L'appuntamento, che rientra nelle iniziative giubilari, si terrà il 10 febbraio alla presenza del card. Augusto Paolo Lojudice e del presidente della Fondazione D.R. Barnabei, Mario Marazziti

SIENA. Lunedì 10 febbraio 2025, alle ore 17, nel salone d’onore del Palazzo Arcivescovile di Siena, in piazza Duomo, 4, nell’ambito delle iniziative giubilari dell’arcidiocesi, si terrà l’evento “PENA E SPERANZA, La vita in carcere, le riforme necessarie”, promossa dalla Fondazione Derek Rocco Barnabei in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di focalizzare l’attenzione sulle tante criticità che coinvolgono le persone che scontano una pena all’interno del carcere ed anche a sostegno della moratoria e dell’abolizione della pena di morte. Un tema di grande attualità soprattutto in vista del prossimo Giubileo dei detenuti che si terrà a dicembre di quest’anno.
Intervengono: il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val D’Elsa-Montalcino; Anna Carli, presidente della Fondazione D. R. Barnabei; Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio; Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti per la Regione Toscana.
“Papa Francesco – spiega il card. Lojudice – ha voluto aprire una porta santa all’interno di un carcere indicando a tutti la strada da percorrere per trasformare i luoghi di detenzione in <<laboratori>> dove coltivare la speranza. Per questo abbiamo deciso, con la Fondazione Barnabei, di iniziare un percorso che ci porterà a vivere a dicembre il Giubileo dei detenuti”.
“Un primo momento di riflessione, quello del 10 febbraio – aggiunge il cardinale – per rimettere al centro l’uomo e i suoi inalienabili diritti anche dietro le sbarre. Per tale occasione verrà anche istituito un comitato organizzatore che dovrà definire contenuti e modalità per lo svolgimento dell’evento di dicembre”.
“La Fondazione Derek Rocco Barnabei – dice la presidente Anna Carli – fu costituita dalle Istituzioni senesi per dare seguito al testamento morale di questo giovane italo-americano la cui esecuzione della condanna a morte non fu scongiurata nonostante una campagna internazionale a suo sostegno, per la quale Siena si impegnò a fondo anche per i legami che la famiglia di origine aveva avuto con la nostra Città. La Fondazione, oltre a sostenere la moratoria e l’abolizione della pena di morte, è impegnata per il riconoscimento di tutti i diritti umani e per la dignità delle persone che scontano una pena all’interno del carcere”.
“Il Giubileo dei Detenuti e la collaborazione con l’Arcidiocesi – conclude la Presidente della Fondazione – sono opportunità di riflessione e di impegno per tutti noi, credenti e non credenti, che hanno a cuore la dignità della persona e il rispetto delle finalità previste dalla nostra Costituzione per la pena detentiva. La perdita della libertà deve essere accompagnata da una condizione di vita attenta alle potenzialità e alle fragilità della personalità del detenuto o della detenuta, e quindi umanamente rispettosa e tale da dare nuovo senso al futuro e da scongiurare scelte personali drammatiche e irreversibili”.