Si tratta della scultura di Mariano d’Agnolo Romanelli
SIENA. È stata presentata stamani 17 maggio, nella sala del Cenacolo della Pinacoteca Nazionale, l’importante opera di scultura del tardo Trecento di Mariano d’Agnolo Romanelli. Si tratta di una testa frammentaria in legno policromo (h. cm 31,5), che un tempo era verosimilmente parte della figura di una Vergine Annunciata.
L’opera è ricomparsa nel recente passato alla Mostra dell’Antiquariato di Assisi, allestita nella primavera del 2023 al centro fiere di Bastia Umbra, dove è stata riconosciuta presso lo stand di B&Facchini Antique Gallerie da Gabriele Fattorini (professore associato di Storia dell’arte moderna, Università di Firenze) insieme con Alessandro Delpriori (ricercatore di Storia dell’arte moderna, Università di Camerino).
A giudicare dallo stile e dalle dimensioni, è possibile che la testa sia da mettere in relazione con un gruppo di Annunciazione di cui, finora, si conosceva soltanto l’arcangelo Gabriele del Musée Jacquemart-André di Parigi, come propone Fattorini, che ha segnalato la scultura alla Pinacoteca.
Nel programma di acquisizioni, il museo ha deciso di rafforzare la presenza della scultura, soprattutto nella declinazione prettamente senese, come quella dipinta del Trecento e del Quattrocento. La Pinacoteca conserva già dei capolavori di Domenico di Niccolò dei Cori, Francesco di Valdambrino e Jacopo della Quercia, mentre non possedeva nessuna opera della fine del Trecento e di questo grande maestro senese. La scultura sarà posizionata nella sala del Trecento, accanto al dipinto della Natività della Vergine di Paolo di Giovanni Fei.
“La decisione di comprare una scultura che rappresenta la sola testa dell’intera figura può sembrare discutibile – afferma il Direttore Axel Hémery – però le opere ancora complete di quest’epoca sono rarissime e dopo un restauro esemplare da Elena Pinzauti, l’opera è stata ripristinata nella sua freschezza e adesso sembra viva”.
Gabriele Fattorini, Approfondimento sull’opera e sull’autore
Orafo e scultore attivo nell’ultimo quarto del Trecento, Mariano d’Agnolo Romanelli fu certamente uno dei protagonisti dell’arte senese dei suoi tempi, come dimostra il ruolo chiave giocato nel cantiere della Cappella di Piazza del Campo, per il quale scolpì in marmo le figure dei Santi Pietro, Giovanni Evangelista, Tommaso, Giacomo Maggiore e Minore. Egli fu inoltre un notevolissimo intagliatore in legno, come testimoniano le testiere del coro del Duomo di Siena e sculture policrome del calibro della Madonna col Bambino in San Francesco a Lucignano in Valdichiana e dell’Annunciazione del Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino. Un dettaglio della bellissima Vergine di quest’ultimo gruppo seppe peraltro conquistarsi la copertina del catalogo della mostra sulla Scultura dipinta allestita nella Pinacoteca di Siena nel 1987, e curata da Alessandro Bagnoli e Roberto Bartalini, in cui le figure lignee di Mariano d’Agnolo delle quali si è detto eccellevano indubbiamente per qualità.
La testa in questione è vicinissima a quella delle Madonne di Lucignano e Castelfiorentino, rappresentando dunque un’ennesima e inedita opera di questo raro maestro, che andrà ad arricchire la collezione di scultura della Pinacoteca Nazionale di Siena, col merito di ricordare anche il valore della mostra sulla Scultura dipinta del 1987, che su tali argomenti seppe davvero fare scuola.