Già 5mila visitatori per Lacer/azioni

di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Oltre cinquemila visitatori, un interesse ed un’attenzione crescenti, una copertura mediatica che ha coinvolto stampa e web: queste le motivazioni che hanno eccezionalmente spinto alla proroga, fino al 15 gennaio 2013, di “Colori di un’Apocalisse”, la mostra di Roberto Alborghetti aperta il 6 ottobre scorso nell’antica e suggestiva Rocca Aldobrandesca (sec. XIII) sul Monte Amiata.
Quello che già qualcuno ha definito il “caso artistico” di quest’ultimo scorcio dell’anno, si è sviluppato grazie al tam-tam della rete (quasi 70 mila i frequentatori del blog di Alborghetti, con pagine sui principali social networks, YouTube compreso, con oltre 13 mila downloads) ed al coinvolgimento del pubblico giovanile. Sono stati oltre mille gli studenti che in queste settimane si sono alternati nelle sale del suggestivo maniero, avvicinando non senza stupore e curiosità, il provocatorio linguaggio artistico di Roberto Alborghetti, giornalista professionista e scrittore, il quale da anni ha l’hobby di documentare con le immagini la “decomposizione dei manifesti pubblicitari”, come reca lo stesso sottotitolo della mostra al castello amiatino. Ma in visita sono giunti anche reporters e bloggers stranieri (che hanno poi scritto sui propri siti) e delegazioni di gruppi delle università della terza età. Voluta e promossa dal Comune di Piancastagnaio, Osa Onlus e Pro Loco, con il patrocinio della Provincia di Siena, “Colori di un’Apocalisse” ha suscitato un interesse per certi aspetti inatteso, nato e cresciuto al di fuori del solito “giro” degli addetti ai lavori e svincolato dalle logiche correnti che governano la fruizione dell’espressione artistica.
Alborghetti presenta, in un percorso ascensionale suddiviso in sette sale, una quarantina di opere – definite “lacer/azioni” – che rappresentano il senso della sua ricerca artistica, basata sull’osservazione e sulla riproduzione di quella che è una delle tante “apocalissi” dei nostri tempi, ossia la decomposizione dei manifesti pubblicitari e dei “segni” sui muri e lungo le strade di paesi, città e metropoli. Come evidenziato dall’ esposizione alla Rocca Aldobrandesca, egli entra con il suo sguardo nella grande babele di colori e parole decomposti, lacerati e degradati (dal tempo, dall’ambiente e dall’uomo) per coglierne l’energia cromatica, ridando vita e ragione a ciò che è considerato, a tutti gli effetti, un rifiuto od un elemento disturbante (per l’occhio e per il panorama urbano).
La storica Rocca di Piancastagnaio, con il suo impagabile scenario che evoca i passaggi del tempo, si offre come spazio ideale per esaltare il contrastante linguaggio dei colori e delle forme delle “lacer/azioni”. In mostra anche tre singolari sciarpe di pura seta che Alborghetti ha realizzato in edizione limitata in collaborazione con il noto textile designer Bruno Boggia, che ha lavorato con i più celebri stilisti di moda internazionali. La settima sala è invece dedicata ad una singolare serie di collages creati con centinaia di piccoli frammenti di manifesti pubblicitari lasciati altrimenti a decomporsi per terra.
Nelle festività natalizie ci sarà un motivo in più per visitare “Colori di un’Apocalisse”. Nelle sale a pianterreno della Rocca sarà infatti allestito dalla Pro Loco il tradizionale presepe, punto focale di un itinerario presepistico che coinvolge da decenni Piancastagnaio, dove nelle abitazioni le famiglie allestiscono veri presepi d’autore.