande svolta nelle campagne senesi, negli anni ottanta dello scorso secolo con la cessazione dei contratti a mezzadria. Per poi arrivare ai giorni più recenti quando nelle campagne senesi le quasi 15.000 aziende hanno impiegato oltre 3 milioni di ore di manodopera. La mezzadria
continua a condizionare l’assetto aziendale perché nelle 14359 aziende, erano impiegati 37961 familiari o parenti, 9054 soggetti extrafamiliari. Anche il concetto di città nei nostri territori assume una connotazione, per Vinicio Serino antropologo. La popolazione non si spostò solo nei capoluoghi di provincia. Industrializzazione diffusa e campagna urbanizzata divennero i termini per descrivere questo modello di crescita economica; città e campagna moltiplicarono i loro legami”.
La mezzadria nella provincia senese, secondo Mario Ascheri, “ha influenzato società e cultura. Politicamente, la dissoluzione della mezzadria ha alimentato le forze della sinistra generando la provincia più rossa”. Oggi, ha commentato Alessadro Dani, il paesaggio senese deve molto alla mezzadria quando, anche nelle terre vicine alla città, non sempre fertili, la buona condizione socio-economica di tanti cittadini fu garantita dalla mezzadria”.
La mezzadria, secondo i dati del primo censimento dell’agricoltura, interessava il 50 per cento della superficie agricola. La situazione, con l’attuazione della riforma agraria, si modificò nel decennio successivo quando la mezzadria scese al 19% della superficie agricola e la conduzione diretta del coltivatore diventò la forma di conduzione prevalente. La grande svolta nelle campagne senesi, negli anni ottanta dello scorso secolo con la cessazione dei contratti a mezzadria. Per poi arrivare ai giorni più recenti quando nelle campagne senesi le quasi 15.000 aziende hanno impiegato oltre 3 milioni di ore di manodopera. La mezzadria
continua a condizionare l’assetto aziendale perché nelle 14359 aziende, erano impiegati 37961 familiari o parenti, 9054 soggetti extrafamiliari. Anche il concetto di città nei nostri territori assume una connotazione, per Vinicio Serino antropologo. La popolazione non si spostò solo nei capoluoghi di provincia. Industrializzazione diffusa e campagna urbanizzata divennero i termini per descrivere questo modello di crescita economica; città e campagna moltiplicarono i loro legami”.