di Roberto Cappelli
AMIATA. La storia di Gaber raccontata da Gaber è la storia di tanti di noi, ed è per questo motivo che Convivia e il Comune di Casteldelpiano hanno scelto il teatro canzone per l'evento di domani (15 agosto) in piazza Garibaldi. Mi identifico molto in una frase di Gaber che dice: "Dove esistono una voglia, un amore, una passione, lì ci sono anch'io".
Condividere Gaber può essere proprio, come dice Convivia, un buon "antidoto contro la malinconia", oltre che "rifugio dalle tristezze della vita pubblica", perché Gaber, proprio come Convivia, pone al centro della propria opera l´uomo nella sua interezza e in tutte le sue sfaccettature. Gaber, per la sua intrinseca capacità di scandagliare allegramente ma inesorabilmente l´animo umano senza ipocrisie di nessun tipo, può essere per il mondo dell´arte un po´ come il vino per la vita, perché, come si suol dire, "in vino veritas". Infine, un omaggio a Giorgio Gaber è pur sempre un omaggio che la terra di Toscana ama fare per un milanese che aveva scelto proprio la Toscana come luogo in cui vivere e preparare i suoi spettacoli. In linea con le prospettive di Convivia, dunque, un piacevole connubio di piaceri e di atmosfere all´insegna della qualità e del divertimento con il nuovo progetto del trio Caramelle che sarà protagonista di molte serate in Toscana.Questo il programma: h.18.00 performance di pittura e grafica: la Macchina visiva di Giovanni Trimani; h.21,45 degustazione vini del Montecucco, Concerto Omaggio a Giorgio Gaber.
Lo spettacolo in questione, quasi a voler evitare anche la più piccola distrazione per il pubblico, si presenta scenograficamente volutamente scarno, puntando tutto sulla forza del testo e sulle capacità degli interpreti. Questi, così, ora con i monologhi sempre vibranti, dal ritmo incalzante e "fisici" interpretati da Antonio Cillis, ora con le canzoni cantate e riarrangiate da Corrado Recchia e Marco Franceschelli, finiscono per simboleggiare quell´uomo che è e rimane il centro dell´intero spettacolo, insieme attore e destinatario che racchiude in sé il significato stesso del teatro gaberiano. Le ipocrisie dell´uomo dei nostri tempi raccontate e messe alla berlina dalla sferzante ironia dei testi gaberiani, che, sempre in bilico tra il serio ed il faceto, attraverso diversi tipi di situazioni narrative, oltre che nelle canzoni, scandagliano l´animo umano evidenziando i limiti e le contraddizioni del vivere quotidiano e dei rapporti umani e sociali arrivando alla triste conclusione che gli esseri umani, purtroppo, altro non sono che… "caramelle di merda ricoperte di cioccolato".