di Annalisa Coppolaro
MURLO. Entrare al Circolo Arci di Vescovado non è, in questi giorni, una esperienza comune. Tutto grazie a quelle immagini che illuminano le pareti di un locale dove la gente si ritrova, beve, parla, gioca a carte.
L’idea di una mostra fotografica in un circolo non è certo nuova, ma la qualità delle foto esposte pone questa esperienza su un gradino più alto. Soprattutto perchè le ha scattate Göran Söderberg dal 1968 al 2008.
‘’Fare una mostra qui …perché qui ho scattato molte foto negli anni, e perchè qui alcuni dei protagonisti delle immagini si ritrovano ancora e possono guardarle e parlarne, ecco perchè qui e non in un museo’’, commenta il fotografo e architetto svedese nella sua recentissima visita in paese.
Arrivato a Murlo per la prima volta nel 67, poco dopo l’inizio degli scavi etruschi a Poggio Civitate – quegli stessi scavi che Ranuccio Bianchi Bandinelli incoraggiò a suo tempo dopo aver intuito la presenza di un importantissimo insediamento etrusco – Göran Giorgio Söderberg capì subito che questo angolo di Toscana non era un luogo comune. Così tirò fuori la sua macchina e , per il resto dei suoi soggiorni a Murlo, decise di immortalare in immagini spesso in bianconero. E continua a farlo ogni volta che viene qui. Quasi ogni anno.
‘’Quando sono arrivato la prima volta ero un ventenne e sono rimasto colpito dalla vita di questo posto, dalla bellezza dei luoghi e della gente, dalla cortesia con cui mi hanno accolto. La sensazione continua’’, ci dice, scattando altre foto.
Tra le immagini, tante ritraggono gli scavi di Poggio Civitate, la gente locale che vi ha lavorato , i primi archeologi americani che iniziarono una tradizione ancora viva, le vacanze studio per scoprire altri frammenti dell’insediamento che si sviluppò intorno a 2700 anni fa sulla fertile collina di Poggio Civitate. Le foto di archeologi, docenti, ricercatori, del prof. K. M. Phillips, per molti anni direttore degli scavi, degli operai locali che furono chiamati a lavorare qui all’ inizio dell’avventura etrusca di Murlo, le immagini dell’allora sindaco Maurizio Morviducci, dello stesso fotografo, di persone come Armida Ferri, oggi 99 anni, ‘’la cuoca degli scavi’’ sono molte di più di quelle esposte.
‘’Molte si trovano negli archivi degli scavi in Svizzera, chissà se un giorno non ripeteremo la mostra aggiungendo altre foto trovate là. Mi piacerebbe molto’’ , dice Göran, ormai per tutti Giorgio, in un italiano invidiabile.
Oltre gli scavi, Söderberg, in Gente di Murlo, ci trasmette la trasformazione di questi paesi, soprattutto Murlo e Vescovado, che negli anni sono divenute mete turistiche grazie al museo etrusco, alle strutture ricettive, ad un restauro del castello di Murlo eseguito secondo il gusto di 20 anni fa, che comunque ha mantenuto molte delle caratteristiche originali del bel centro medievale. Il Murlo che si vede nelle foto di Giorgio è quello di prima dei restauri, quello dei sassi per strada, della gente seduta a parlare, delle estati calde , dei temporali d’agosto. Un paese che, tornato a nuova vita, oggi ospita purtroppo molta meno gente e per alcune settimane all’anno torna protagonista della scena senese con la sua Settimana Musicale a fine luglio, con la sua Festa medievale a fine maggio. Quello che si ammira nelle foto al Circolo Arci, messe insieme grazie al lavoro di Goran insieme a Emilia Muzzi, per anni direttrice del Museo , e a Ingrid Edlund Berry, archeologa, è un paese di trenta, quaranta anni fa, certo più povero, per niente turistico, ma denso di vibrazioni e di semplice poesia. Come quella di uno dei temporali che Göran racconta nei suoi scatti, o della ragazzina che gioca con un legno nella via ciottolosa, contro il profilo dei muri di sassi dove ancora i restauri non erano arrivati.
“Sono onorato che Armida Ferri abbia deciso di mettere piede per la prima volta in tutta la sua vita nel Circolo Arci per vedere la mia mostra – ride Söderberg – Una delle emozioni di questa iniziativa”.
“Gente di Murlo” rimane aperta giorno e notte, all'Arci di Vescovado, fino al 30 giugno.
MURLO. Entrare al Circolo Arci di Vescovado non è, in questi giorni, una esperienza comune. Tutto grazie a quelle immagini che illuminano le pareti di un locale dove la gente si ritrova, beve, parla, gioca a carte.
L’idea di una mostra fotografica in un circolo non è certo nuova, ma la qualità delle foto esposte pone questa esperienza su un gradino più alto. Soprattutto perchè le ha scattate Göran Söderberg dal 1968 al 2008.
‘’Fare una mostra qui …perché qui ho scattato molte foto negli anni, e perchè qui alcuni dei protagonisti delle immagini si ritrovano ancora e possono guardarle e parlarne, ecco perchè qui e non in un museo’’, commenta il fotografo e architetto svedese nella sua recentissima visita in paese.
Arrivato a Murlo per la prima volta nel 67, poco dopo l’inizio degli scavi etruschi a Poggio Civitate – quegli stessi scavi che Ranuccio Bianchi Bandinelli incoraggiò a suo tempo dopo aver intuito la presenza di un importantissimo insediamento etrusco – Göran Giorgio Söderberg capì subito che questo angolo di Toscana non era un luogo comune. Così tirò fuori la sua macchina e , per il resto dei suoi soggiorni a Murlo, decise di immortalare in immagini spesso in bianconero. E continua a farlo ogni volta che viene qui. Quasi ogni anno.
‘’Quando sono arrivato la prima volta ero un ventenne e sono rimasto colpito dalla vita di questo posto, dalla bellezza dei luoghi e della gente, dalla cortesia con cui mi hanno accolto. La sensazione continua’’, ci dice, scattando altre foto.
Tra le immagini, tante ritraggono gli scavi di Poggio Civitate, la gente locale che vi ha lavorato , i primi archeologi americani che iniziarono una tradizione ancora viva, le vacanze studio per scoprire altri frammenti dell’insediamento che si sviluppò intorno a 2700 anni fa sulla fertile collina di Poggio Civitate. Le foto di archeologi, docenti, ricercatori, del prof. K. M. Phillips, per molti anni direttore degli scavi, degli operai locali che furono chiamati a lavorare qui all’ inizio dell’avventura etrusca di Murlo, le immagini dell’allora sindaco Maurizio Morviducci, dello stesso fotografo, di persone come Armida Ferri, oggi 99 anni, ‘’la cuoca degli scavi’’ sono molte di più di quelle esposte.
‘’Molte si trovano negli archivi degli scavi in Svizzera, chissà se un giorno non ripeteremo la mostra aggiungendo altre foto trovate là. Mi piacerebbe molto’’ , dice Göran, ormai per tutti Giorgio, in un italiano invidiabile.
Oltre gli scavi, Söderberg, in Gente di Murlo, ci trasmette la trasformazione di questi paesi, soprattutto Murlo e Vescovado, che negli anni sono divenute mete turistiche grazie al museo etrusco, alle strutture ricettive, ad un restauro del castello di Murlo eseguito secondo il gusto di 20 anni fa, che comunque ha mantenuto molte delle caratteristiche originali del bel centro medievale. Il Murlo che si vede nelle foto di Giorgio è quello di prima dei restauri, quello dei sassi per strada, della gente seduta a parlare, delle estati calde , dei temporali d’agosto. Un paese che, tornato a nuova vita, oggi ospita purtroppo molta meno gente e per alcune settimane all’anno torna protagonista della scena senese con la sua Settimana Musicale a fine luglio, con la sua Festa medievale a fine maggio. Quello che si ammira nelle foto al Circolo Arci, messe insieme grazie al lavoro di Goran insieme a Emilia Muzzi, per anni direttrice del Museo , e a Ingrid Edlund Berry, archeologa, è un paese di trenta, quaranta anni fa, certo più povero, per niente turistico, ma denso di vibrazioni e di semplice poesia. Come quella di uno dei temporali che Göran racconta nei suoi scatti, o della ragazzina che gioca con un legno nella via ciottolosa, contro il profilo dei muri di sassi dove ancora i restauri non erano arrivati.
“Sono onorato che Armida Ferri abbia deciso di mettere piede per la prima volta in tutta la sua vita nel Circolo Arci per vedere la mia mostra – ride Söderberg – Una delle emozioni di questa iniziativa”.
“Gente di Murlo” rimane aperta giorno e notte, all'Arci di Vescovado, fino al 30 giugno.