Nasce a San Quirico la Fondazione Noi siamo Paola
SAN QUIRICO D’ORCIA. Il 1° febbraio 2023, il Teatrino di Palazzo Chigi presenta, in occasione della nascita della Fondazione Noi Siamo Paola, “Ho amato tutto”, regia di Evita Ciri, con Paola Pitagora, che interpreta Donna Paola, e i musicisti Beppe D’Argenzio ed Emanuele Bultrini, racconto della vita di Paola Menesini Brunelli, nota come Donna Paola. Lo spettacolo, tratto liberamente dal libro “Creando il Mare” di Giovanni Maria Gambini con Paola Menesini Brunelli (ed. Effigi – 2020), porta in scena l’entusiasmo della protagonista per la vita e le sue sorprese, tra l’Umbria di Montegabbione, Carnaiola e Parrano, tra Roma e la Toscana di San Quirico d’Orcia e il Monte Argentario.
Scomparsa proprio due anni fa per un male incurabile, Donna Paola ha amato tutto per davvero, abbracciando l’amore della sua vita e, con esso, tutto l’ignoto che ne derivava, lasciandosi alle spalle, senza esitazioni o rimpianti, terreni,ricchezza e la carriera lavorativa garantitale dalla sua laurea a pieni voti in chimica farmaceutica. Con i colori della gioia negli occhi, riceveva dalla vita il dono più grande: cinque figli, in soli sette anni, «uno più bello dell’altro e tutti rompiscatole» e con loro una famiglia solida e «numerosissima». Perché «amarsi è stracciarsi via la pelle e volersela scambiare».
La Fondazione Noi siamo Paola
Amante dell’arte e del bello, Donna Paola aveva a cuore la cura e la conservazione del patrimonio artistico e culturale in generale e, più in particolare, di quello che era appartenuto alla sua famiglia, nei secoli in parte disperso.
In suo nome e in suo ricordo,con lo spettacolo, nasce la Fondazione Noi Siamo Paola che fa proprio questo spirito di recupero del passato, con il restauro minuzioso, non solo di palazzi, ma anche di piccoli oggetti con la loro piccola/grande storia. Così in nome della concretezza di Donna Paola, il primo progetto della fondazione è il recupero e il restauro dei soffitti di Palazzo Lemmi a Parrano (Terni) dove la Fondazione ha sede.
Perché, entrando oggi nel Palazzo si percepisce ancora la lunga storia, stratificata e insieme omogenea, che dava il senso e rendeva vivi quegli ambienti, dalle stanze al giardino. Si è così pensato che il restauro potesse essere l’occasione per inserirlo attivamente fin dall’inizio nel percorso di recupero dell’edificio, occasione per l’ingegnere, l’architetto, il geometra, i restauratori, il committente, di dialogo pratico e costruttivo: prevedere, evitare, programmare nel giusto ordine tutte le operazioni necessarie a rendere moderno e sicuro l’edificio nel rispetto di tutti gli elementi decorativi, pavimenti, pareti e soffitti, che rendono unico quell’insieme.
Il tempo che separa le fasi strutturali da quelle dell’intervento di restauro, diventa occasione di studio e comprensione attraverso ricerche documentali (in biblioteca, archivio) e indagini dirette sulle superfici. Un progetto da realizzare con il coinvolgimento di studenti universitari per le ricerche, stage per giovani restauratori, incontri con le scuole del territorio per mettere in comune tutta l’esperienza che si va costruendo con le nuove e vecchie generazioni e ridare pieno significatoad un palazzo che era anche un importante centro culturale. Il restauro delle decorazioni di Palazzo Lemmi a Parrano è il recupero non solo materiale dei dipinti ma anche di una storia e del suo contesto che hanno la possibilità così di rimanere congiunti e alimentarsi a vicenda, un restauro a 360°.
Donna Paola era nata e cresciuta nella meravigliosa campagna tra l’Umbria e la Toscana, amava la terra, il suo profumo, la sua essenza, i suoi frutti. Del mandarino voleva le bucce. Amava il fare semplice e diretto. Il suo legame con la terra era forte. Così la Fondazione promuove e sostiene le diverse forme di artigianato locale, la cultura della ruralità, a Lei tanto cara, la tutela del territorio e dell’ambiente da sfruttamento indiscriminato, dallo stravolgimento delle colture tradizionali e dall’inquinamento, nell’ottica della difesa di “Madre Terra”, e della valorizzazione di produzioni agricole sostenibili e originarie del luogo, anche ai fini della conservazione della biodiversità.
La Fondazione sostiene, inoltre, l’agrovoltaico per la riduzione delle emissioni, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici con l’obiettivodella decarbonizzazione, ma sempre in armonia con il paesaggio.
“Ho conosciuto personalmente Paola Menesini Brunelli, e quello che ho sempre apprezzato di lei era la schiettezza – dichiara Evita Ciri, regista dello spettacolo -. Era davvero una donna che se ne infischiava delle regole, ma in senso positivo, creativo, di attenzione al cuore prima che alla forma. Una donna così non poteva che essere legata alla Natura, perché ne capiva il linguaggio senza fronzoli, andava diritta all’essenza. Portare nel linguaggio teatrale la sua personalità è stata una sfida che non avrei mai potuto vincere senza gli artisti eccezionali che sono in scena, Paola Pitagora e i musicisti Peppe d’Argenzio e Emanuele Bultrini, che hanno la sensibilità giusta per raccontare una storia semplice e unica allo stesso tempo. Sono felice di poter contribuire con questo progetto a diffondere la missione della Fondazione Noi Siamo Paola, che nasce in onore di questa donna speciale.”
Dopo il debutto a Roma dello scorso novembre, le prossime tappe sono Verona, un’altra replica in luglio al Convento dei Cappuccini di San Quirico d’Orcia, Tricase nel Salento, Monte Argentario e Umbria.