“Dal nero della parola al nero del segno” di Vittorio Corsini
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SIENA. La traccia di un dialogo intimo, profondo, iniziato e poi interrotto. E’ l’idea esposta nel Caveau la galleria più piccola del mondo, nata da un progetto dell’artista senese Serena Fineschi e incassata nelle mura medioevali del centro storico di Siena nel Vicolo del Coltellinaio.
Un’opera che nasce da un sodalizio intellettuale e artistico, quello tra l’autore – l‘artista Vittorio Corsini e il poeta Paolo Aita, sconosciuto al grande pubblico e ormai scomparso, che si trasforma in omaggio alla parola poetica che diventa segno, tratto di grande impatto che nella sua semplicità esprime una forza dirompente. “Il nero della parola e il nero del segno lasciano sul foglio una traccia dello stesso passaggio o forse è la traccia stessa a scandirne il passaggio” ha dichiarato l’artista Vittorio Corsini che ricordando l’incontro con Paolo Aita e il loro antico legame nato ai tempi dell’Università ha aggiunto “questo lavoro iniziato a quattro mani non era mai stato mai pubblicato finora. Quando ho ricevuto l’invito di Serena Fineschi a partecipare a questo interessante progetto, ho sentito dentro di me che era arrivato il momento di portarlo alla luce, almeno in parte”.
L’idea di Vittorio Corsini è l’ottava del progetto Caveau, ed è stata preceduta da quelle di Paola Tognon, Claudia Salaris, Pietro Gaglianò, Bianco-Valente, Pablo Echaurren, Alfredo Pirri e Marina Dacci. Tutte le opere del progetto daranno vita ad una mostra e saranno raccolte in un libro edito dalla casa editrice Gli Ori. Un quaderno di idee con sempre nuove pagine da scrivere nel quale sarà svelata anche la relazione che lega i dodici ospiti di CAVEAU.
Il lavoro di Vittorio Corsini si concentra, fin dai suoi esordi e attraverso varie declinazioni, sul tema dell’abitare come archetipo mentale o come luogo in cui l’individuo si definisce e si realizza. Sia nella versione di oggetto che in versione ambientale o a scala urbana, l’immagine della casa è un’icona costante lungo tutta la sua attività. Da sempre attratto più dal profilo delle cose che dalle cose stesse o dal loro corpo, nel corso degli anni Corsini ha realizzato una sorta di inventario visivo degli elementi dell’abitare domestico. Sculture e installazioni essenziali nella forma che richiamano oggetti di uso quotidiano ma in grado di suscitare emozioni e riflessioni. All’assoluta schematicità iconografica e alla rigidità delle sagome è sempre corrisposta una fragilità materica costitutiva, il vetro infatti è sempre stato un materiale amato per l’inevitabile reazione di tensione che provoca e per la conseguente cura e attenzione che necessita.