Risate quasi alle lacrime con il comico milanese
di Giulia Tacchetti
Delirio organizzato, teatro estremo: così definisce Paolo Rossi il suo spettacolo, presentato in forma di prova aperta con dibattito e happening, “L’amore è un cane blu. La conquista dell’est”, con musiche di Emanuele Dell’Aquila. In un’ora e mezzo di rappresentazione il pubblico per lo più giovane e numeroso ride fino alle lacrime, che si potrebbero tramutare in lacrime di dolore tanto la verità tragica ed opprimente dei nostri tempi è lì sotto gli occhi di tutti.
Le prime battute dichiarano subito il tema della serata, la crisi soprattutto morale che ha investito il nostro paese e la nostra vita, facendo scomparire gli ideali e gli affetti più profondi. Paolo Rossi inizia con una serie di spassose poesie dedicate ai politici, per poi passare ad altre storie esilaranti come quella del cane, che abbandona il suo padrone in quanto non lo sopporta più e l’uomo disperato ancora lo aspetta, non si sa se per amore o perché lo vuole uccidere. La storia del gabbiano innamorato della gabbianella, che pensa solo a mangiare e disdegna la richiesta d’amore, si intreccia con quella dissacrante di un uomo che si perde sulle montagne del Carso e dialoga con Dio, che gli parla attraverso un sasso e con una divagazione sul valore delle bugie.
Apparentemente la narrazione è priva di una coerenza logica, lo conferma anche il titolo dello spettacolo e la stessa musica con le citazioni di melodie russe. Il richiamo al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett è immediato. Ma viene in mente anche il migliore cabaret milanese di Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Paolo Rossi cita spesso i due narrando episodi, forse inventati, considerata la tipologia dello spettacolo che in questo momento è un canovaccio, un disegno che assumerà caratteri definitivi alla prima nazionale a Reggio Emilia al Teatro Ariosto il 23 novembre. Il pubblico appare completamente a suo agio durante la rappresentazione, sia perché chiamato in causa dalle domande dell’attore, che così tasta l’attenzione, sia per le musiche coinvolgenti composte ed eseguite dal vivo da Dell’Aquila, che suona la chitarra, accompagnato da una eccezionale fisarmonica. Sebbene l’improvvisazione giuochi un ruolo fondamentale, lo spettacolo riesce nel suo intento comunicativo; alla fine il pubblico giunge a comprendere anche il significato del cane blu e della conquista dell’est: il disorientamento tragico dell’uomo, ma anche la speranza comica di una rinascita. un augurio a Paolo Rossi di riuscire a passare dall’improvvisazione al testo scritto con altrettanta maestria, per adire alle alte sfere del teatro umoristico.