Intervista al regista e attore che racconta lo spettacolo "Orazio"
CHIUSI. Due settimane importanti per la Fondazione Orizzonti d’Arte quelle che hanno visto, fra gennaio e febbraio, il teatro Mascagni ospitare Paolo Mazzarelli con il suo “ORAZIO” di cui ne è drammaturgo, regista e attore.
Dopo la chiusura di 11 mesi del Mascagni le ripartenze sono state molteplici fra le attività di formazione, la stagione teatrale e le residenze artistiche.
Paolo Mazzarelli regista e attore. E’ la sua prima volta a Chiusi? Qual è l’importanza e cosa rappresenta per un artista avere a disposizione un teatro dove poter creare il proprio lavoro?
“Sì, per me è stata la prima volta e spero vivamente ci possa essere un’ulteriore occasione, perché abbiamo passato giorni bellissimi in un teatro completamente a nostra disposizione.
Aver avuto un teatro a noi dedicato è stato ovviamente un grande aiuto. Più giorni di lavoro in teatro vuol dire più cura, più tempo, maggiori chances di arrivare ad un risultato di valore. Inoltre io amo molto la condizione della residenza artistica, che permette alla compagnia di cementarsi, passando insieme non solo le ore di prova in palcoscenico ma anche il tempo libero, quello dello svago, e non solo… tutte circostanze che aiutano molto la nascita di uno spettacolo”.
Ci parli di come nasce questo spettacolo Orazio e di quando e come potremmo rivederlo, magari a Chiusi dove di fatto lo avete creato?
“Lo spettacolo viene da lontano. Il testo è di almeno tre anni fa, ma poi nel tempo è cambiato tanto, arrivando solo recentemente alla forma attuale. Alla base c’è il mio desiderio di incontrare la generazione di chi oggi ha tra i 20 e 30 anni. Ho provato a pensare per loro, a scrivere per loro, a stare in scena con loro. Inizialmente partendo dall’Amleto (che ha per protagonisti ragazzi di quell’età) per poi arrivare ad un mio testo quasi del tutto originale. Spero che lo spettacolo possa avere una lunga vita, è concepito per arrivare a tutti, ha anche zone divertenti, e sarebbe bello tornare anche a Chiusi a mostrare il lavoro finito”.
Come vi siete trovati ospiti delle Fondazione Orizzonti e di Chiusi?
“Siamo stati coccolati, abbiamo sentito cura e attenzione. Immersi in una cittadina meravigliosa a mi sura d’uomo. Possiamo solo ringraziare”.
Presidente Marchettini, cosa rappresenta per un ente/teatro avere una compagnia in residenza.
“Come Fondazione Orizzonte d’Arte ospitare una residenza artistica ci ha dato una doppia soddisfazione. Innanzi tutto aver avuto la possibilità di accogliere per due settimane Paolo Mazzarelli con l’allestimento del proprio spettacolo ci ha riempito di gioia perché ha confermato che il nostro teatro Mascagni è adatto alle esigenze di una residenza. La seconda nota positiva è che aver accolto una compagnia importante come questa, ha permesso alla Fondazione di interagire in modo continuo e costruttivo con il regista, gli attori e la produzione, permettendoci una crescita professionale ed una possibilità di condivisione futura di progetti ed idee.
In più il regista ci ha concesso la possibilità di avere una prova aperta a cui hanno partecipato i nostri allievi dei Teatri di Stagione che hanno potuto toccare con mano quello che sta dietro alla creazione di uno spettacolo teatrale. Un momento importante di crescita e di arricchimento culturale per i nostri ragazzi che si sono potuti rendere conto di come operano le compagnie professionistiche nel prepararsi ad un debutto di un nuovo spettacolo.
Come Fondazione continueremo a puntare sulle residenze artistiche, valore aggiunto nella nostra offerta, e ci auguriamo di poter riospitare il regista Paolo Mazzarelli con uno spettacolo all’interno della stagione teatrale o perché no durante un evento di Orizzonti Festival”.