Scontri di sogni per il film di Rondon, introspezione nel thriller di Corbijn

di Paola Dei
SIENA. E’ in sala il film di Mariana Rondon con Samuel Lange Zambrano, Samantha Castillo, Beto Benites, Nelly Ramos, Maria Emilia Sulbara. Pelo Malo ovvero Cattivi capelli è lo scontrarsi dei sogni e delle speranze di bambini che cercano di farsi fotografare con i simboli dei loro divi e delle loro speranze, in mezzo ad una realtà intrisa di relazioni difficili e complesse.
Junior è un bambino di nove anni che vive con un fratello più piccolo e una madre vedova, i suoi capelli, neri come quelli del padre di pelle scura, ucciso dai colpi di una pistola, sono gomitoli di sogni, sono simbolo di una appartenenza ad una etnia meticcia, sono traiettorie imprevedibili nel tentativo dirompente di farsi amare da quella madre con la quale ha una relazione difficile e complicata che amareggiata dalla vita, mal sopporta la superficialità del figlio che desidera capelli lisci come un cantante da lui molto ammirato. La regista ci fa assaporare il disagio emotivo che disorienta in alcune scene anche chi osserva in mezzo ad atmosfere violente che si innescano nei dialoghi di due bambini, nei gesti di una madre e si mescolano ai sogni di chi ha un’età di bambino.
Costruito sugli sguardi il film ci mostra un mondo dove le relazioni appaiono crude ed essenziali mentre i bambini osservano i genitori, i genitori osservano i figli, gli adulti osservano il mondo, i bambini osservano i loro idoli e la regista osserva una relazione senza pruderie e orpelli intrisi di sentimentalismo con un montaggio che va oltre la fenomenologia del sentimentalismo dalla quale Mariana prende le distanze. Una storia che fa riflettere sull’interiorità di chi spesso ci vive accanto e che non riusciamo a comprendere fin quando, davanti ad uno specchio, la verità dirompe ed irrompe mostrando mondi inaspettati.
La spia
Philip Seymour Hoffman vive ancora nell’ultima memorabile interpretazione nel film La Spia di Anton Corbijn con Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Daniel Brūhl, tratti dal romanzo di John Le Carrè.
Dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre, Issa Karpov, un ingenuo russo-ceceno, arriva al Porto di Amburgo per recuperare il denaro che il padre, criminale di guerra di pochi scrupoli, ha accumulato. I servizi segreti e americani si mobilitano per scoprire se Issa è, come il padre, uno spietato terrorista o se è un innocente trovatisi, suo malgrado, dentro un gioco che non gli appartiene.
Tocca a Günther Bachmann, ormai assorbito dal vizio dell’alcool, scoprire se il ragazzo è innocente. Un riscatto per Gūnther che ha vissuto sulla pelle gli effetti di un pesante fallimento. Nel suo lavoro lo accompagna un agente americano, con cui sembra lentamente nascere qualcosa che va oltre il rapporto professionale. Nella sua determinazione a non far accusare ingiustamente chi è innocente, si impegna in ogni modo per aiutare Issa, ma purtroppo i suoi sforzi non portano ai risultati sperati e Bachmann si troverà a scontrarsi bruscamente con l’agente americano di Robin Wright e l’avvocato sociale di Rachel McAdams. Costruito in maniera classica, sorretto da una narrazione impeccabile e con la splendida interpretazione di Hoffman nei panni di Gūnther Bachmann, che svolge bene il suo lavoro senza troppe passioni o entusiasmi lontano dagli agenti segreti stile 007 con fascino e charme, il film è una storia di introversione che porta alla luce le ossessioni dei dilemmi morali e l’ingerenza degli americani negli affari mondiali.
Un thriller impeccabile che preferisce l’introspezione all’azione, che privilegia la riflessione e il gioco intellettuale mentre Hoffman, da grande attore qual’è sempre stato, esce di scena e ci saluta per sempre salendo su una Mercedes.
Un thriller impeccabile che preferisce l’introspezione all’azione, che privilegia la riflessione e il gioco intellettuale mentre Hoffman, da grande attore qual’è sempre stato, esce di scena e ci saluta per sempre salendo su una Mercedes.