Viaggiando sui fili dei ricordi e della memoria, porto all’interno di un vecchio albergo di paese abbandonato le storie sospese della mia generazione, quella dei grandi ideali degli anni Settanta
SIENA. Venerdi 28 gennaio 2022 presso il negozio MOHSEN in via Pantaneto 128/130 Siena, si inaugura la nuova mostra fotografica di Patrizia Mori . La mostra, intitolata “Albergo Trento” , durerà fino al venerdì 18 febbraio 2022.
Inaugurazione: Venerdi 28 gennaio 2021 ore 19:30 . Vi aspettiamo numerosi come sempre.
Ovviamentesi chiede a tutti di rispettare le normative vigenti anti Covid.
Introduzione alla mostra “ALBERGO TRENTO”
La fotografia cristallizza nella nostra memoria un momento che non sarà più ripetibile: è l’illusione di poter fermare il tempo, ripeterlo all’infinito e renderlo percorribile a ritroso, concedendo alla nostra memoria di rivivere nuovamente, con gli occhi dell’oggi, fatti e persone, sensazioni e moti dell’animo. Come se avessimo una possibilità per ripensare alle nostre scelte e alle cose accadute e poter imparare da esse. Tutto è inevitabilmente verità e passaggio e osservare il mondo in cui siamo immersi ci mostra il processo che ha portato la realtà ad essere quella che è. Viaggiando sui fili dei ricordi e della memoria, porto all’interno di un vecchio albergo di paese abbandonato le storie sospese della mia generazione, quella dei grandi ideali degli anni Settanta. Le passioni, le attese e le aspettative svanite, degradate come gli oggetti che abitano questo luogo ormai dimenticato. Come affermava Roland Barthes in “La camera chiara” la fotografia è sovversiva quando porta a pensare, non quando sconvolge e in Albergo Trento emerge questo aspetto riflessivo e dunque sovversivo, che ancora smuove l’animo di chi osserva in modo consapevole e porta ad interrogarsi nuovamente sul futuro. In una visione al tempo stesso concreta e immateriale, i personaggi ritraggono le storie solitarie e ormai incomunicabili di quel declino interiore, che si riflette nell’ambiente. Tasselli ammantati di malinconia di un “Grande Freddo” che ha cambiato ogni cosa.