Ritratto e figura nel manierismo a Roma: il libro di Donati inaugura lo spazio aperto al pubblico
SIENA. Sabato (26 marzo) alle 17,00 nelle nuove sale del piano terreno di palazzo d’Elci, aperte a partire da questo evento alla cittadinanza per iniziative culturali verrà presentato il libro di Andrea Donati “Ritratto e figura nel manierismo a Roma”, introdotto da Bernarnardo Pianetti della stufa e presentato dal noto storico e critico d’arte Claudio Strinati, direttore generale del Mibac.
Il libro riunisce quattro studi sulla grande pittura e scultura del Cinquecento.
Nel primo capitolo Donati affronta l’indagine sul ritratto come genere artistico e sulla rappresentazione figurativa nell’opera di Michelangelo, scegliendone solo alcuni aspetti, prendendo in esame anche l’altare Piccolomini realizzato per il duomo di Siena.
Nel secondo mira a individuare lo stesso fenomeno nella maniera fiorentina a Roma, ricostruendo il catalogo ragionato dei dipinti di Jacopino del Conte a partire dalla bottega di Andrea del Sarto. Nel terzo e nel quarto affronta il Ritratto di Michelangelo in pittura e in scultura, da Giuliano Bugiardini a Daniele da Volterra. Ne risulta delineata la nascita della storia letteraria e figurativa di un mito artistico ancora vivo e universale. La ricerca di Donati è partita alcuni anni fa dallo studio del ritratto di Michelangelo in bronzo del Museo di Rimini per una mostra organizzata a Roma, a Castel Sant’Angelo. Lo studio si è trasformato in una ricerca a tutto campo sul ritratto e sulla figura in pittura e in scultura nel Rinascimento.
L’opera si presenta come una raccolta di saggi, in cui, nel caso dei ritratti, l’autore propone alcune nuove identificazioni, e nel caso delle opere d’arte alcune attribuzioni inedite. Una delle novità più rilevanti è la corretta attribuzione a Ricciarelli del primo e più importante ritratto di Michelangelo, conservato al Metropolitan Museum di New York, un quadro la cui esecuzione è strettamente legata alla Madonna dei Conti d’Elci.
Ne risulta un libro originale, improntato a una ricerca personale e orientativa su Michelangelo e sul ritratto nel Rinascimento. Il fenomeno è enorme e frastagliato, come la personalità artistica di Michelangelo, che sovrasta ogni altra del suo tempo, come la geografia delle corti e dei centri artistici, come la storia dell’Italia e dell’Europa del Cinquecento. Per questo la via della ricerca sul ritratto, indicata da Donati, si presenta ancora lunga e piena di sorprese.