Un artista che sceglie, in questo momento storico, la strada della contestazione

SIENA. E’ in corso presso la Sala Rosa dell’Università di Siena la mostra pittorica di Adriano Maraldi intitolata “Pensieri colorati”.
Il titolo è tratto da una delle opere che fa parte di un corpus più vasto, eseguite nel 2011 ed esposte nell’ultima mostra tenutasi nell’aprile 2012 nell’atrio d’Onore della Provincia e nel Loggiato dei Priori del Comune di Arezzo.
Scrive la curatrice della mostra: “Instancabile e perseverante nell’affrontare ancora una volta il tema della comunicazione, Maraldi osserva muto e solitario, come spettatore defraudato della sua dignità di essere umano, l’agonia di una classe corrotta e capricciosa; si rifugia nella fedeltà di una natura incontaminata, indicata nel repentino guizzare e sgusciare dei pesci, questi ultimi simboli e metafore per eccellenza di una società confusa, disorientata e ormai in declino.
Maraldi è un artigiano e ricercatore della materia come lui stesso si definisce, che nonostante una lunga carriera alle spalle, sceglie in questo momento difficile, la strada della contestazione, indicando in primis il criterio subdolo di fare arte, amareggiato da una collettività in cui le categorie artigianali sono risucchiate nell’oblio più profondo, dove troppo spesso la cultura è la non cultura e i pochi artisti rimasti, ingiustamente scelgono obbligati la via del compromesso. Maraldi vive di arte e della sua esperienza e attraverso un gesto quasi estremo, sceglie di affidare il suo messaggio di speranza alle coppie di Giganti in cerca di colore raffigurati nelle sue tele. Per l’artista in fondo la società può ancora riscattarsi, ma occorre l’aiuto di esperti Gladiatori della nuova generazione che, se pur rigidi e impassibili, sono all’ascolto di un cambiamento ed è per questo che hanno gli sguardi lontani e un’impostazione cristallizzata. Se di terre impastate e colori acrilici sono fatte le tele, ad affresco, smalti e plexiglas sono i libri incisi, nei quali l’artista affida la piacevolezza e il disincanto sublime del gesto, nello sfogliare le pagine, custodi di memorie lontane”.
L’esposizione fa parte del ciclo “7 sull’altare”, e sarà visitabile a ingresso libero fino al 30 gennaio prossimo, negli orari di apertura della Sala Rosa.
Per info: Sala Rosa: Piazzetta Silvio Gigli, 1, Tel. 0577-232928, e mail salarosa@unisi.it, http://salarosa.sba.unisi.it.
Il titolo è tratto da una delle opere che fa parte di un corpus più vasto, eseguite nel 2011 ed esposte nell’ultima mostra tenutasi nell’aprile 2012 nell’atrio d’Onore della Provincia e nel Loggiato dei Priori del Comune di Arezzo.
Scrive la curatrice della mostra: “Instancabile e perseverante nell’affrontare ancora una volta il tema della comunicazione, Maraldi osserva muto e solitario, come spettatore defraudato della sua dignità di essere umano, l’agonia di una classe corrotta e capricciosa; si rifugia nella fedeltà di una natura incontaminata, indicata nel repentino guizzare e sgusciare dei pesci, questi ultimi simboli e metafore per eccellenza di una società confusa, disorientata e ormai in declino.
Maraldi è un artigiano e ricercatore della materia come lui stesso si definisce, che nonostante una lunga carriera alle spalle, sceglie in questo momento difficile, la strada della contestazione, indicando in primis il criterio subdolo di fare arte, amareggiato da una collettività in cui le categorie artigianali sono risucchiate nell’oblio più profondo, dove troppo spesso la cultura è la non cultura e i pochi artisti rimasti, ingiustamente scelgono obbligati la via del compromesso. Maraldi vive di arte e della sua esperienza e attraverso un gesto quasi estremo, sceglie di affidare il suo messaggio di speranza alle coppie di Giganti in cerca di colore raffigurati nelle sue tele. Per l’artista in fondo la società può ancora riscattarsi, ma occorre l’aiuto di esperti Gladiatori della nuova generazione che, se pur rigidi e impassibili, sono all’ascolto di un cambiamento ed è per questo che hanno gli sguardi lontani e un’impostazione cristallizzata. Se di terre impastate e colori acrilici sono fatte le tele, ad affresco, smalti e plexiglas sono i libri incisi, nei quali l’artista affida la piacevolezza e il disincanto sublime del gesto, nello sfogliare le pagine, custodi di memorie lontane”.
L’esposizione fa parte del ciclo “7 sull’altare”, e sarà visitabile a ingresso libero fino al 30 gennaio prossimo, negli orari di apertura della Sala Rosa.
Per info: Sala Rosa: Piazzetta Silvio Gigli, 1, Tel. 0577-232928, e mail salarosa@unisi.it, http://salarosa.sba.unisi.it.